tag:blogger.com,1999:blog-10028364780322623502024-03-13T10:57:42.219+01:00ConifilitralemaniFrancescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.comBlogger113125tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-76111877565146253662019-11-24T14:58:00.001+01:002019-11-24T19:59:39.789+01:00Recensione: "Isola di Neve" di Valentina d'Urbano <span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tengo molto a questa recensione perchè ho amato "Isola di neve". La storia mi ha accompagnato ovunque, onnipresente nei miei pensieri. I personaggi si sono materializzati ed ho seguito pagina dopo pagina, con tante emozioni il dispiegarsi delle loro vite.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' il secondo libro che leggo della d'Urbano, il primo è stato "Acquanera" e non mi ha deluso anzi ho rafforzato l'ammirazione verso questa giovane scrittrice romana che sa costruire delle storie cinematografiche, con una scrittura che cattura dalla prima all'ultima pagina.</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg91Xmh8HeAbMMTBzzMzyPBXZ7shSLujckaVYf3AYBUDZrw6NnR0bqjXs0g1MZbmvyQXJi9mCPZRNDl6nBufqhCOwOfIQ689oePnP8qRn_J8jedRNc5WP-OsWKGbO_Zihyphenhyphen-SoWkQb_F-rQ/s1600/IMG_20191124_085713.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Con i fili tra le mani" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1251" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg91Xmh8HeAbMMTBzzMzyPBXZ7shSLujckaVYf3AYBUDZrw6NnR0bqjXs0g1MZbmvyQXJi9mCPZRNDl6nBufqhCOwOfIQ689oePnP8qRn_J8jedRNc5WP-OsWKGbO_Zihyphenhyphen-SoWkQb_F-rQ/s400/IMG_20191124_085713.jpg" title="Recensione " width="312" /></a></div>
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<a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/isola-di-neve-romanzo/RMB0888716" target="_blank"><br /></a>
<a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/isola-di-neve-romanzo/RMB0888716" target="_blank"><u><i><b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La trama qui</span></b></i></u></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
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<u><b><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scelta del libro:</span></i></b></u><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho scelto un secondo libro della d'Urbano perchè avevo bisogno di una storia che mi facesse sognare </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">sulla scia del penultimo libro libro letto "La casa delle Farfalle</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">" di Silvia Montemurro.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<u><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b>Il mio punto di lettura:</b></i></span></u><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gli elementi che compongono il romanzo sono tantissimi e faccio fatica a mettere in ordine le idee per rendere una recensione che sia il più fedele possibile al mio pensiero.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia è ambientata su due isole gemelle nel Tirreno: l'</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">sola
di Novembre e quella di Santa Brigida. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La prima è aspra, dura, sferzata dal vento dove la vita si misura
costantemente con gli elementi della Natura con il mare, da cui gli
isolani traggono il sostentamento attraverso la pesca. Gli abitanti adattati alla vita sull'isola sono segnati sia nel fisico, invecchiati prima del tempo, con la pelle scura trasformata dal sole e dal mare sia nello spirito, sono essi stessi induriti, chiusi, a tratti feroci. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'isola di Santa Brigida, davanti a Novembre, è interamente occupata da un imponente carcere che disegna i contorni, le forme e da l'essenza stessa all'isola. La prigione accoglierà un ultimo detenuto, Andreas, e poi sarà dismessa lasciando l'isola vuota, diventerà "un mostro dalle finestre buie" inglobata nella vegetazione, assaltata dal mare, in decadimento.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le vicende sono narrate in due archi temporali distanti. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il 1952 in cui troviamo Neve e Andreas ed il 2004 con Edith e Manuel.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scrittrice è bravissima a raccontare le due storie contemporaneamente alternando i capitoli, senza togliere nulla all'una o all'altra, dando il giusto spazio ad entrambre. Due storie parallele dove i quattro protagonisti seppur lontani nel tempo e nello spazio sono legati tra di loro ed il lettore piano piano tesserà la trama di questi legami.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><b></b><i><b></b></i></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Neve, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">diciassette anni chiamata così da tutti, </span></span></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">soprannominata Tempesta da Andreas,</span></span></span> il cui vero nome sarà svelato alla fine </span></span> e Andreas, ventotto anni, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">un violinista tedesco dal talento eccezionale che suona il violino nelle lunghe notti che trascorrerà nella cella, sono i protagonisti della</span></span> storia che si dipana dall'aprile del 1952, quando Andreas arriva sull'isola di Santa Brigida come prigioniero, all'ottobre dello stesso anno quando viene trasferito a Roma e poi Dresda perchè il carcere è in dismissione.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La d'Urbano ci racconta la tenacia e la determinazione di Neve,</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> nel voler vedere, conoscere, capire il detenuto così diverso dagli uomini che le sono intorno e che vivono sull'isola. La prigione, le sbarre, l'isola di Santa Brigida raggiungibile solo attraverso la barca, la ferocia del padre, i pregiudizi degli isolani su Andreas, non la fermano. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ci racconta i modi galanti e l'attenzione di Andreas verso questa ragazza, che non conosce ma che osserva con sguardo attento e ascolta con attenzione. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Andreas e Neve sono i personaggi che ho amato di più. Lui per l'essenza romantica e decandente, lei per lo spirito indomito e libero.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La determinazione è un tema che emerge forte, attraverso le figure femminili, che ho ritrovato nel personaggio di Edith, violinista tedesca di Dresda, che si reca sull'isola di Novembre nell'ottobre del 2004 per ricostruire la storia di Andreas e soprattutto per capire il mistero del violino di Andreas che non è tornato indietro a Dresda e che quindi, presumibilmente, non si è spostato da Santa Brigida. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edith sull'isola conosce Manuel, arrivato nella casa dei nonni perchè scappato da un evento drammatico, ed insieme inizieranno le ricerche con non poca riluattanza da parte di Manuel. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edith, come Neve, non si lascia intimorire dall'isola, dal carcere, dal mare, dagli abitanti ermetici, dallo stesso Manuel e va dritta per la sua strada:</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><span style="font-size: small;">"<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Se stai pensando che contavo su di te, sbagli. Io qui ci sono venuta da sola. Sapevo che avrei dovuto adattarmi a fare cose nuove. Tu pensa agli affari tuoi, io imparo quello che c'è da imparare per conto mio. Meglio da sola che con gente che non fa altro che trattarmi male, dalla mattina alla sera</i>.</span>"</span></span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scrittrice accomuna i quattro personaggi attraverso alcune piccoli dettagli.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edith e Neve sono donne determinate, forti, pronte ad accogliere senza pregiudizi.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Manuel e Andreas sono personaggi inizialmente ambigui, con un mistero da svelare, una storia passata da comprendere.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tutti e quattro hanno tratti somatici simili, nordici, la stessa Neve, nata e cresciuta sull'isola ha lunghi capelli biondi che la distinguono completamente da tutti gli altri isolani, come se l'autrice avesse voluto distinguerli, renderli diversi perchè destinati ad affrontare l'oscurità che li circonda e le proprie paure.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il mistero è un elemento sempre presente che la d'Urbano sa utilizzare magistralmente. In entrambi i romanzi letti si viene attratti dal bisogno di capire, di svelare i segreti e qui, in particolare l'ambienazione dell'isola con il carcere decadente, il violino di cui si sono perse le tracce, la musica suonata durante le notti insonni di Andreas, contribuiscono ad amplificare l'effetto nebuloso e misterioso.</span> </span><br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo per lasciarsi cullare e trasportare dalla musica di Andreas nel buio della sua cella e scoprire la bellezza che c'è oltre il buio.</span><br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-21761423450844953612019-11-14T15:45:00.001+01:002019-11-14T15:45:10.251+01:00Recensione: "La casa delle farfalle" di Silvia Montemurro<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Sarai una farfalla bellissima, dolce e delicata. Il tuo volo sarà breve, ma intenso. Toccherai terra solo una volta, per generare la vita. Come fanno le farfalle. E soffrirai, quando dovrai lasciare la crisalide. Come facciamo tutti."</span></i><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-DyMRf2yowPg/XcwTPGNU2ZI/AAAAAAAAERM/BCk78dU8YbcE1QHcjbexJ-_2ta3fGiSDACLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20191018_175116.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="conifilitralemani" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-DyMRf2yowPg/XcwTPGNU2ZI/AAAAAAAAERM/BCk78dU8YbcE1QHcjbexJ-_2ta3fGiSDACLcBGAsYHQ/s400/IMG_20191018_175116.jpg" title="Recensione " width="300" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><u><i>La trama qui:</i></u></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="color: #202020;">Anita ha trent'anni e insegna biologia all'Università di Colonia. Non ama gli aerei e soffre di vertigini, ma non saprebbe spiegarne il motivo. Quando la sua vita viene sconvolta da un tragico evento, in crisi lascia Hans, il suo compagno, per tornare nei luoghi dov'è cresciuta - in treno naturalmente. Lì, sul lago di Como, è decisa a ritrovare se stessa. Mentre passeggia cullata dallo sciabordio delle onde, incontra una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa. Si chiama Yoko e, proprio come lei, è segnata da una ferita difficile da rimarginare. Presto Anita, leggendo il diario della nonna Lucrezia, scoprirà di essere legata a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni, che unisce le loro famiglie. Tutto ha origine nel 1943, quando la casa di Lucrezia, la villa delle Farfalle, viene occupata da alcuni ufficiali tedeschi. Tra lei e Will, uno degli ufficiali, nasce un sentimento dirompente, ma la guerra sembra ostacolarli...