È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Devo subito dire che questa lettura mi ha coinvolto tenendomi attaccata alle pagine. Inizialmente ho fatto fatica perché la scrittrice usa pochissimi dialoghi, tutto quello che i personaggi si dicono viene spesso riassunto come se non si trattasse di un dialogo bensì di une descrizione. Lasciata la titubanza iniziale, che dura qualche pagina, si entra immediatamente in intimità con il libro e non si potrà fare a meno di leggere e leggere per scoprire la storia e dissipare l'alone di mistero che imbriglia il lettore già con la prima confessione della voce narrante:
"Nella mia fede non esiste la confessione individuale, noi riconosciamo di essere peccatori per bocca del pastore e di meritare il castigo perché abbiamo infranto in ogni modo possibile i comandamenti. E riceviamo il perdono senza che Dio esiga da noi spiegazioni o particolare. Io invece li fornirò"
La confessione non è altro che la ricostruzione del rapporto complesso tra le due protagoniste: la scrittrice ed Emerenc.
Un rapporto fatto di attacchi e gentilezze, di incomprensioni, di attenzioni ed allontanamenti di amore mai espressamente dichiarato.
Io stessa ho provato sentimenti ambivalenti per l'una e per l'altra, in modo alternato e mai univoco.
Un rapporto fatto di attacchi e gentilezze, di incomprensioni, di attenzioni ed allontanamenti di amore mai espressamente dichiarato.
Io stessa ho provato sentimenti ambivalenti per l'una e per l'altra, in modo alternato e mai univoco.
Mi sono lambiccata il cervello per comprendere il perché di alcuni comportamenti da una parte e dall'altra senza trovare immediatamente risposte. Così mi sono disposta con l'animo in ascolto per cogliere ogni sfumatura che l'autrice ci offre nelle pagine in cui emerge con prepotenza e delicatezza, in un gioco dei contrari, la figura di Emerenc, l'anziana signora, provata dagli eventi, con un segreto da tenere ben nascosto.
Emerenc arriva nella grande casa, dove si sono da poco trasferiti la scrittrice ed il marito, per occuparsi di tutte le attività domestiche, oltre a svolgere il lavoro di portierato nel quartiere in cui vive.
La Szabó costruisce con le parole uno splendido ritratto di Emerenc e subito appare chiaro al lettore che questo personaggio è scomodo. Emerenc ci obbliga ad uscire dalla comodità del nostro pensiero per condurci verso un mondo apparentemente incomprensibile ma che si rivelerà fedele a sé stesso, integro ed incredibilmente semplice:
La Szabó costruisce con le parole uno splendido ritratto di Emerenc e subito appare chiaro al lettore che questo personaggio è scomodo. Emerenc ci obbliga ad uscire dalla comodità del nostro pensiero per condurci verso un mondo apparentemente incomprensibile ma che si rivelerà fedele a sé stesso, integro ed incredibilmente semplice:
"Si prese cura di noi per oltre vent'anni, ma i primi cinque stabilì una distanza di sicurezza che non potevano oltrepassare"
"Il mondo di Emerenc ammetteva solo due categorie di uomini, chi maneggia la scopa e chi non lo fa, e da chi non scopa ci si può aspettare di tutto."
"Emerenc era nata Mefistofele, negava tutto."
"Emerenc, con la fronte perennemente coperta, con il viso liscio come la superficie di un lago, non aveva mai chiesto niente a nessuno, bastava sempre a sé stessa, così si era accollata i pesi degli altri senza mai dire quello che pesava a lei."
In questo quadro un ruolo importante hanno gli animali che offrono al lettore una faccia dell'amore di Emerenc.
"Emerenc, con la fronte perennemente coperta, con il viso liscio come la superficie di un lago, non aveva mai chiesto niente a nessuno, bastava sempre a sé stessa, così si era accollata i pesi degli altri senza mai dire quello che pesava a lei."
In questo quadro un ruolo importante hanno gli animali che offrono al lettore una faccia dell'amore di Emerenc.
Un cane trovato dalla scrittrice e dal marito in un giorno di neve che Emerenc chiamerà Viola, nonostante sia un maschio. Viola viene salvata dalla scrittrice, vivrà con lei ma sarà in simbiosi con Emerenc che lo educherà a modo suo. Viola è spesso l'oggetto di discussione tra le due e motivo di gelosia da parte della scrittrice, per la devozione incondizionata di Viola ad Emerenc.
Ed i gatti ben otto che vivono con Emerenc, la loro salvatrice, custodendo il segreto.
Ed i gatti ben otto che vivono con Emerenc, la loro salvatrice, custodendo il segreto.
