mercoledì 26 dicembre 2018
Auguri natalizi
Un breve post per augurare a tutti delle festività natalizie serene e ricche.
Spero che questo scorcio di anno si chiuda nel migliore dei modi ad ognuno il suo.
Nella nostra casa è abitudine fare i biscotti per Babbo Natale, eccoli qui: preparati, cotti e mangiati.
Babbo Natale è passato, i doni li ha lasciati ed ora ci riposiamo nella verde Umbria.
Un saluto ed un caldo abbraccio.
domenica 2 dicembre 2018
Letture: "Un uso qualunque di te" Sara Rattaro
"Ma non è una colpa se qualcuno ci ama più della sua vita"
Questa frase riassume totalmente il senso di questo meraviglioso ed inaspettato libro.
Il suo apparente non amore per il marito Carlo, un uomo sempre presente, una roccia, che la ama proprio più della sua vita,
I suoi tradimenti:
"Vi tradisco così. Io vi tradisco. Lo faccio nel modo più freddo, bieco e banale, per essere scoperta. Lo faccio così a occhi chiusi come se fossi cieca, come se non fosse colpa mia. Lo faccio perché se io non entro in voi, vorrei almeno che voi non capite me. "
Ma anche le sue scuse:
"Scusami Luce, so che è sbagliato, so che dovrebbe essere diverdo"
Il suo grande immenso amore per la figlia, un amore incondizionato che supera la sua stessa vita:
"Mamma perché mi chiamo come una cosa e non come una bambina?" È vero, amore mio, ma ti chiami come la cosa più bella che esista... Perché tu sei stata il mio farò, la mia guida, la mia cosa giusta... Quando sei nata ero così felice che non avrei potuto darti altro nome" e ancora: "Sono orgogliosa di averti conosciuto e che tu sia stata mia."
Il suo amore per Carlo:
"Perdonami se non ti ho amato come avrei dovuto ma solo a modo mio. Non smetterò mai di portarti con me"
La confessione intensa, amara, a tratti forse contraddittoria ma chi non lo è, di una donna, madre Compagna ed un epilogo sconvolgente che mi ha lasciato sospesa, persa nelle emozioni.
Viola è una Donna che non ho amato completamente, che ha tratti non ho capito, ma che sicuramente mi ha fatto emozionare, riflettere.
La Rattaro attraverso la scrittura ha messo al centro il tema dell'amore, appunto: "Ma non è una colpa se qualcuno ci ama più della sua vita".
Ognuno di noi darebbe la propria Vita per un Amore, ad ognuno il suo capirlo, sentirlo mi ha fatto sentire la Vita più forte di prima e l'attaccamento e l'importanza di questo Amore su questa terra.
Ringrazio il blog https://www.silenziostoleggendo.com per avermi fatto scoprire questa autrice di cui sto leggendo altro e che consiglio vivamente a chi vuole emozionarsi.
Questa frase riassume totalmente il senso di questo meraviglioso ed inaspettato libro.
Un autrice che non conoscevo e che ho subito amato dalle prime pagine perché la scrittura crea una magia particolare: il libro si legge da solo, le pagine si susseguono una dopo l'altra senza sosta fino alla fine.
Questa magia a me capita solo con alcune letture e questo romanzo è magico.
Sono rimasta impregnata tra le pagine e le emozioni che le parole ed emozionarsi leggendo è sempre una magia.
La storia affatto scontata si svolge tutta tra le 4 e le 09.20 di una mattina qualsiasi in cui la protagonista, Viola, madre di Luce, a causa di un evento traumatico riaprirà una vecchia ferita o tante piccole ferite.