</span> </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><u><i>Cosa ne penso:</i></u></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><u><i><br /></i></u></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La storia scritta dalla Montemurro è ricca: piena di eventi; di segreti, che vengono svelati uno dopo l'altro fino alle ultime pagine; di figure femminili importanti ognuna con il suo vissuto ed il suo passato e tutte intrecciate tra loro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La struttura del romanzo mi ha ricordato molto i libri di Cristina Caboni (<i>"La custode del miele e delle api", "Il giardino dei fiori segreti"</i>): all'inizio di ogni capitolo viene inserito il nome di una farfalla spiegandone i caratteri e lasciando un consiglio di vita per tutti. La cosa mi ha incuriosito e mi ha spinto a cercare le immagini di queste farfalle, così ben descritte in poche righe, e quando un libro mi incuriosisce ed apre le mie ricerche per me è sempre positivo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La Montemurro, soprattutto dalla metà in poi, non lascia respiro al lettore che viene investito dalle confessioni dei personaggi permettendogli di ricostruire gli eventi. Eventi che sono ambientati in due periodi temporali diversi: </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">il passato </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(dal 1943 in piena guerra fino al 1966)</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> di Lucrezia madre di Margherita, Will, Alfonso,</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Yukari madre di Cho; </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">il presente (2014) di Margherita e della figlia Anita nipote di Lucrezia, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Yoko, figlia di Cho, nipote di Yukari</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tutto parte nel 1943 durante la seconda guerra mondiale nella <i>"Villa delle farfalle"</i> dove ritroviamo Lucrezia, che vive nella villa, Will un ufficiale tedesco che ha la base militare nella villa</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> e Yukari una bambina giapponese portata da Will nella villa dopo essere stata salvata da una tragedia familiare.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questi tre personaggi così lontani per nascita, cultura e nazionalità si ritrovano nella villa nel periodo della guerra, le loro tre vite si intrecciano dando il via alla storia ed agli eventi che si ripercuotono, fino al presente, nella vita di Anita e nella vita di Yoko. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La villa ed il farfallario sono i due elementi presenti costantemente nel racconto: la villa accoglie, ascolta, custodisce </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> tutti i segreti ed a volte sembra vivere di vita propria; il farfallario luogo della calma, della salvezza, della rigenerazione.</span><br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-DyMRf2yowPg/XcwTPGNU2ZI/AAAAAAAAERM/BCk78dU8YbcE1QHcjbexJ-_2ta3fGiSDACLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20191018_175116.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="conifilitralemani" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-DyMRf2yowPg/XcwTPGNU2ZI/AAAAAAAAERM/BCk78dU8YbcE1QHcjbexJ-_2ta3fGiSDACLcBGAsYHQ/s400/IMG_20191018_175116.jpg" title="Recensione " width="300" /></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho trovato il tutto </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> ben organizzato</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> ed anche i personaggi ben caratterizzati. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho provato sentimenti alterni ed invertiti verso </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> i personaggi femminili più antichi </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> di Lucrezia e Yukari. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">All'inizio ho provato tenerezza e ammirazione per la cura e l'attenzione, quasi materna, che Lucrezia </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> mette nel custodire ed educare la giovane giapponese Yukari, mentre ho provato un risentimento forte verso il modo di comportarsi di Yukari.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Andando avanti con la storia ho provato l'inverso dei sentimenti: tenerezza e pena per Yukari, per come viene isolata, rifiutata da Lucrezia e quasi odio per Lucrezia. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da spartiacque ai diversi comportamenti delle protagoniste un evento che segna entrambe e la loro relazione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il romanzo tiene sullo sfondo i temi della violenza e dell'amore nel periodo della seconda guerra mondiale, in primo piano rimangono le storie delle donne: tre generazioni di donne Angelica, Margherita, Anita e Yukari, Cho e Yoko.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scrittura della Montemurro è leggera, scorre velocemente sotto gli occhi ed il libro si fa leggere da solo, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> complice la voglia di scoprire l'intreccio ed i segreti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi è però mancato qualcosa, non so dire cosa, forse troppi eventi e misteri da svelare e nella fretta di leggere per rimettere a posto i tasselli mi è mancata l'attenzione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Forse nel turbinio degli eventi l'autrice si è persa i dettagli, quelli che per me fanno la differenza di un testo dall'altro. Ma è un mio personale "punto di lettura".</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E' un libro che comunque consiglierei a chi vuole immergersi in una storia come in un film. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-15142888490091984652019-10-28T10:31:00.001+01:002019-10-28T10:31:52.344+01:00Rubrica: Ci provo con ... " Chilografia" di Domitilla Pirro<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nuovo appuntamento con </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">la rubrica a cadenza me</span>nsile <b>"Ci provo con..." </b>ideata da Chiara del blog <a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">"La lettrice sulle nuvole"</a> in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.</span><br />
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Avevo letto una recensione di Chilografia nel blog di </span><a href="https://www.lalettricegeniale.it/" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">La lettrice geniale </a><span style="font-family: verdana, sans-serif;">e avevo messo il libro nella lista dei "da leggere" in Goodreads ed ecco che la rubrica mi ha dato l'occasione per avvicinarmi ad un'autrice che non conoscevo e ad un tema "ingombrante" come quello che ci viene proposto nelle 202 pagine.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una storia che a fine lettura suggerisco solo a persone con stomaci forti.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Poi c'è una parola che è corpo ma si comporta da cosa. Palma.</span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Palma era: una bambina di undici anni, otto mesi e nove giorni, felice di cominciare le vacanze di Natale, figlia di Sauro e sorella di Clara...</span><br />
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Palma è: l'immobilità dei sassi di fiume, la durezza precaria di un gheriglio, la friabilità delle ossa vecchie, la vuota compostezza della lettera O. Accucciata ai piedi dei gradini con le mani sulle orecchie e gli occhi molto aperti.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></span></div>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-6zSZEh10zzk/XbLkrAY73vI/AAAAAAAAEFI/skeZ7DHro2UP8j-BkDrTo_r33-XYzn_3QCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20191018_175143.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1119" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-6zSZEh10zzk/XbLkrAY73vI/AAAAAAAAEFI/skeZ7DHro2UP8j-BkDrTo_r33-XYzn_3QCLcBGAsYHQ/s400/IMG_20191018_175143.jpg" width="278" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<br />
<i><u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Trama</span></u></i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questa è una storia fatta di chili: la storia di Palma, che cresce in
una normalissima famiglia disfunzionale, tra una madre volubile, un
padre lontano e una sorella fin troppo perfetta. Palma mangia, e nel suo
turbolento percorso di formazione, in cui scorrono trent'anni di Roma e
d'Italia, trova in un videogioco la via d'uscita dall'incubo delle
relazioni, del giudizio, del peso. Attraverso il gioco scopre le
chatroom: lì conosce Angelo, un ragazzo con la passione per le donne
grasse, con cui inizia una storia vera e al quale ha il coraggio e la
gioia di mostrarsi per come è. Ma non è facile distinguere l'amore
dall'ossessione, e presto il rapporto con Angelo arriverà a farsi
vessatorio. Palma saprà risolverlo a modo suo, mettendoci il cuore.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><u><br /></u></span></i>
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><u>Cosa ne penso</u></span></i></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Protagonista
di "Chilografia" è Palma o Palla, come viene ribattezzata dagli altri, ed i
suoi chili. Il romanzo narra la sua storia dalla nascita violenta e
prematura, provocata da un placenta previa, che la porta nel mondo con
un peso inferiore alla norma, 1,8 chili, fino all'epilogo finale,
inverosimile e nello stesso tempo reale e tangibile grazie alla scrittura della Pirro.</span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Leggere Chilografia è come fare un percorso, un cammino accanto a Palma senza avere la possibilità di toccarla, fermarla, gridarle "basta" perché la voglia di scrollare Palma, di abbracciarla l'ho sentita forte diverse volte durante la lettura mentre l'unica cosa che ho potuto fare è stato andare avanti e avanti fino all'ultima pagina. </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I capitoli sono brevi, concentrati. In ognuno viene raccontato un evento nella vita di Palma: la sua nascita, l'inizio della scuola, la separazione dei genitori, la morte del nonno, la cresima, la laurea, il tempo degli approcci nelle prime chat e ancora il matrimonio della sorella e l'incontro con l'amore, Angelo:</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Palma era una bestiola che doveva essere governata, perché c'era qualcuno finalmente che si occupava di lei e decideva cos'era che le faceva bene. Angelo questo lo spiegava in modo molto chiaro.</span></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Palma ed il cibo. Palma che prende peso, schiacciata dall'anaffettività di una madre troppo concentrata sulla propria felicità, che fin da subito ci mostra come il cibo possa diventare il surrogato di tutto quello che non sappiamo donare in affetto, protezione ed attenzione.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Schiacciata dall'anaffettività della sorella, Clara, che descrive così l'arrivo di Palma:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Lei l'altra, il pezzo forte per l'appunto, ora sputazzante tra le braccia della madre; lei Palma, che detta così sembrava una piccola pianta ed invece era una piccola sorella, una piccola biglia di ciccia e bava e pochi denti, pochissimi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Clara che sarà il modello, tanto odiato, costantemente presente nella vita di Palma, giorno dopo giorno. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Schiacciata dall'anaffettività di un padre che dopo la separazione, fortemente sentita da Palma, lo avrebbe voluto vicino, sparisce.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Schiacciata infine da un amore malato quello di Angelo che la porterà a far arrivare l'ago della bilancia fino al nr 147.</span></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il cibo è il filo conduttore di tutto il libro. Cibo, cucina, frigo, dispensa tutto questo è meglio di quello che circonda Palma fin da piccola. Il cibo e la solitudine di Palma, il suo non riconoscersi come persona, il percorso autodistruttivo, tutto questo viene raccontato con una scrittura brillante.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se da un lato finire il libro, soprattutto nelle ultime pagine, mi è costato una vera fatica fisica per le emozioni forti, viscerali che ho vissuto, dall'altro la scrittura della Pirro mi ha folgorato.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Capitoli brevi, frasi telegrafiche una dopo l'altra, descrizioni concise. Ogni parola è essenziale e necessaria per rendere la carica emotiva che raggiunge l'apice nel finale, come un pugno nello stomaco.</span></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una nota per l'utilizzo del "romano" nei dialoghi. Il romano scritto e letto, per me che sono romana, mi ha avvicinato di più ai personaggi ma nello stesso tempo ha reso alcuni passaggi ancora più sguaiati, decadenti.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: left;">Ed un'ultimissima nota alla veste grafica, che ho trovato geniale. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: left;">I capitoli sono numerati con il numero segnato dall'ago della bilancia di Palma nel momento in cui viene raccontata. E così abbiamo il capitolo 1,869, il capitolo 19, il capitolo 37, e via via fino ad arrivare al 147.</span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una vera e propria chilografia: una vita espressa in chili.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A seguire il banner creato da </span><a href="http://lemieossessionilibrose.blogspot.com/" style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: justify;" target="_blank"> Dolci Carloni</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;">che ringrazio ed a seguire i blog che questa mese partecipano alla rubrica, andate a dare uno sguardo</span><br />