Perché Emerenc ha un segreto: non apre a nessuno la porta della sua casa, lo farà solo alla scrittrice, per cui proverà un amore forte, viscerale paragonabile a quello tra una madre ed una figlia e questo amore sarà la causa dell'evento drammatico che le colpirà involontariamente.
Il modo di amarsi di entrambe è sempre inconciliabile, mai armonico, ognuna con il proprio bagaglio di vita troppo ingombrante per farle avvicinare, che le tiene emotivamente distanti.
L'apertura della porta sarà la dichiarazione d'amore e di totale fiducia di Emerenc e la dichiarazione d'amore della scrittrice che si fa aprire per salvare l'anziana donna, che decide di varcare quella soglia e di entrare nel mondo di Emerenc ma senza averlo prima compreso pienamente.
Questo gesto che sembra l'unico momento di incontro tra le due sarà anche il punto di non ritorno, una linea immaginaria che divide in due il libro e ci da la chiara portata della splendida scrittura della Szabó.
Il modo di amarsi di entrambe è sempre inconciliabile, mai armonico, ognuna con il proprio bagaglio di vita troppo ingombrante per farle avvicinare, che le tiene emotivamente distanti.
L'apertura della porta sarà la dichiarazione d'amore e di totale fiducia di Emerenc e la dichiarazione d'amore della scrittrice che si fa aprire per salvare l'anziana donna, che decide di varcare quella soglia e di entrare nel mondo di Emerenc ma senza averlo prima compreso pienamente.
Questo gesto che sembra l'unico momento di incontro tra le due sarà anche il punto di non ritorno, una linea immaginaria che divide in due il libro e ci da la chiara portata della splendida scrittura della Szabó.
La porta chiusa è il simbolo del limite che non deve essere oltrepassato per evitare di perdere definitivamente il rispetto per l'altro.
La porta chiusa preserva la vita, la forma di vita che Emerenc ha scelto per sè.
La porta aperta, chiusa è il simbolo delle scelte che ognuno fa, per sè, per l'altro e che inevitabilmente portano ad un cambiamento, anche se la portata del cambiamento non è chiaro finché non si sceglie e sarà per le protagoniste devastante, sarà una sconfitta.
La porta divelta è il simbolo del fallimento di tante azioni fatte in nome di quell'amore che dovrebbe essere protetto, custodito, rispettato con delicatezza e profonda comprensione e non violentato, usurpato, devastato.
L' assenza della porta è il simbolo del tradimento che viene perpetrato in nome dell'amore.
"Emerenc voleva abbandonare questo mondo dopo che le avevano distrutto l'intelaiatura che reggeva la sua esistenza e la leggenda aleggiante intorno al suo nome."
La porta divelta è il simbolo del fallimento di tante azioni fatte in nome di quell'amore che dovrebbe essere protetto, custodito, rispettato con delicatezza e profonda comprensione e non violentato, usurpato, devastato.
L' assenza della porta è il simbolo del tradimento che viene perpetrato in nome dell'amore.
"Emerenc voleva abbandonare questo mondo dopo che le avevano distrutto l'intelaiatura che reggeva la sua esistenza e la leggenda aleggiante intorno al suo nome."
Scoprire questa autrice mi ha reso più ricca.
Un libro unico ed imperdibile scritto in modo impeccabile, di cui consiglio caldamente la lettura.
Un libro unico ed imperdibile scritto in modo impeccabile, di cui consiglio caldamente la lettura.
Molto interessante per le varie riflessioni. La porta è un simbolo che mi ha sempre incurosito.
RispondiEliminaun abbraccio
sabrina
Se lo dovessi leggere sarei felice di condividere con te alcune riflessioni.
EliminaUn abbraccio.
Scoprire un nuovo autore o autrice arricchisce sempre la nostra anima, sia che la lettura sia stata piacevole sia che non lo sia stata, perchè non sempre si è fortunati.
RispondiEliminaIn questo caso, la scrittrice ti ha catturato e quindi ha fatto un ottimo lavoro.
Si hai perfettamente ragione.
EliminaUn abbraccio
Ciao che blog interessante!
RispondiEliminaTi seguo con molto piacere! Se ti va passa a trovarmi ho da poco aperto il mio piccolo blog e mi farebbe piacere se passassi a trovarmi!
Ti aspetto, un abbraccio Chantal!
www.chan-fol.blogspot.com
Grazie Chantal.
EliminaPassata nel tuo blog. 😉
A presto
Ciao Francesca,una ottima recensione ,la tua,mi hai creato curiosità per una scrittrice che non conoscevo.
RispondiEliminaCiao.fulvio
Grazie Fulvio, vedrai non te ne pentirai e quando lo avrai letto magari ci scambiamo qualche riflessione. 😁
EliminaCiao
Ok ,molto volentieri.
RispondiEliminaCiao.fulvio