Viola racconta i suoi sbagli, la sua inerzia:
"Faccio finta di conoscere mia figlia da diciassette anni, ma non riesco ad ammettere la verità, lei è quasi un'estranea per me. Lo è perché io ho perso tempo. Io l'ho buttato via. Ogni singolo giorno l'ho lasciato trascorrere senza intervenire mai, senza sprofondare dentro... "
Il suo apparente non amore per il marito Carlo, un uomo sempre presente, una roccia, che la ama proprio più della sua vita,
I suoi tradimenti:
"Vi tradisco così. Io vi tradisco. Lo faccio nel modo più freddo, bieco e banale, per essere scoperta. Lo faccio così a occhi chiusi come se fossi cieca, come se non fosse colpa mia. Lo faccio perché se io non entro in voi, vorrei almeno che voi non capite me. "
Ma anche le sue scuse:
"Scusami Luce, so che è sbagliato, so che dovrebbe essere diverdo"
Il suo grande immenso amore per la figlia, un amore incondizionato che supera la sua stessa vita:
"Mamma perché mi chiamo come una cosa e non come una bambina?" È vero, amore mio, ma ti chiami come la cosa più bella che esista... Perché tu sei stata il mio farò, la mia guida, la mia cosa giusta... Quando sei nata ero così felice che non avrei potuto darti altro nome" e ancora: "Sono orgogliosa di averti conosciuto e che tu sia stata mia."
Il suo amore per Carlo:
"Perdonami se non ti ho amato come avrei dovuto ma solo a modo mio. Non smetterò mai di portarti con me"
La confessione intensa, amara, a tratti forse contraddittoria ma chi non lo è, di una donna, madre Compagna ed un epilogo sconvolgente che mi ha lasciato sospesa, persa nelle emozioni.
Viola è una Donna che non ho amato completamente, che ha tratti non ho capito, ma che sicuramente mi ha fatto emozionare, riflettere.
La Rattaro attraverso la scrittura ha messo al centro il tema dell'amore, appunto: "Ma non è una colpa se qualcuno ci ama più della sua vita".
Ognuno di noi darebbe la propria Vita per un Amore, ad ognuno il suo capirlo, sentirlo mi ha fatto sentire la Vita più forte di prima e l'attaccamento e l'importanza di questo Amore su questa terra.
Ringrazio il blog https://www.silenziostoleggendo.com per avermi fatto scoprire questa autrice di cui sto leggendo altro e che consiglio vivamente a chi vuole emozionarsi.
giovedì 22 novembre 2018
Merletto a tombolo: ancora cordone
Filato cotone nr 50
Coppie: circa 35
Il piccolo merletto finito, con due cuoricini all'apice!
Ed ora l'anteprima del nuovo imparaticcio dove ho invertito i colori.
Come sempre tutti i disegni dei lavori sono opera mia. La fase progettuale di costruzione del disegno mi diverte tantissimo.
Grazie a tutte per le visite.
Coppie: circa 35
Nuovo "imparaticcio" concluso. Questa volta il cordone è passato esternamente per creare una pallina. All'interno una semplice lavorazione a punto tela con un buchini al centro.
Come vedrete nelle foto non tutti i pallini sono venuti rotondi, quelli che hanno una forma tra l'esagono ed il rettangolo sono sbagliati. Ho passato male il cordone, ma saranno di grandecaiuto per vedere cosa non devo fare!
Una novità è nella costruzione del disegno per creare dei moduli rettangolari.
Altra novità, per me, l'uso del filato colorato che da una nota di freschezza al merletto.
Ecco le diverse fasi di lavorazione.
Il piccolo merletto finito, con due cuoricini all'apice!
Ed ora l'anteprima del nuovo imparaticcio dove ho invertito i colori.
Come sempre tutti i disegni dei lavori sono opera mia. La fase progettuale di costruzione del disegno mi diverte tantissimo.
Grazie a tutte per le visite.
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mercoledì 7 novembre 2018
Letture: Lascia dire alle ombre - Giudizio: 3 su 5
TRAMA:
Quando Mahony, cresciuto in orfanotrofio a Dublino, torna a Molderring, quattro strade e un pub sulla costa occidentale dell'Irlanda, porta con sé solo una foto sbiadita di Orla, la madre che non ha mai conosciuto, e l'ostinato desiderio di dissipare la cortina di bugie che avvolge il villaggio. Nessuno, vivo o morto, vuole raccontare cosa è successo più di vent'anni prima alla ragazzina che l'ha dato alla luce e poi abbandonato, eppure Mahony è certo che sono in molti a conoscere la verità. Un prete che assomiglia a una donnola, l'arcigna infermiera del villaggio, una banda di alcolisti sentenziosi, una caustica attrice imparruccata al di là del tramonto decisa ad aiutare Mahony infilando tra le pieghe dell'annuale messinscena un'indagine in piena regola: sono solo alcuni dei personaggi che animano questa storia.