<div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;"><br /></span></div>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-4zPPoGZHGWE/XbLmGctSqKI/AAAAAAAAEFU/T-MOm20U3LIdq0uI6GSHEOLefWJZAriGgCLcBGAsYHQ/s1600/FB_IMG_1572005168249.jpg" style="font-family: "Times New Roman"; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1080" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-4zPPoGZHGWE/XbLmGctSqKI/AAAAAAAAEFU/T-MOm20U3LIdq0uI6GSHEOLefWJZAriGgCLcBGAsYHQ/s400/FB_IMG_1572005168249.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://labibliotecadellibraio.blogspot.com/" target="_blank">La biblioteca del libraio</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">La lettrice sulle nuvole</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://lettureapois.blogspot.com/" target="_blank">Letture a pois</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://librialcaffe.blogspot.com/" target="_blank">Libri al caffè</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://madefrombooks.org/" target="_blank">Made for books</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-12622950256739391452019-10-13T16:25:00.000+02:002019-10-13T12:50:34.383+02:00Recensione: "Fuoco al cielo" Viola di Grado <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro potente, forte, visionario, un pugno allo stomaco che fa male ma che ci sveglia portandoci a cercare gli accadimenti, i motivi, le ragioni nella storia non troppo lontana da noi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">" Lui si pulisce e finisce di preparare la valigia e se ne va, la porta si chiude, lei torna in cucina, prende il coltello da terra, basta un colpo secco, basta poco per togliersi di mezzo, fallo e basta, ma poi sente di nuovo quel suono, un sibilo, come un grido nelle ossa, come qualcosa che ancora chiede ascolto, e decide di restare viva, viva almeno un po', viva come adesso, cervello e battito cardiaco, basta questo per restare al mondo."</span></i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-dvM6w4e85Og/XZnzIwL86qI/AAAAAAAAED8/wC_C2Hq6OsoZdYu6HZE1iBwSNJMAT62UQCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20191006_135143.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-dvM6w4e85Og/XZnzIwL86qI/AAAAAAAAED8/wC_C2Hq6OsoZdYu6HZE1iBwSNJMAT62UQCLcBGAsYHQ/s400/IMG_20191006_135143.jpg" width="300" /></a></div>
<br />
<br />
<b><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La trama </span></i></b><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Tamara e Vladimir vivono a Musljumovo, remoto villaggio al confine con la Siberia, tra caseggiati in rovina e fabbriche abbandonate. Vivono in un’area geografica per decenni assente dalle mappe: quella della “città segreta”, luogo sinistro da cui era vietato uscire e comunicare con l’esterno, responsabile negli anni ’50 e ’60 di ben tre catastrofi nucleari. Vladimir, infermiere di buona famiglia, è arrivato da Mosca, scegliendo di prendersi cura di chi non ha niente, delle persone dimenticate dal mondo. Tamara, insegnante, è invece nata e cresciuta nel villaggio, e abituata a pensare che ogni cosa sia destinata a contaminarsi e guastarsi velocemente. Incontrandosi, i due vengono sorpresi da una passione totalizzante che si appropria di ogni pensiero, e accende un bagliore salvifico persino lì, nel luogo più radioattivo del pianeta, in mezzo ai resti di una natura satura di veleno. Questo sentimento così tenace, che sembra schermarli dalle insidie del reale, li rafforza e li divora al tempo stesso, finché un evento prodigioso arriverà a sconvolgere le loro vite e le loro certezze.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Ispirato a un fatto di cronaca che ha disorientato il mondo, Fuoco al cielo racconta del male ubiquo che appartiene alla Storia ma che si rintana anche all'interno di ogni amore assoluto: perché la “città segreta” non è solo un luogo reale di distruzione e segregazione, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni relazione, dove i confini tra il sé e l'altro si confondono e può bastare una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo</span></div>
<b><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></b>
<b><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scelta del libro</span></i></b><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Come quasi tutti gli ultimi libri che ho letto anche questo fa parte dei 6 libri, sezione narrativa, che partecipano al premio delle <a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" target="_blank">"Biblioteche di Roma" </a>2019.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i><br /></i></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>Cosa ne penso</i></b></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Viola di Grado lo dice subito, nelle prime pagine: <i>"cervello e battito cardiaco, basta questo per restare al mondo" </i>perché il romanzo può essere letto come un inno alla Vita nonostante tutto. Un inno alla Vita anche quando questa viene negata ed uccisa, perché se la tua identità viene violata, se la tua storia viene cancellata, se intorno a te la morte vive a braccetto con gli uomini allora se hai ancora un cervello ed un battito cardiaco sei fortunato, sei vivo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oppure un inno alla morte, una morte decisa deliberatamente, consapevolmente dai pochi che nel mondo decidono le sorti dei molti, senza coscienza, senza memoria storica. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Protagonisti di questo romanzo sono Tamara, Vladimir ed il loro amore. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un amore malato che nasce e cresce nella <i>"città segreta", </i>un luogo di cui non conoscevo l'esistenza prima di questa lettura. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La città segreta o chiusa di cui ci parla Viola di Grado è Musljumovo, una delle tante città segrete esistenti in Russia create nel periodo della guerra fredda. In questo territorio, che è ancora oggi uno dei luoghi più inquinati al mondo, sorgevano ben cinque reattori nucleari all'uranio moderati a grafite, destinati alla produzione di plutonio. </span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>La città segreta era recintata, come le fortificazioni medioevali che mettevano al riparo dai nemici. Ma il nemico era lì dentro, in quelle strade, erano cesio e stronzio e plutonio, polveri invisibili che saturavano l'aria, ammorbavano i fiori, si accasavano nei polmoni. Dentro la città segreta c'erano quasi tutti i materiali nucleari della Russia. </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Un tesoro di morte custodito in silenzio"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In quest'area ci furono tre disastri nucleari. Il più violento fu quello del 29 settembre 1959 e da qui, da questa data ed in questi luoghi si svolge il racconto di </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Fuoco al cielo il cui titolo è per l'appunto la d</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">escrizione di ciò che videro i cittadini subito dopo l'esplosione: </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">"il cielo luccicava oltre la finestra chiusa. Verde acido, verde scuro, indaco, verde prato sbiadito. Un arcobaleno sinistro aveva acceso la notte. Il verde era dappertutto. Aumentava, pulsava, come se il cielo si fosse fatto più vivo e sofferente." </i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tamara è nata e cresciuta nella città segreta, Musljumovoun villaggio di contadini, un luogo dove le persone più povere e quindi deboli venivano portate e pagate, con un sussidio statale, per restare, per non parlare, per dimenticare la loro identità e diventare numeri. Un luogo in cui si entrava e si usciva solo con un pass ma in cui non era possibile entrare. Un luogo dove uomini, donne, bambini avevano ed hanno un: </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">"DNA marcio, un albero che ha succhiato plutonio"</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Vladimir invece è un infermiere</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> benestante che decide di andare a Musljumovoun per aiutare, perché buono. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Ed era buono perché non era povero.</i> </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando hai soldi puoi curarti di cose come l'anima o il giardino"</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I due si incontrano in una mensa e si innamorano, di un amore forte, potente, esplosivo e malato come malato è il luogo in cui vivono, il cibo che mangiano, l'aria che respirano. Tutto intorno a loro è contaminato, decadente, usurato, consumato, destinato a morire, il paesaggio naturale, la foresta, il fiume, la natura malata nella sua bellezza che è come un quadro in un museo che non si può toccare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-utKQX_YV3dQ/XaJDXpm0GpI/AAAAAAAAEEU/X1Ix8VqaBc0Z5v-FMpLd-ZZtLr6hOSyuACLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20191006_135143.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-utKQX_YV3dQ/XaJDXpm0GpI/AAAAAAAAEEU/X1Ix8VqaBc0Z5v-FMpLd-ZZtLr6hOSyuACLcBGAsYHQ/s400/IMG_20191006_135143.jpg" width="300" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un amore fisico che solo così sembra potersi affermare perché l</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">'unico modo, che Vladimir e Tamara hanno per esistere è viversi attraverso il corpo, usandolo anche in modo violento, consumandolo, violandolo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Durante la lettura ho sentito molto forte la fisicità del libro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro fisico lo definisco dove attraverso il corpo si afferma la Vita: cuore, polmoni, sesso, come se nella città segreta fosse possibile esistere solo così. Vietato sentire le emozioni, vietato farsi domande, vietato rispondere alle domande, <i>"rispondere alle domande rendeva quei corpi persone" </i>vietato dare un'identità, vietato amare, sognare, credere nei sogni. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E nello stesso tempo attraverso il corpo si vedono i segni del male ubiquo</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">: </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">"diabete, paralisi, ossa fragili e cuori invasati. Gambe molli, bolle sulle guance, polmoni grigi guasti".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tamara e Vladimir sono i simboli della Vita malata vissuta nella "città segreta".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I due protagonisti vivono in questa realtà malata, in un amore vuoto, fino a quando un evento impensabile, incredibile, un dono inatteso entra nelle loro vite.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un evento che porterà Tamara a credere ancora in quel Dio che ha dimenticato la sua terra, che la porterà a ripetere costantemente come un mantra: "<i>andrà bene, andrà tutto bene; tutto bene" </i>ed in questa ultima parte ho trovato la parte più visionaria della scrittrice</span><br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Viola di Grado ha una scrittura asciutta, diretta, immediata che raggiunge il lettore quasi "violentandolo". Ogni cosa è narrata senza abbellimenti, senza fronzoli senza fare sconti. Il lettore viene inchiodato davanti all'abominio umano e non si può tirare indietro bisogna continuare a leggere ad andare avanti per sapere dove, quando e se finirà. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro che ci tira fuori dalla nostra zona comfort, che non permette di chiudere gli occhi per credere che non è accaduto, che costringe il lettore a farsi domande ed a cercare risposte. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-20163024426928837142019-10-06T15:49:00.002+02:002019-10-06T15:50:28.730+02:00Recensione: "Il fruscio dell'erba selvaggia" di G. Munforte<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La recensione di questo libro sarà breve e laconica, come è stata la lettura: vuota. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-O-tzolyV2Sk/XZitxmvFr0I/AAAAAAAAEDk/KHPfxyLdCoIXPXutcLNYyreLqYivK3WkQCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20190915_115126.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="941" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-O-tzolyV2Sk/XZitxmvFr0I/AAAAAAAAEDk/KHPfxyLdCoIXPXutcLNYyreLqYivK3WkQCLcBGAsYHQ/s400/IMG_20190915_115126.jpg" width="235" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div aria-hidden="false" style="background-color: white; text-align: justify;">
