"Lei gli aveva detto che ogni cosa era possibile, che il dolore poteva anche diventare un bene, il preludio di una trasformazione, che il corpo serviva a proteggere il cuore, perché resisteva ai colpi e alla paura"
Cosa ne penso:
Ringrazio il blog di Elena Giorgio "la lettrice geniale", da cui traggo molti spunti di lettura, per avermi fatto conoscere questa autrice perché dopo aver letto la sua recensione ho messo il libro nella lista dei "da leggere" e dopo averlo letto ho inserito Maura Chiulli tra gli scrittori preferiti, tanto che ho già pronto un suo secondo romanzo.
"Nel nostro fuoco" è un libro che parla di dolore, di mancanze, di incapacità affettive, ma anche di riconciliazione con noi stessi, di accettazione e superamento del nostro passato, di possibilità.
Tutto questo può avvenire solo attraverso una catarsi e l'elemento vivo che permette questa catarsi è il fuoco che diventa il protagonista insieme ad Elena e Tommaso, rendendo questo libro magico.
La scrittura della Chiulli è viscerale, arriva direttamente alla pancia, alle emozioni.
La scrittrice costruisce delle pagine dove non c'è mai una parola di troppo ed una di poco, fatta eccezione per le ultimissime pagine dove ho trovato troppo visionarie.
Tommaso ed Elena sono sposati e sono due personalità opposte. Ad unirli e dividerli una figlia, Nina, che sembra aver ereditato il peggio di ognuno di loro, che "non ha mai pianto, nemmeno una lacrima, nemmeno una smorfia, una possibilità...Era viva da qualche parte: nella culla, nel seggiolone, nel suo letto, ma poteva anche essere morta"
Nina richiede più amore e più impegno. Né è consapevole Elena che sa di essere una madre "ancora più necessaria e vitale di ogni altra madre". Tommaso invece rifiuta, a tratti nega l'esistenza di Nina e si comporta come i suoi genitori "incapace di offrirsi, di darsi, di mettere la sua vita al servizio di Nina... In breve diventò immobile come sua madre, un fantasma come suo padre"
Nina richiede più amore e più impegno. Né è consapevole Elena che sa di essere una madre "ancora più necessaria e vitale di ogni altra madre". Tommaso invece rifiuta, a tratti nega l'esistenza di Nina e si comporta come i suoi genitori "incapace di offrirsi, di darsi, di mettere la sua vita al servizio di Nina... In breve diventò immobile come sua madre, un fantasma come suo padre"
Durante la lettura ho vissuto in prima persona tutta la fatica emotiva di un Tommaso bambino che non ha voce "quindi non chiede, non soffre perché non grida".
Un bambino che diventa un perfetto soldatino pronto a fare tutto quello che i suoi genitori gli chiedono, snaturando e tradendo la sua infanzia, la sua giovinezza, diventano adulto prima del tempo tanto da dire a sé stesso che è nato vecchio e tutto nella speranza di guadagnare l'amore della madre, quell'amore che dovrebbe essere donato senza condizioni.
Tommaso "continuò a cercare i corpi e le anime di quei due che lo avevano messo al mondo. Disperatamente, con convinzione, ogni giorno sognava di essere visto, autorizzato a vivere, consegnato alla libertà ed alla giustizia."
Tommaso privato del tempo dei giochi cresce con una bestia interiore, un buco nero, un nodo irrisolto che lo portano ad una vita fatta di continue rese, senza provare neanche ad esserci, a vivere.
Non prova a lottare contro quelle voci interiori che lo redarguiscono, lo boicottano, lo giudicano, non lo autorizzano mai a vivere, si arrende per l'appunto.
Solo Elena riesce, per un po', a domare la bestia.
Elena lotta per Tommaso e poi per Nina con pazienza, con tenacia, con il corpo, con solidità, sa comprendere, capire, perdonare, donare. Per lei "l'esistenza valeva la pena, aveva un peso specifico, una ragione solidissima."
Solo lei, la donna drago, perché Elena è terrena, è viva, ha vissuto la catarsi sulla sua pelle, una catarsi emotiva e fisica attraverso il fuoco. Perché Elena è un mangiafuoco.
Tommaso viene rapito da questa donna mangiafuoco durante uno dei suoi spettacoli.
Attraverso i due elementi terreni, il fuoco ed il corpo, custode, avviene la catarsi.
Con il dolore fisico torniamo nella realtà, ci svegliamo dal torpore in cui cadiamo: "il dolore serviva solo a riportarla alla realtà. Era un bene che ogni tanto si facesse sentire"
E secondo me le pagine più originali sono proprio queste dove la Chiulli, mangiafuoco lei stessa, ci rende l'esperienza personale dell'incontro fuoco e carne che porta la trasformazione attraverso l'esperienza del sentire i nostri dolori.
E secondo me le pagine più originali sono proprio queste dove la Chiulli, mangiafuoco lei stessa, ci rende l'esperienza personale dell'incontro fuoco e carne che porta la trasformazione attraverso l'esperienza del sentire i nostri dolori.
A voi la scelta di scoprire e di vivere l'esperienza del fuoco catartico attraverso le splendide pagine della Chiulli.
Da quello che capisco mi pare molto triste e non credo che sarei disposta a sopportare il dolore di cui parli, anche se sono convinta che arricchisca senz'altro.
RispondiEliminaun abbraccio
sabrina