A convincermi a leggere questo libro non è stata di certo la copertina bensì una bellissima recensione che ho sentito alla radio (su Radio 2) questa estate nella rubrica "Pandora".
Ho letto il libro in un mese, il mio tempo medio di lettura, ed al termine sono rimasta sospesa senza capire esattamente se ero soddisfatta o insoddisfatta. Così ho lasciato passare un pò di tempo prima di scriverne la recensione, per lasciare decantare le emozioni che questo libro mi ha lasciato ed oggi di una cosa sono sicura non è un libro che consiglierei a qualcuno di leggere, anche se non posso dire che non mi è piaciuto.
L'inizio è stato un pugno allo stomaco:
Non sapevo se continuare o lasciar perdere. La curiosità e la buona recensione che avevo ascoltato mi hannoconvinta a continuare.
Lo stile della scrittrice è interessante, a tratti ricco e ricercato come questo passaggio che ho trovato splendido:
"Le parole sono capaci di volare. Sfrecciano fuori da finestre, oltre staccionate, in mezzo a sgabelli di pub e attraverso cortili. Viaggiano rapidamente di bocca in orecchio, di orecchio in bocca. E strada facendo, aumentano di velocità peso, consistenza e gravità. Per poi atterrare con uno spruzzo di fango, mettere radici e crescere fulminee come la gramigna più sfrenata."
A tratti essenziale, diretto e ti colpisce con brutalità.
Forse la presenza di tanti personaggi che intervengono contemporaneamente, in alcune situazioni in modo corale, non mi ha aiutato nella lettura.
Il mistero invece rimane ben celato fino alla fine e credo sia l'unico elemento che mi ha permesso di andare avanti: scoprire chi ha fatto sparire Orla, personaggio che non ho amato, e soprattutto perchè farla sparire in modo così violento e brutale.
Vi lascio con questa ultimo passaggio:
"Dentro la busta c'era la fotografia di una ragazza con un sorriso incerto: stringeva goffamente un fagotto sfocato, tenendolo alto come un tesoro appena trovato. Mahony voltò la foto, e la solida calligrafia da maestra gli sferrò un gancio sinistro.
"Il tuo nome è Francis Sweeney. Tua madre è Orla Sweeney. Sei nato a Mulderring, conte adi Mayo. In questa foro ci siete tu e lei. Sappi che lei era la vergogna della città, perciò l'hanno portata via da te. Mentono tutti, quindi stai in guardia, e sappi tua che tua madre ti amava."
A voi la scelta della lettura.
giovedì 1 novembre 2018
Halloween... 🎃🦇
Halloween è arrivato e per rendere più magica e divertente questa festa quest'anno ho deciso di decorare una maglietta di mia figlia che per questa occasione era troppo sobria.
Armata di telaio, fili, forbici, raso e fantasia ho ricamato a punto erba e punto scritto la ragnatela.
Ho ritagliato dal raso nero le forme dei pipistrelli ed il corpo del ragno che ho fermato sulla maglia sempre con punto scritto.
Punto no Dini e perline per gli occhi ed il gioco è fatto!
Che ne dite?! Mia figlia è contenta ed io mi sono divertita.
Un saluto a tutti e buon 1 novembre.
lunedì 22 ottobre 2018
Merletto a tombolo: cordone
Ed eccomi qua con un post veloce veloce per mostrarvi l'ultimo imparaticcio. Una striscia per lavorare ancora il cordone, ma questa volta invece dei pallini il cordone forma dei bei medaglioni allungati.
La tecnica di lavorazione mi ha divertito on poco, una volta capito come girano le due coppie di cordone tutto scorre veloce.
Utilizzare due coppie di cordone che si incontrano e poi si dividono può essere utile in un lavoro più ampio, per creare dei disegni in cui le coppie cordone lavorano per conto proprio un certo disegno e poi si riuniscono in alcuni punti a fare questi medaglioni.
Ed ora visto il periodo alcune foto del paesaggio umbro, dove torno ogni tanto per distendermi, con un prodotto tipico dell'autunno.
È dopo una buona raccolta una buona cottura davanti al camino con un caldo fuoco scoppiettante.
Le foto sono tutta opera di mio marito.
Un saluto a tutti e buon inizio settimana.
È dopo una buona raccolta una buona cottura davanti al camino con un caldo fuoco scoppiettante.