<div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif; font-size: 13px;">
<b><br /></b>
</div>
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;"><b><i>La trama</i></b></span></span><br />
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;"><b><br /></b></span></span>
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;">Romanzo dalla struttura inedita, composto da sequenze narrative che si intrecciano e risolvono, alla fine, in un quadro unitario, "Il fruscio dell'erba selvaggia" - il titolo viene da un verso di Evtushenko - tesse i destini di personaggi che, sullo sfondo di una Milano periferica, cupa e malinconica, vivono un'esistenza in cui innocenza e crimine, onore e vergogna, redenzione e autodistruzione si rovesciano continuamente, come guanti di cui è impossibile distinguere il diritto e il rovescio. Nella prima parte, intitolata "Nero uno", il suicidio dell'amato zio - un uomo che, dopo aver abbandonato moglie e figli, viveva ai margini della legge nel quartiere della Bovisa degli anni Sessanta - turba al tal punto il narratore da spingerlo a indagare sulla sua vita. La scoperta di un insospettabile alter-ego dello zio lo segnerà profondamente, portandolo a una scelta decisiva per il suo futuro. La seconda parte, "Nero due", è il fulcro del romanzo. La scena si sposta in un ospedale degli anni Novanta in cui un ragazzo fraternizza con un uomo che genera in lui curiosità e fascinazione. </span></span><br />
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;"><br /></span></span>
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;">Questi gli racconta la sua vita prima di orfano cresciuto dai frati, poi di criminale; di lí a pochi mesi lo trascinerà in una vicenda nella quale il ragazzo, in nome dell'amicizia nata in corsia, metterà a rischio la propria vita. In "Nero tre" il romanzo giunge al suo epilogo, offrendo i tasselli esplicativi dell'intera narrazione. L'originale disposizione narrativa scelta da Munforte alimenta il forte senso di inquietudine che pervade questo romanzo che, al pari di un dipinto di Hopper, intreccia la solitudine umana alla metafisica del paesaggio. Con una scrittura capace di farsi concitata nei momenti di tensione, e lirica e poetica in quelli di introspezione psicologica, "Il fruscio dell'erba selvaggia" mostra una galleria di personaggi indimenticabili - le ambigue figure dello zio e del frate e quella del giovane segnato da un destino inaggirabile di violenza ed emarginazione - in cui la vita si offre nell'assoluta contingenza delle scelte e nell'irrisolvibilità del suo mistero.</span></span><br />
<span style="color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px;"><b><br /></b></span></span>
<br />
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif; font-size: 13px;">
<br /></div>
</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<b><i>La scelta del libro</i></b></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Anche questo libro è stato scelto tra i sei in lizza per il <a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" target="_blank">"Premio biblioteche di Roma"</a> 2019, sezione narrativa, ma questa volta non sono stata fortunata.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><i>Cosa ne penso</i></b></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Comincio subito col dire che il breve romanzo, 144 pagine, non mi è piaciuto.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Le uniche note positive che mi hanno permesso di completare la lettura sono state: la brevità del romanzo e la scrittura chiara, diretta, sia nei dialoghi che nelle descrizioni. In questo Munforte ha delle potenzialità che non sono bastate per sollevare il romanzo.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<br /></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Per tutto il resto, a mio avviso, il testo rimane incompiuto e carente. Non mi è piaciuta la storia, non mi è piaciuta la costruzione, non mi ha lasciato nulla, solo la sensazione di aver perso tempo che avrei potuto dedicare ad altro.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Soprattutto la costruzione narrativa, che dovrebbe fare la differenza e l'originalità, non mi ha convinto, anzi genera confusione. Il lettore per rimettere a posto i pezzi ed avere il puzzle completo deve tornare indietro e avanti e poi di nuovo indietro e nonostante questo io non sono riuscita a tirare i fili della storia per annodarli in una fine compiuta.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<br /></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Non è un giallo, non è un thriller, non è un poliziesco è uno spaccato, non riuscito, di un'umanità in declino, di un ambiente che contribuisce a questo declino ma che alla fine non trova una sua evoluzione e quindi non affronta neanche i temi decantati nella sinossi.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Un solo tema emerge con forza: il rapporto anzi il non rapporto con la fede, una fede che non ha spazio nello spaccato descritto da Munforte, un Dio che viene ucciso dalle azioni e dai pensieri dei personaggi.</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Chiusa l'ultima pagina ho tirato un sospiro di sollievo per essermi liberata del "Fruscio dell'erba selvaggia".</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<br /></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<br /></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
Allego il link dell'incontro che c'e stato tra l'autore ed i circoli letterari delle biblioteche di Roma, incontro svoltosi presso la biblioteche "Nelson Mandela" giovedì 03 ottobre 2019:</div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<br /></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif;">
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=X3D_dhQ61t0&t=1519s">https://www.youtube.com/watch?v=X3D_dhQ61t0&t=1519s</a></div>
<div style="color: #202020; font-family: asap, sans-serif; font-size: 13px;">
<br /></div>
</div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-54420613253262270912019-09-28T09:50:00.000+02:002019-09-28T16:06:09.352+02:00Recensione: "Il meraviglioso viaggio delle piante" S. Mancuso<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Eccoci per la rubrica a cadenza mensile "Ci provo con..." ideata da Chiara del blog <a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">"La lettrice sulle nuvole"</a> in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: verdana, sans-serif; font-size: 14.85px; text-align: start;"><span style="color: purple;"><br /></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-WM5dXAYOhhU/XY4Iop8CQWI/AAAAAAAAECI/umcwQXQEBCQStpADcJ56_tHID9pPNReuACLcBGAsYHQ/s1600/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="753" data-original-width="1244" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-WM5dXAYOhhU/XY4Iop8CQWI/AAAAAAAAECI/umcwQXQEBCQStpADcJ56_tHID9pPNReuACLcBGAsYHQ/s400/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: verdana, sans-serif; font-size: 14.85px; text-align: start;"><span style="color: purple;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro di cui vi parlo questa volta, che definisco un piccolo scrigno, è un saggio di Stefano Mancuso, neurobiologo di fama mondiale. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Bo6iQ9I4X0U/XTy_vMlvy1I/AAAAAAAADtM/JsbqHqb0NyMXhCB4L5XfliKAFazR9MjNwCLcBGAs/s1600/IMG_20190727_231620.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1070" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Bo6iQ9I4X0U/XTy_vMlvy1I/AAAAAAAADtM/JsbqHqb0NyMXhCB4L5XfliKAFazR9MjNwCLcBGAs/s400/IMG_20190727_231620.jpg" width="267" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>La scelta del libro: </i></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro partecipa, per la sezione saggistica, al premio </span><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">biblioteche di Roma </a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> e visto che era l'unico, dei 12 in lizza per il premio, disponibile nella mia biblioteca <a href="https://www.bibliotechediroma.it/" target="_blank">"Franco Basaglia" </a>l'ho preso in prestito senza tanta convinzione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'impossibilità di scegliere è stata in questo caso la mia fortuna.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<b><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cosa ne penso:</span></i></b><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mancuso utilizza un linguaggio semplice, chiaro fruibile da tutti e questo è stato un elemento che ho molto apprezzato perché se fosse stato un saggio troppo scientifico credo che non sarei arrivata neanche alla metà.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho parlato di scrigno perché pagina dopo pagina ci viene offerta una descrizione dell'intelligenza delle piante che ha dell'incredibile. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mancuso lo dice chiaro senza mezzi termini:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ciò che conosciamo delle piante è molto poco e, spesso, questo poco è sbagliato."</i></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Attraverso i 6 capitoli ci vengono offerte le strategie, le tecniche, i mezzi con cui il mondo vegetale sopravvive ai cambiamenti dell'ambiente, si diffonde colonizzando nuove terre, resiste a situazioni estreme. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Leggere i modi con cui le piante sanno trovare soluzioni mi ha fatto pensare che noi uomini dovremmo imparare da loro mettendoci in uno stato di paziente osservazione e perché no di ammirazione.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono piante <i>"Pionere, reduci e combattenti"</i> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">che riescono a vegetare in quei posti dove l'uomo non può più vivere. Un esempio per tutti: </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cernobyl (1986) è oggi il luogo con la maggiore biodiversità: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"</span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Questo spazio inaccessibile all'uomo è oggi uno dei territori e maggiore biodiversità dell'ex Unione Sovietica. Sembra che l'uomo sia molto più nocivo delle radiazioni. L'esclusione dell'attività umana da queste aree ha infatti creato un'enorme riserva naturale involontaria"</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Hiroshima, qui ci son alberi reduci che sono ancora vivi nel luogo in cui è caduta la bomba atomica. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono piante <i>"Fuggitive, conquistatrici" </i> che colonizzano nuovi mondi, nuove terre in modo inarrestabile attraverso la diffusione dei loro semi per via aerea, via mare, attraverso l'utilizzo degli animali e dello stesso uomo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mancuso prende ad esempio due prodotti che sono diventati simbolo dell'Italia in tutto il mondo: il basilico ed il pomodoro, rispettivamente originari delle zone centrali dell'India e del Messico, che arrivarono in Italia in tempi antichi e che oggi sono italiani DOP. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le piante sono le vere colonizzatrici perché arrivano nei nuovi territori e si ibridano con le piante locali per poter meglio sopravvivere e quindi diffondersi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Come dice Mancuso la vera globalizzazione è delle piante che non conoscono dazi, confini, barriere. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono piante <i> "Capitani coraggiosi" </i>che dedicano ai loro semi delle cure parentali custodendo e conservando i semi all'interno della pianta madre per poterli rilasciare quando ci sono le condizioni favorevoli, come fanno gli animali con la propria prole. Ed i semi a loro vola imparano, nella madre, i cicli di vita (siccità, piogge) per poter poi sopravvivere.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono piante "<i>Viaggiatrici del tempo" </i> i cui semi si sono conservati per secoli nei reperti archeologici o dentro al ghiaccio e che in alcuni casi conservano ancora la vita per poter germinare. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ci sono gli <i>"Alberi solitari"</i> il capitolo che ho trovato più bello, con le storie dei tre alberi solitari sparsi nel mondo (l'albero di Campbel Island, l'acacia di Téneré, l'albero della vita del Bahrein) che hanno dell'incredibile perché vivono e resistono in posti inospitali ed inaccessibili, in condizioni impossibili ma continuano a vivere. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mancuso ci dice: <i>"Nonostante l'albero solitario rappresenti addirittura un topos letterario, simbolo della persona che, malgrado tutto, resiste indomita agli strazi dell'avversa fortuna, come tanti altri dei nostri luoghi comuni si basa su presupposti del tutto sbagliati. Se ci si pensa attentamente, infatti, un albero solitario non dovrebbe esistere. E' un controsenso."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Bellissima e tristissima la storia dell'Acacia di Téneré che mi ha colpito. Sopravvissuta al deserto, nel deserto, p</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">erché le sue radici raggiungevano una falda nel sottosuolo profonda 33- 36 mt, cadde per</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> l'idiozia dell'uomo:</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> u</span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">n camion diretto a Bilma vi finì contro, uccidendo l'Acacia, nonostante avesse abbastanza spazio per evitarla.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #222222;"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-bgAMHrotDlo/XY4OYmHtjaI/AAAAAAAAECU/dWyMeAfSCyoOh58JSggonI5sfDSEoUq2gCLcBGAsYHQ/s1600/ten1-tenere-vecchio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="900" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-bgAMHrotDlo/XY4OYmHtjaI/AAAAAAAAECU/dWyMeAfSCyoOh58JSggonI5sfDSEoUq2gCLcBGAsYHQ/s320/ten1-tenere-vecchio.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Consiglio il saggio di Mancuso a tutti, lo consiglio soprattutto per le scuole, sarebbe una lettura perfetta per stimolare la voglia di conoscere. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Lo consiglio perché ci spinge ad una riflessione forzata sul ruolo distruttivo che ha l'uomo e p</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">erché ci aiuta a guardare il mondo vegetale con altri occhi e quindi con un altro rispetto. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chiudo con una nota sulla grafica del romanzo visto che tra una pagina e l'altra ci sono degli splendidi acquerelli di Grisha Fischer.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Dd_eX1UwCSw/XY4Pxoq_VMI/AAAAAAAAECg/Xz2TmMNuuzAriRENF_AJ0qziNgueCODPQCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20190927_152123.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1562" data-original-width="1267" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Dd_eX1UwCSw/XY4Pxoq_VMI/AAAAAAAAECg/Xz2TmMNuuzAriRENF_AJ0qziNgueCODPQCLcBGAsYHQ/s320/IMG_20190927_152123.jpg" width="259" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-uIIOMht2haM/XY4PyCZiGsI/AAAAAAAAECk/90WI9i6738I2rbCCpLoR-x2Q6yCLdNUuwCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20190927_152157.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1201" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-uIIOMht2haM/XY4PyCZiGsI/AAAAAAAAECk/90WI9i6738I2rbCCpLoR-x2Q6yCLdNUuwCLcBGAsYHQ/s320/IMG_20190927_152157.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 14.85px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 14.85px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 14.85px;">Ed ecco gli altri blog che partecipano alla rubrica andate a curiosare:</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-6cVBBm4NTuY/XY4RCGRr-GI/AAAAAAAAECw/SF9a6hq5KwIiGSM_ZCyJIIj_eqCXso4OQCLcBGAsYHQ/s1600/FB_IMG_1569591532333.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1080" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-6cVBBm4NTuY/XY4RCGRr-GI/AAAAAAAAECw/SF9a6hq5KwIiGSM_ZCyJIIj_eqCXso4OQCLcBGAsYHQ/s400/FB_IMG_1569591532333.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<ul>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://labibliotecadeidesideri.altervista.org/?doing_wp_cron=1569677807.4152929782867431640625" target="_blank">La biblioteca dei desideri</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://labibliotecadellibraio.blogspot.com/" target="_blank">La biblioteca del libraio</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">La lettrice sulle nuvole</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://lemieossessionilibrose.blogspot.com/" target="_blank">Le mie ossessioni librose</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://librintavola.altervista.org/" target="_blank">Librintavola</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://www.nientedipersonale.org/" target="_blank">Niente di personale</a></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://madeforbooks.blogspot.com/" target="_blank">Made for books</a></span></li>
</ul>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
</div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-1236006989070766022019-09-12T06:50:00.001+02:002019-09-12T15:27:37.222+02:00"La Porta" Magda Szabó<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Emerenc non ha bisogno di una vita qualunque. Emerenc ha bisogno della sua vita. Quella che ormai non c'è più"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-XsgQibl8MMs/XXnNQ_TNqdI/AAAAAAAAD-8/haamEEpWMV8MuR1maTOvwQ80ctusK1TGgCLcBGAsYHQ/s1600/41YE4s5yWeL%2B%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-XsgQibl8MMs/XXnNQ_TNqdI/AAAAAAAAD-8/haamEEpWMV8MuR1maTOvwQ80ctusK1TGgCLcBGAsYHQ/s400/41YE4s5yWeL%2B%25281%2529.jpg" width="260" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/la-porta/RMB0724223" target="_blank">La trama</a></b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #202020; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><span style="background-color: white;">È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b>Cosa ne penso </b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><br /></b></i></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Devo subito dire che questa lettura mi ha coinvolto tenendomi attaccata alle pagine. Inizialmente ho fatto fatica perché la scrittrice usa pochissimi dialoghi, tutto quello che i personaggi si dicono viene spesso riassunto come se non si trattasse di un dialogo bensì di une descrizione. Lasciata la titubanza iniziale, che dura qualche pagina, si entra immediatamente in intimità con il libro e non si potrà fare a meno di leggere e leggere per scoprire la storia e dissipare l'alone di mistero che imbriglia il lettore già con la prima confessione della voce narrante:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Nella mia fede non esiste la confessione individuale, noi riconosciamo di essere peccatori per bocca del pastore e di meritare il castigo perché abbiamo infranto in ogni modo possibile i comandamenti. E riceviamo il perdono senza che Dio esiga da noi spiegazioni o particolare. Io invece li fornirò"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La confessione non è altro che la ricostruzione del rapporto complesso tra le due protagoniste: la scrittrice ed Emerenc. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un rapporto fatto </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di attacchi e gentilezze, di incomprensioni, di attenzioni ed allontanamenti di amore mai espressamente dichiarato. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Io stessa ho provato sentimenti ambivalenti per l'una e per l'altra, in modo alternato e mai univoco. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi sono lambiccata il cervello per comprendere il perché di alcuni comportamenti da una parte e dall'altra senza trovare immediatamente risposte. Così mi sono disposta con l'animo in ascolto per cogliere ogni sfumatura che l'autrice ci offre nelle pagine in cui emerge con prepotenza e delicatezza, in un gioco dei contrari, la figura di Emerenc, l'an</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ziana signora, provata dagli eventi, con un segreto da tenere ben nascosto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Emerenc arriva nella grande casa, dove si sono da poco trasferiti la scrittrice ed il marito, per occuparsi di tutte le attività domestiche, oltre a svolgere il lavoro di portierato nel quartiere in cui vive. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La Szabó costruisce con le parole uno splendido ritratto di Emerenc e subito </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">appare chiaro al lettore che questo personaggio è scomodo. Emerenc ci obbliga ad uscire dalla comodità del nostro pensiero per condurci verso un mondo apparentemente incomprensibile ma che si rivelerà fedele a sé stesso, integro ed incredibilmente semplice:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Si prese cura di noi per oltre vent'anni, ma i primi cinque stabilì una distanza di sicurezza che non potevano oltrepassare</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Il mondo di Emerenc ammetteva solo due categorie di uomini, chi maneggia la scopa e chi non lo fa, e da chi non scopa ci si può aspettare di tutto."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Emerenc era nata Mefistofele, negava tutto."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Emerenc, con la fronte perennemente coperta, con il viso liscio come la superficie di un lago, non aveva mai chiesto niente a nessuno, bastava sempre a sé stessa, così si era accollata i pesi degli altri senza mai dire quello che pesava a lei." </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hv35fhztWek/XXnQHWm6U3I/AAAAAAAAD_I/8O42-bWQmmwbR8AQ8c354IGaGFml8c5HQCLcBGAsYHQ/s1600/41YE4s5yWeL%2B%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-hv35fhztWek/XXnQHWm6U3I/AAAAAAAAD_I/8O42-bWQmmwbR8AQ8c354IGaGFml8c5HQCLcBGAsYHQ/s400/41YE4s5yWeL%2B%25281%2529.jpg" width="260" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In questo quadro un ruolo importante hanno gli animali che offrono al lettore una faccia dell'amore di Emerenc. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un cane trovato dalla scrittrice e dal marito in un giorno di neve che Emerenc chiamerà Viola, nonostante sia un maschio. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Viola viene salvata dalla scrittrice, vivrà con lei ma sarà in simbiosi con Emerenc che lo educherà a modo suo. Viola è spesso l'oggetto di discussione tra le due e motivo di gelosia da parte della scrittrice, per la devozione incondizionata di Viola ad Emerenc. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed i gatti ben otto che vivono con Emerenc, la loro salvatrice, custodendo il segreto. </span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Perché Emerenc ha un segreto: non apre a nessuno la porta della sua casa, lo farà solo alla scrittrice, per cui proverà un amore forte, viscerale paragonabile a quello tra una madre ed una figlia e questo amore sarà la causa dell'evento drammatico che le colpirà involontariamente. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il modo di amarsi di entrambe è sempre inconciliabile, mai armonico, ognuna con il proprio bagaglio di vita troppo ingombrante per farle avvicinare, che le tiene emotivamente distanti. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'apertura della porta sarà la dichiarazione d'amore e di totale fiducia di Emerenc e la dichiarazione d'amore della scrittrice che si fa aprire per salvare l'anziana donna, che decide di varcare quella soglia e di entrare nel mondo di Emerenc ma senza averlo prima compreso pienamente. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo gesto che sembra l'unico momento di incontro tra le due sarà anche il punto di non ritorno, una linea immaginaria che divide in due il libro e ci da la chiara portata della splendida scrittura della Szabó. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qOVL9_P7Bkw/XXLH3p9ExbI/AAAAAAAAD9A/9Tw0G9Dkaw4T4x2AJF8g-PgEo-sgDwGLQCLcBGAs/s1600/41YE4s5yWeL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-qOVL9_P7Bkw/XXLH3p9ExbI/AAAAAAAAD9A/9Tw0G9Dkaw4T4x2AJF8g-PgEo-sgDwGLQCLcBGAs/s320/41YE4s5yWeL.jpg" width="208" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La porta è un simbolo carico di significati che conduce il lettore a diverse riflessioni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La porta chiusa è il simbolo del limite che non deve essere oltrepassato per evitare di perdere definitivamente il rispetto per l'altro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La porta chiusa preserva la vita, la forma di vita che Emerenc ha scelto per sè.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La porta aperta, chiusa è il simbolo delle scelte che ognuno fa, per sè, per l'altro e che inevitabilmente portano ad un cambiamento, anche se la portata del cambiamento non è chiaro finché non si sceglie e sarà per le protagoniste devastante, sarà una sconfitta.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La porta divelta è il simbolo del fallimento di tante azioni fatte in nome di quell'amore che dovrebbe essere protetto, custodito, rispettato con delicatezza e profonda comprensione e non violentato, usurpato, devastato. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L' assenza della porta è il simbolo del tradimento che viene perpetrato in nome dell'amore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Emerenc voleva abbandonare questo mondo dopo che le avevano distrutto l'intelaiatura che reggeva la sua esistenza e la leggenda aleggiante intorno al suo nome."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Scoprire questa autrice mi ha reso più ricca. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro unico ed imperdibile scritto in modo impeccabile, di cui </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">consiglio caldamente la lettura. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-3805455022380227862019-08-18T18:02:00.000+02:002019-08-18T18:05:52.595+02:00"La custodia dei cieli profondi" di Raffaele Riba - Premio biblioteche di Roma 2019 - sezione narrativa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Tuttavia, capire cosa succede in cielo sarà più facile che ricostruire cosa è successo qui, su questa porzione di terra che, una volta, aveva una densità di persone e di legami che ne facevano una casa. Questa è una sapienza da raggiungere studiando il dolore, qualcosa che ha a che fare con la dispersione." </i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-QJmBKzlI9fw/XVlyv3-JilI/AAAAAAAAD0Y/3TMEjWUOD9c01Uh7FzZYc6d1D0Tvs-DbgCLcBGAs/s1600/IMG_20190818_174518.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1071" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-QJmBKzlI9fw/XVlyv3-JilI/AAAAAAAAD0Y/3TMEjWUOD9c01Uh7FzZYc6d1D0Tvs-DbgCLcBGAs/s400/IMG_20190818_174518.jpg" width="267" /></a></div>
<br />
<br />
<a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/query?query=la+custodia+dei+cieli+profondi" target="_blank"><br /></a>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/query?query=la+custodia+dei+cieli+profondi" target="_blank">La trama qui </a></b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><br /></b></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><br /></b></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b>Cosa ne penso</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho deciso di leggere questo libro, come per <i>"La botanica delle bugie", </i>perché fa parte dei sei libri del <a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" target="_blank"> "Premio biblioteche di Roma 2019" </a> sezione narrativa.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;">Mi sono avvicinata al romanzo con un po' di diffidenza perché letta la trama non né sono rimasta colpita e perché l'idea di leggere qualcosa che si collega all'astronomia, che occupa un posto di rilievo nel romanzo, mi ha fatto storcere il naso. Poi nel corso della lettura mi sono ricreduta, almeno in parte.</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro è il racconto in prima persona di Gabriele, un racconto che da subito non è semplice, non è comodo per chi legge perché Gabriele affronta un tema profondo, complesso e permettetemi il termine ineluttabile: la dispersione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il racconto di Gabriele che si sviluppa con dei passaggi repentini, segnati al lettore da un evidente cambio di paragrafo, dal presente al passato, dall'interiorità alla descrizione dei puri fatti, non è altro che una ricostruzione del processo di dispersione che investe ogni cosa in ogni dove e prima davanti a tutto la dispersione del suo legame di fratellanza che sembra dissolversi piano piano senza che lo stesso protagonista se ne renda conto.</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></i>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La ricostruzione degli accadimenti è inesorabile e necessaria direi per spiegare l'evento finale che rimane tale fino alle ultime pagine ma che è anche il punto di non ritorno da dove ha inizio la storia. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il racconto inizia dall'origine nel <i>"tempo anteriore",</i> così lo intitola Riba il primo capitolo, con la descrizione della nascita della casa di famiglia, Cascina Odessa costruita dal nonno di Gabriele, dove Gabriele ed il fratello minore Emanuele insieme al padre ed alla madre hanno vissuto la loro infanzia, l'adolescenza fino all'inizio dell'università. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una casa piena di ricordi e di vita: <i>"Ho abitato Cascina Odessa per più di trent'anni, salvo qualche breve intervallo. Io derivo da questo posto e per ogni cosa fatta dopo sono partito da qui.... Voglio solo dire che la casa è pelle, che la casa è cognizione, che la mia casa è un modo che ho per dire qualcosa di me".</i></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i> </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E inizia anche con l'arrivo di una supernova che crea un cielo con due soli, sospendendo il tempo ed il ciclo circadiano. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La casa è la supernova sono presenti, quasi come due protagonisti, nel racconto che fa Gabriele. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3GDBlsCB9u4/XVlzn2ThsoI/AAAAAAAAD0g/5K22xAX3ZS0P0-Tolr7NdSTQCoc41m4bgCLcBGAs/s1600/IMG_20190818_174850.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1185" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-3GDBlsCB9u4/XVlzn2ThsoI/AAAAAAAAD0g/5K22xAX3ZS0P0-Tolr7NdSTQCoc41m4bgCLcBGAs/s400/IMG_20190818_174850.jpg" width="295" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La dispersione è il tarlo, la costante nei pensieri di Gabriele: la dispersione della sua famiglia, la dispersione della casa, la dispersione dell'energia che avviene attraverso le cose umane, la dispersione delle relazioni, la dispersione del rapporto di fratellanza con Emanuele così fortemente sentito: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Mio fratello mi ha pacificato e calmato quando lo vedevo piccolo e armonico, mi ha reso apprensivo quando a distanza lo vedevo interagire con il mondo, mi ha fatto pensare di poter morire per lui, mi ha reso nervoso fino allo stremo, mi ha reso furioso, mi ha reso violento e cattivo. Ogni sentimento una diversa frequenza di battito. Sembra strano che sia accaduto tutto nello stesso cuore" </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma soprattutto la dispersione di Gabriele: </span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"All'inizio mi hanno chiamato figlio, poi fratello, poi il Custode; infine l'Eremita o il Matto. E' stato un processo lento e graduale, questo disperdersi verso il non me.."</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La dispersione narrata da Raffaele Riba è un fatto concreto, in questo devo fare i complimenti allo scrittore per aver saputo rendere così tangibile, reale un processo intoccabile, inconsistente eppure così presente sotto gli occhi di tutti nei gesti quotidiani. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La narrazione crea </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">spesso un tempo denso, come dice lo stesso Gabriele quando va a ricordare: "<i>un tempo che mi sembra denso da morire"</i> un dolore palpabile. Immergermi nella lettura mi ha fatto cadere ogni volta in questa sensazione densa, mi sono invischiata nella malinconica solitudine di Gabriele, nel suo percorso del dolore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma la dispersione è anche il processo che fa risaltare l'attaccamento e la necessità di resistere attraverso la cura: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"</span><span style="font-family: "verdana"; font-size: 12pt; white-space: pre-wrap;"><i>La cura, già, ci ho riflettuto spesso questi ultimi tempi. E sono arrivato a pensare che sia un segreto che infatti non viene tramandato di bocca in bocca. Va di pena in pena. Le persone che curano - animali, piante o una scala - sono le uniche resistenze di cui il mondo dispone contro la dispersione."</i></span><br />
<div>
