Una rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.
Per l'occasione ho scelto un libro di un'autrice che non conoscevo e contemporaneamente mi sono cimentata con la lettura di un racconto perchè io non ne leggo quasi mai per il semplice preconcetto che secondo me non si può raccontare una bella storia, una storia compiuta in poche pagine.
Ebbene la rubrica "Ci provo con..." Mi ha permesso di cambiare idea perché questo racconto è ben costruito e nelle 140 pagine ci dice tutto quello che dobbiamo sapere su Elisa, la protagonista.
È c'è un altro aspetto positivo: i racconti si leggono in un girar di pagina, un paio di giorni e la storia appartiene al lettore.
La trama qui
Cosa ne penso
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Cosa ne penso
Lo stile della Mangiapelo è diretto, chiaro, immediato, periodi corti che permettono un veloce susseguirsi degli eventi.
Elisa ha una famiglia, un marito, due figli che ama e che probabilmente sono l'unico elemento che ogni tanto la portano a riflettere sulle sue azioni ma che non le impediscono di buttarsi in una relazione extraconiugale con Alessandro che fagociterà tutto il resto.
Del passato di Elisa e di Alessandro ci vengono dati pochi flash, qualche ricordo che bastano a spiegare al lettore le basi da cui nascono le azioni distruttive di entrambi e soprattutto di Elisa.
In alcuni momenti ho avuto la voglia di entrare nelle scene per scuotere e far ragionare Elisa, mi ha fatto rabbia questo suo non voler vedere, anzi giustificare i comportamenti di Lorenzo ed anche se stessa .
In altri sono stata piacevolmente rapita dalla carica erotica degli incontri di Elisa e Alessandro anche questi ben descritti dalla Mangiapelo.
In mezzo a queste due opposte sensazioni mi sono chiesta: dove sta il limite, la linea di demarcazione che ci permette di non perdere la dignità e l'amore per noi stessi?
Elisa in alcuni, brevissimi istanti si rende conto di aver superato ampiamente quel limite ed afferma: "È tutto sbagliato".
Ma è un lampo, un batter d'ali a cui non rimane aggrappata e continua a cadere, giù nel bisogno di essere desiderata, voluta, nel bisogno distruttivo di "non fare la cosa giusta" mentre si ripete la frase che le dicevano da bambina: "Elisa fai la cosa giusta. Elisa fai la cosa giusta..."
Ma è un lampo, un batter d'ali a cui non rimane aggrappata e continua a cadere, giù nel bisogno di essere desiderata, voluta, nel bisogno distruttivo di "non fare la cosa giusta" mentre si ripete la frase che le dicevano da bambina: "Elisa fai la cosa giusta. Elisa fai la cosa giusta..."
Elisa non è di nessuno, come dice lei stessa:
"Questo è un anello. E gli anelli formano le catene. Ti senti ancora così libera?
Elisa l'aveva guardato, trovando nei suoi occhi la sfida e il desiderio di ferirla. Poi con un gesto veloce si era sfilata l'anello dal dito e se lo era messo in tasca. Gli aveva sorriso, mostrandogli la mano aperta, e gli aveva ripetuto:" Io non sono di nessuno".
Questo non vuol dire che sia libera, anzi tutt'altro. Scorrendo le pagine ci si rende conto che Elisa è schiava di se stessa. La sua catena è interiore e non basta togliersi un anello per cancellarla. La catena che la blocca sta nella deviazione affettiva che la rende dipendente, in questo caso di un uomo.
Ma attenzione non è un libro sul femminicidio, come si potrebbe pensare dalle premesse, come io stessa ho pensato ad un certo punto. Tutt'altro.
"Questo è un anello. E gli anelli formano le catene. Ti senti ancora così libera?
Elisa l'aveva guardato, trovando nei suoi occhi la sfida e il desiderio di ferirla. Poi con un gesto veloce si era sfilata l'anello dal dito e se lo era messo in tasca. Gli aveva sorriso, mostrandogli la mano aperta, e gli aveva ripetuto:" Io non sono di nessuno".
Questo non vuol dire che sia libera, anzi tutt'altro. Scorrendo le pagine ci si rende conto che Elisa è schiava di se stessa. La sua catena è interiore e non basta togliersi un anello per cancellarla. La catena che la blocca sta nella deviazione affettiva che la rende dipendente, in questo caso di un uomo.
Ma attenzione non è un libro sul femminicidio, come si potrebbe pensare dalle premesse, come io stessa ho pensato ad un certo punto. Tutt'altro.
Il racconto si chiude con un epilogo affatto scontato che mi ha lasciato una sensazione di sconfitta ed un senso di ineluttabilità unito ad una malinconia latente.
Un libro che mi ha fatto scendere nel mistero dell'animo umano, nell' incomprensione emotiva, nell'azione che è a volte negazione di se stessi, un libro che emozionandomi ho apprezzato.
Ed ecco gli altri blog che partecipano alla rubrica andate a curiosare:
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