Le foto sono tutta opera di mio marito.
Un saluto a tutti e buon inizio settimana.
martedì 9 ottobre 2018
Valtopina: reportage 3/3
Ad un mese dalla mostra mercato di Valtopina chiudo il mio reportage dedicando il post ad un'artista che ho conosciuto proprio a Valtopina.
Le tele esposte alla mostra sono state per me una rivelazione come lo è stato il colloquiare con questa artista.
"Il filo ha una sua forza invisibile, silenziosa e imperturbabile dietro la quale si nasconde la narrazione e il mito delle nostre origini.
Con il filo ho ricamato ferite, tracciato volti, ho tessuto storie e trasformazioni, il filo è il segno che lega me stessa alla mia natura di donna e di artista.
È un viaggio interiore, è un diario intimo in cui ricamo il tempo dell’attesa, il dialogo infinito con la vita, alla ricerca di una continua metamorfosi, attraverso quel rito perenne del dipanare la tela."
Queste sono le foto che ho fatto alla mostra ma se andate nel sito troverete tanto, ma tanto di più: le opere, il senso della sua ispirazione ed il significato del suo lavoro. Tutte le figure sono "ritratti" di persone reali.
Le parole dell'artista riportate in corsivo, tratte dal suo sito, sono state per me illuminanti.
"Ho iniziato a ricamare le mie opere nel 2007, dopo aver conosciuto Rosalba Pepi, una maestra di ricamo che ha accompagnato il mio sguardo verso un mondo che fino ad allora non avevo mai considerato potesse avere la stessa forza di un linguaggio artistico.
Da quel momento per me è cambiata la consapevolezza che attribuivo al significato di essere artista."
" Il filo è protagonista delle mie opere e lo intendo come metafora dell’identità della donna: l’origine del linguaggio femminile.
I luoghi nei quali avveniva la narrazione orale e il tramandare dei miti e delle storie, erano i luoghi della tessitura e del ricamo, perchè mentre tessevano, le donne raccontavano e tramandavano le gesta di uomini, eroi e divinità.
Per questo il filo si fa storia e memoria allo stesso tempo, ma anche identità, origine e relazione."
Le tele esposte alla mostra sono state per me una rivelazione come lo è stato il colloquiare con questa artista.
Le sue opere sono grandi tele in cui le arti si fondono nel vero senso della parola: sulla tela l'artista disegna l'opera, sopra inserisce una "garza" su cui poi ricama. Un lavoro lungo e paziente, come dice lei stessa: "
"Nel ricamare le mie figure ho avuto modo di avvicinarmi profondamente ai significati di parole quali attesa, cura, rito, ritmo, respiro, ascolto, guarigione."
In molte delle tele che ho visto ci sono delle applicazioni di merletti, eseguiti a macchina, puntati in rilievo con gli spilli e ci sono delle parole che sono legibbili sono dal retro. Le tele diventano così fruibili sia dal retro che dal verso.
"Il filo ha una sua forza invisibile, silenziosa e imperturbabile dietro la quale si nasconde la narrazione e il mito delle nostre origini.
Con il filo ho ricamato ferite, tracciato volti, ho tessuto storie e trasformazioni, il filo è il segno che lega me stessa alla mia natura di donna e di artista.
È un viaggio interiore, è un diario intimo in cui ricamo il tempo dell’attesa, il dialogo infinito con la vita, alla ricerca di una continua metamorfosi, attraverso quel rito perenne del dipanare la tela."
Alla mostra al centro della sala di entrata c'era un grande rotolo di stoffa con narrate le vite delle persone che si sono fatte ritrarre. Come una pergamena, ma una pergamena fatta di stoffa e lettere ricamate. Un rotolo che raccoglie la testimonianza della Vita, in continua evoluzione. Come scrive lei stessa:
"Ho pensato ricamare un vecchio lenzuolo tessuto a telaio, ritrovato in un magazzino.
Un lenzuolo liso, macchiato dal tempo e forse anche dai suoi corpi avvolti.
Ho pensato di compiere un gesto infinito, inutile e invisibile, come
la vita e la bellezza, che richiedono il nostro più grande sforzo per
poter essere svelate."