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 12pt; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Gabriele diventa così il Custode di ogni elemento che riguarda la sua Vita. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In primo il Custode della casa, visto che Emanuele se ne andrà per studiare e tornerà sempre meno. Il Custode dei ricordi, dei legami passati in una lotta invincibile e ossessiva contro la dispersione, come Sisifo:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <i>"Ti sei sforzato, hai mantenuto, ti sei opposto all'usura, al tempo, alle condizioni avverse. Hai remato contro, hai manomesso il disordine cercando uno schema umano, quello della pulizia, della geometria e della preservazione. Ma eri destinato a fallire..."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Perché </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">la cura preclude che ci sia qualcuno con cui condividere, qualcuno che né benefici, qualcuno che né prenda parte, altrimenti tutto è vano: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Ho costruito una scala di pietre e cemento, ho rivoltato il terreno ogni anno, ho fatto crescere un coltivato migliore. Ho preso degli animali al mercato di Fossano. E' stato così perché così doveva essere, perché credevo che anche il posto in cui si vive avesse bisogno di una generazione che ne segue un'altra. E che migliora... Ma ci deve essere qualcuno che lotta con te o che ne benefici. Altrimenti sei il Matto che continua a spazzare delle scale su cui non salirà più nessuno."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Così quando Gabriele si rende conto di essere solo, quando anche il rapporto di fratellanza cede con un ultima decisione di Emanuele, Gabriele si arrende:</span><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Ora però non è più tempo di lottare contro il disordine" e "Così ho mollato tutto. E ho avuto chiara la mia vita. Dov'era cominciata. La fratellanza. Dove era andata a depositarsi. La custodia. E infine dove sarebbe andata a finire: il cedimento, la resa..."</span></i><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Devo ammettere che questa lettura mi ha coinvolto, mi ha fatto riflettere e mi ha sospeso in un tempo dedicato alle domande interiori. Questo tempo iniziava ancora prima dell'atto di leggere, nell'istante esatto del prendere in mano il libro e prepararmi all'immersione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro che non consiglierei a tutti perché porta inevitabilmente il lettore ad amalgamarsi nel dolore, nella tristezza, nella densità delle sensazioni profonde.</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un'ultima nota alla veste grafica di Silvana Amato che ho molto apprezzato per la leggerezza e l'eleganza che dona al volume. </span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-35879063049514255232019-08-09T15:05:00.001+02:002019-10-10T18:48:54.501+02:00"La botanica delle bugie" Elisa Casseri - Premio biblioteche di Roma 2019 - sezione narrativa <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s1600/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="709" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s400/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" width="282" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><u><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/query?query=la+botanica+delle+bugie" target="_blank">La trama qui </a></u></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"E poi sii grafite, aragonite, zircone, sii China Martini oppure sii uno che vuole stare da solo. Sii una vecchia bulimica, un padre perfetto, un separato mai divorziato che ama sua moglie o uno che è capace di amare solo se stesso, sii quello che ti pare, non importa, basta che ti scegli una forma e che le dai fiducia"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><u><b>Cosa ne penso</b></u></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scelta di questo libro è stata "casuale" nel senso che era l'unico libro disponibile tra i 12 candidati del <a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" target="_blank">"</a><i><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/news/il-premio-letterario-delle-biblioteche-di-roma/22421" target="_blank">Premio Biblioteche di Roma 2019-20" </a> </i>che sono messi a disposizione del Circolo di Lettura presso la biblioteca Franca Basaglia di cui faccio parte.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Parlare di questo libro non è facile perché durante le 300 pagine ho avuto sentimenti contrastanti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Leggere <i>"La botanica delle bugie" </i>richiede una chiave di lettura. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una volta che si è compreso come funziona allora se ne può apprezzare anche la lettura. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tutto quello che ho provato prima della scoperta è stato fastidio e voglia di capire. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Fastidio perché la Casseri srotola la storia dei quattro personaggi, Nicola, Quirino, Caterina, Giorgio, in un arco temporale che va dal 1993 al 2018, dall'amicizia che inizia da bambini alla maturità, senza consequenzialità utilizzando tecniche narrative diverse: in prima persona, in terza persona, il racconto corale, spiazzandomi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Finché non ho scoperto la chiave ho provato </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">una forte indisposizione per il modo in cui viene trattato il lettore all'inizio di ogni capitolo dove non si riesce a capire chi sta parlando o di chi si sta parlando. Questa scelta della scrittrice obbliga il lettore, almeno a me è successo così, a tornare indietro per rileggere le pagine e riuscire a dare il giusto posto agli eventi ed ai personaggi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nello stesso tempo, visto che sono una lettrice testarda e odio lasciare i libri a metà, la voglia di trovare il perché di queste scelte, mi ha spinto a proseguire nella lettura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco che la tenacia mi ha premiato, scoperta la chiave sono riuscita a leggere la restante metà trasformando il fastidio e l'indisponenza in empatia e desiderio di leggere e leggere per arrivare alla fine. Ho instaurato quel rapporto intimo e personale, speciale con il libro, che voi lettori conoscete bene. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La Casseri struttura il romanzo in quattro fasi, legate alle fasi di crescita delle piante. All'interno di ogni fase ci sono quattro capitoli in cui ognuno dei quattro personaggi o più di uno narra le sue false verità e tutto viene organizzato e ripetuto secondo una sequenza sempre uguale. Ma n</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">on voglio svelare nulla di più, nel caso qualcuno di voi decidesse di leggerlo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s1600/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="709" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s400/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" width="282" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nicla, Quirino, Caterina e Giorgio, sono un noi, un ingranaggio complesso fatto di amicizia, amore, gelosia, incomprensione, bugie, verità, fatto di genitori, schemi, giudizi. Ma sono anche e soprattutto un io, individui che alla fine ammettono, ognuno a suo modo, di non aver mai scelto la loro amicizia, ci si sono ritrovati dentro, di non aver scelto la relazione in cui si trovano, di aver lasciato che le scelte fossero dettate da altro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il problema di tutti i personaggi è di non saper scegliere, non sapersi dare una forma, una qualsiasi, non sapersi riscattare, affrancare, definirsi e così </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">all'interno del noi formato dalla loro amicizia ognuno prenderà una strada non scelta, </span><span style="white-space: pre-wrap;">ognuno vivrà secondo una bugia raccontata agli altri ed a se stessi. </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E cosi abbiamo Nicla,</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> a cui piace Quirino ma che avrà un figlio, da giovanissima, con Giorgio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Che vive con una profonda perdita: il padre scappato e mai più tornato di cui scoprirà il segreto solo dopo la sua morte. Che non riuscirà a portare a compimento gli studi, che non vuole essere come la madre e la nonna, con cui vive, ma che alla fine ripercorrerà le stese orme, che si vergogna di ciò che ha e di ciò che è. Che si sente continuamente in errore, l'errore per ciò che accade intorno a lei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Sei tutte queste ombre che non riescono a rimanere della loro forma intanto che il giorno procede per la sua strada" </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Esiste una sola forma di difesa da questo senso di abbandono, dall'essere preda continua delle scelte degli altri su di te, un'unica maniera per non sentirsi costantemente soli ed è di decidere di esserlo: la solitudine consapevole come tentativo di equilibrio. "</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'amicizia adolescenziale con Caterina, che invidia e Quirino, sembra temporaneamente riscattarla dalla condizione di isolamento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Abbiamo Quirino sposato con Caterina, a cui piace Nicla. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Indolente, fedifrago che deve affrontare la morte improvvisa del padre, poco dopo la morte della madre Viola, con cui non parlava da quasi un anno ed i segreti portati alla luce dopo tale perdita. Che ammette di essere sempre stato con Caterina, da quando erano piccoli e quindi probabilmente di non averla scelta. Che dopo la morte del padre cade in un immobilismo </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Mi sembrava un suicidio cercare di cambiare, impegnarmi per essere decisionale, vivace, un osservatore attento e suscettibile. Ho sempre lasciato che i miei rapporti andassero così come dovevano, senza mai strappare o ricucire, senza salvare o abbandonare" </i></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">C'è Caterina che sembra avere il ruolo migliore, scelta da Nicla, scelta da Quirino e scelta da Giorgio ma che si scoprirà anche lei vittima delle sue stesse bugie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed infine Giorgio di cui ci viene detto poco, l'unico a non avere un capitolo dedicato, che si ritrova padre troppo giovane ed innamorato di Caterina. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi c'è tutto il mondo che li circonda: Rita la mamma di Nicla, Maria la nonna, Andrea la figlia di Nicla; Viola la mamma di Quirino ed il padre.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s1600/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" imageanchor="1" style="font-family: "Times New Roman"; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="709" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-uruJq76bN2Q/XU1B5rM-A6I/AAAAAAAADwg/nNdVLuNKGsAsDWUMyFzICPMHvwVnfrd2wCLcBGAs/s400/La-botanica-delle-bugie-admin.jpg" width="282" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le pagine descrivono con un ritmo serrato la complessa relazione di ognuno con l'altro. Una disamina senza fronzoli e abbellimenti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E forse le scelte tecniche della Casseri, che ho pienamente apprezzato chiusa l'ultima pagina, servono per restituire al lettore un racconto corale, un affresco di vite che si appartengono: <i>"il fuoco della nostra famiglia non è mai stato la capacità di resistere, anzi: siamo, più, gente che si appartiene, spesso senza saperlo, a volte senza volerlo, ma più di tutto senza preoccuparsene</i>" </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
Interessante il concetto del noi che viene offerto sotto diverse prospettive: c'è il noi di Nicla e Caterina amiche, nemiche; c'è il noi di Quirino e Giorgio amici ma mai fino in fondo; c'è il noi di Caterina e Quirino che fallisce; c'è il noi di Nicla e Giorgio anche questo destinato a fallire ma che ha creato Andrea la loro figlia. C'è il noi di Caterina e Giorgio che potrebbe funzionare ed il noi, forse, di Nicla e Quirino.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed infine c'è il non noi: <i>"Non c'è mai stato nessun noi, per noi: ci sono sempre stati un sacco di io e un sacco di tu, troppi lei, tantissimi lui, molti voi, bperfino qualche loro, ma non c'e mai stato nessun noi" </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho trovato la scrittura e la costruzione del romanzo geniale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro che non consiglierei a tutti ma che lascerà il segno a chi deciderà di leggerlo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-57818060571276566602019-07-28T09:11:00.002+02:002019-07-28T09:11:26.945+02:00Recensione: "Sofia si veste sempre di nero" di P. Cognetti<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-MvoV5PdeseM/XTyyTS5ICwI/AAAAAAAADs0/zAxk0TGRzFkbNZL7JkOM9L3uwWarXxQ-wCLcBGAs/s1600/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="753" data-original-width="1244" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-MvoV5PdeseM/XTyyTS5ICwI/AAAAAAAADs0/zAxk0TGRzFkbNZL7JkOM9L3uwWarXxQ-wCLcBGAs/s400/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eccomi per il mio secondo appuntamento con la rubrica ideata da Chiara del blog <a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">"La lettrice sulle nuvole"</a>. Una rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa volta ho letto <i>"Sofia si veste sempre di nero" </i>di Paolo Cognetti di cui avevo sentito parlare per aver vinto il Premio Strega nel 2017 con <i>"Otto montagne".</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Due sono stati gli elementi che mi hanno portato a scegliere questa lettura: le diverse e contrastanti recensioni nel web e la copertina. Entrambe le cose mi hanno incuriosito ed alla fine la copertina ha avuto il peso maggiore sul piatto della bilancia, diciamo che forse per questa volta è stato il libro a scegliere me.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/Ke1b3yqHWwMiGyequBG9hEAE8CLSJhLjQCLcBGAs/s1600/IMG_20190706_144110.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1493" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/Ke1b3yqHWwMiGyequBG9hEAE8CLSJhLjQCLcBGAs/s320/IMG_20190706_144110.jpg" width="298" /></a></div>