"Ho iniziato a ricamare le mie opere nel 2007, dopo aver conosciuto Rosalba Pepi, una maestra di ricamo che ha accompagnato il mio sguardo verso un mondo che fino ad allora non avevo mai considerato potesse avere la stessa forza di un linguaggio artistico.
Da quel momento per me è cambiata la consapevolezza che attribuivo al significato di essere artista."
" Il filo è protagonista delle mie opere e lo intendo come metafora dell’identità della donna: l’origine del linguaggio femminile.
I luoghi nei quali avveniva la narrazione orale e il tramandare dei miti e delle storie, erano i luoghi della tessitura e del ricamo, perchè mentre tessevano, le donne raccontavano e tramandavano le gesta di uomini, eroi e divinità.
Per questo il filo si fa storia e memoria allo stesso tempo, ma anche identità, origine e relazione."
sabato 22 settembre 2018
Valtopina: reportage 2/3
In questa seconda tappa del reportage vi mostro le foto che ho fatto all'interno del Museo del ricamo e del tessuto. Andare a Valtopina, piccolo centro nelle colline umbre, implica una visita al museo che è parte integrante della cittadina.
Il Museo raccoglie circa 400 pezzi ( XVIII - XIX - XX inizio XX secolo) articolati in quattro sezioni: la Moda femminile, la Biancheria personale, la Biancheria per la casa, la Biancheria infantile.
L’istituzione del Museo trae origine dalle donazioni che hanno avuto luogo a partire dall’anno 2000, stimolate in buona misura dalla presenza a Valtopina della Scuola di Ricamo organizzata dalla Pro Loco.
Le donazioni provengono da storiche famiglie di Foligno e Spello, per estendersi un po’ a tutta l’area della produzione perugina e raggiungere altre regioni: la Toscana e la Liguria.
Ecco le foto di uno dei diversi set per neonato, eseguito tutto a tombolo: cuffietta, camicia, porta enfant.
Aprire i cassetti che contengono i pezzi della collezione, tutti fatti a mano, è come tuffarsi nell'intimo della vita delle famiglie: lenzuola, tovaglie, vestiario femminile per la notte, tutti pezzi eseguiti rigorosamente a mano con tecniche diverse tra ricamo e tombolo.
È sono proprio i pezzi a tombolo quelli che ho fotografato, come la tovaglia e tovaglioli delle foto a seguire.
Pezzi di inestimabile valore perché eseguiti con la paziente arte delle donne, trame, ricami, fili e perché posseduti, indossati da persone vissuti alcuni secoli prima di noi. La visita al Museo mi ha colpito soprattutto per questo aspetto, la consiglio a chiunque si trovi nelle vicinanze.
Ed ora vi saluto augurandovi una buona domenica.
Il Museo raccoglie circa 400 pezzi ( XVIII - XIX - XX inizio XX secolo) articolati in quattro sezioni: la Moda femminile, la Biancheria personale, la Biancheria per la casa, la Biancheria infantile.
L’istituzione del Museo trae origine dalle donazioni che hanno avuto luogo a partire dall’anno 2000, stimolate in buona misura dalla presenza a Valtopina della Scuola di Ricamo organizzata dalla Pro Loco.
Le donazioni provengono da storiche famiglie di Foligno e Spello, per estendersi un po’ a tutta l’area della produzione perugina e raggiungere altre regioni: la Toscana e la Liguria.
Ecco le foto di uno dei diversi set per neonato, eseguito tutto a tombolo: cuffietta, camicia, porta enfant.
Aprire i cassetti che contengono i pezzi della collezione, tutti fatti a mano, è come tuffarsi nell'intimo della vita delle famiglie: lenzuola, tovaglie, vestiario femminile per la notte, tutti pezzi eseguiti rigorosamente a mano con tecniche diverse tra ricamo e tombolo.
È sono proprio i pezzi a tombolo quelli che ho fotografato, come la tovaglia e tovaglioli delle foto a seguire.
Pezzi di inestimabile valore perché eseguiti con la paziente arte delle donne, trame, ricami, fili e perché posseduti, indossati da persone vissuti alcuni secoli prima di noi. La visita al Museo mi ha colpito soprattutto per questo aspetto, la consiglio a chiunque si trovi nelle vicinanze.
A seguire una delle opere contemporanee presenti nel museo.
Ed ora vi saluto augurandovi una buona domenica.
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