<br />
<br />
<br /></div>
<a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/sofia-si-veste-sempre-di-nero/RMB0619200" target="_blank"><i><u><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La trama qui</span></u></i></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><u><br /></u></i>
<i><u><br /></u></i>
</span><br />
<i><u><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cosa ne penso:</span></u></i><br />
<i><u><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></u></i>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: justify;">"</span><i style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: justify;">Aveva addosso una felpa nera, pantaloni della tuta neri, i capelli rasati da un lato solo e l'orecchio sinistro bucherellato da una scarica di anellini d'argento. Era sottopeso di almeno dieci chili, con le vene che le incidevano il dorso della mano." </i><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cognetti articola la narrazione in racconti che potrebbero essere letti in modo casuale, ma è solo leggendoli tutti che si può ricostruire il puzzle del personaggio di Sofia e del mondo che ruota intorno a lei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho fatto un po' di fatica a seguire l'evoluzione temporale della vita di Sofia perché le storie non sono organizzate in base al susseguirsi del tempo. Ogni capitolo è dedicato ad un personaggio che per un motivo parentale o lavorativo o sentimentale entra nella vita di Sofia e la racconta fornendoci un affresco di questa vita, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">caotico e scollegato. </span></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sofia non si racconta, sono gli altri a parlare di lei: "</span><i>tutti sapevano che Sofia era stata un maschiaccio: la conoscevano dai racconti dei loro fratelli maggiori" </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Del resto lei non parla mai troppo, non mangia, non saluta, non chiude i rapporti, non ha una fissa dimora, l'unico posto dove si rilassa è nella vasca da bagno: <i>"da quando sei senza fissa dimora, la vasca da bagno è l'unico luogo in cui, dovunque ti trovi, puoi chiudere gli occhi e sentirti a casa" </i>e per un motivo ben preciso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La vita di Sofia è proprio come i racconti: apparentemente scollegata, un divenire continuo che anche nel finale non si conclude, lasciando aperte mille possibilità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Solo il primo racconto <i>"Una storia di pirati"</i> e l'ultimo <i>"Brooklyn Sailor Blues"</i> ci parlano di Sofia rispettivamente da bambina e da adulta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non ho particolarmente amato Sofia, per questa sua continua disconnessione con la vita, o forse per l'intermittenza con cui ci viene offerta la sua storia. Diversamente ho apprezzato gli altri personaggi attraverso cui Cognetti descrive anche le vicende politico economiche e sociali dell'Italia degli anni 80 e 90.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/Ke1b3yqHWwMiGyequBG9hEAE8CLSJhLjQCLcBGAs/s1600/IMG_20190706_144110.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1493" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/Ke1b3yqHWwMiGyequBG9hEAE8CLSJhLjQCLcBGAs/s320/IMG_20190706_144110.jpg" width="298" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">C'è il papà Roberto, un uomo borghese che nasce e cresce, lavorativamente parlando, nella fabbrica dell'Alfa Romeo, che vede i lustri e la fine della casa automobilistica, che sarà assente nella vita della figlia: </span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>parla di tuo padre. Scrisse che lei suo padre non lo conosceva, perciò non era in grado di svolgere il compito, ma se andava bene lo stesso le sarebbe piaciuto parlare del suo cane"</i> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ma che comunque saprà essere più presente della madre, Rossana. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A lei è dedicato il penultimo racconto "<i>Le cose da salvare"</i>. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Durante la lettura ho a lungo atteso la sua storia. Questa madre che "<i>faceva fatica a dormire. Durante il giorno era irritata ed irascibile. Passava il pomeriggio a letto e non dipingeva da mesi. Cominciò a vedere dei dottori, così in poco tempo l'umore di Rossana diventò il problema di Rossana e poi la malattia di Rossana.</i>" </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una madre fortemente depressa che minaccia, continuamente, di andare via. Prepara le valigie e poi le disfa, le prepara e poi le disfa Sofia, le prepara e poi rimane lì in quella casa borghese, con un sogno nel cassetto. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'altro personaggio ben caratterizzata è la zia di Sofia, Marta la sorella di Roberto, la cui vita ci viene racconta nel capitolo "<i>Sofia si veste sempre di nero". </i></span></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Marta che lotta contro il potere dei pochi, contro i licenziamenti, per i diritti della classe operaia, contro quel sistema dove il fratello Roberto, stava facendo carriera fino a diventare dirigente, uno di quegli uomini contro cui Marta lotta. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Marta non ha figli, non ha una famiglia ma è l'unica che sembra riuscire ad entrare in contatto con Sofia, Cognetti infatti ci dice parlando di Sofia che: "<i>Marta era riuscita a fare breccia nella sua curiosità." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In questo complesso affresco umano e sociale cresce Sofia portando dentro la paura dell'abbandono e di restare sola. Cresce in una stanza con due letti, "<i>perché al momento di comprare i mobili i suoi genitori progettavano un secondo figlio".</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cresce con una madre "<i>sofferente, una sonnanbula che vagava per casa cercando di cogliere un senso che le sfuggiva. Aveva quest'unico sollievo quotidiano: verso sera riempiva la vasca d'acqua calda, versava sali profumati e chiamava Sofia per il bagno. Lì dentro chiacchieravano lavandosi a vicenda i capelli e la, schiena. "</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><br /></i>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/nhGZoPagmWQA7Rntb2jfRZZNzLESRNU8ACEwYBhgL/s1600/IMG_20190706_144110.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1493" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-I-IIYZytAsI/XTy7qsjT2bI/AAAAAAAADtA/nhGZoPagmWQA7Rntb2jfRZZNzLESRNU8ACEwYBhgL/s320/IMG_20190706_144110.jpg" width="298" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il linguaggio e la costruzione della storia di Sofia sono affatto scontati.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel complesso ho apprezzato lo stile di Cognetti anche se dopo aver chiuso il libro non né sono rimasta particolarmente affezionata, del resto Sofia fa di tutto per non farsi amare.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-7F_i0ojXr3E/XTyyGUx67CI/AAAAAAAADs4/_6FB7rLHdCc_hQyHsSBXwIAWtAHWmTkBACEwYBhgL/s1600/FB_IMG_1564258693452.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="1438" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-7F_i0ojXr3E/XTyyGUx67CI/AAAAAAAADs4/_6FB7rLHdCc_hQyHsSBXwIAWtAHWmTkBACEwYBhgL/s400/FB_IMG_1564258693452.jpg" width="400" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sopra i blog degli altri partecipanti alla rubrica, andate a dare uno sguardo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://labibliotecadellibraio.blogspot.com/" target="_blank">La biblioteca del libraio</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">La lettrice sulle nuvole</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://lemieossessionilibrose.blogspot.com/2019/07/recensione-378-colpo-vincente-by-brit.html" target="_blank">Le mie ossessioni librose</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://librintavola.altervista.org/" target="_blank">Librintavola</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://romanceealtririmedi.wordpress.com/" target="_blank">Romance e altri rimedi</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://tralerighessenzadilibri.blogspot.com/" target="_blank">Tra le righe essenze di libri</a></span><br />
<br />
<br />
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-16447326832160323722019-07-01T17:54:00.000+02:002019-10-13T12:49:06.738+02:00Recensione: "Nel nostro fuoco" M. Chiulli<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Lei gli aveva detto che ogni cosa era possibile, che il dolore poteva anche diventare un bene, il preludio di una trasformazione, che il corpo </i><i>serviva a proteggere il cuore, perché resisteva ai colpi e alla paura" </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><u><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/nel-nostro-fuoco/RMB0899927" target="_blank">Trama</a></u></i><br />
<i><br /></i>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-9Jh6chnzpOs/XRovAOinr8I/AAAAAAAADms/bJ7rDH8Iho0FYg8kpLq9u3EDPyuztgzXACLcBGAs/s1600/IMG_20190630_174226.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1582" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-9Jh6chnzpOs/XRovAOinr8I/AAAAAAAADms/bJ7rDH8Iho0FYg8kpLq9u3EDPyuztgzXACLcBGAs/s320/IMG_20190630_174226.jpg" width="316" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><u>Cosa ne penso:</u></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio il blog di Elena Giorgio <a href="https://www.lalettricegeniale.it/nel-nostro-fuoco-maura-chiulli/" target="_blank">"la lettrice geniale"</a>, da cui traggo molti spunti di lettura, per avermi fatto conoscere questa autrice perché dopo aver letto la sua recensione ho messo il libro nella lista dei "da leggere" e dopo averlo letto ho inserito Maura Chiulli tra gli scrittori preferiti, tanto che ho già pronto un suo secondo romanzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>Nel nostro fuoco</i>" è un libro che parla di dolore, di mancanze, di incapacità affettive, ma anche di riconciliazione con noi stessi, di accettazione e superamento del nostro passato, di possibilità. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo può avvenire solo attraverso una catarsi e l'elemento vivo che permette questa catarsi è il fuoco che diventa il protagonista insieme ad Elena e Tommaso, rendendo questo libro magico. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La scrittura della Chiulli è viscerale, arriva direttamente alla pancia, alle emozioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
La scrittrice costruisce delle pagine dove non c'è mai una parola di troppo ed una di poco, fatta eccezione per le ultimissime pagine dove ho trovato troppo visionarie.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-WTrqcdPT-cU/XRobBOzJ2vI/AAAAAAAADmg/qi9VleLA9N8zWfq-2yJfM4JX7c0yGpvBgCLcBGAs/s1600/Chiulli-OKMC.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1105" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-WTrqcdPT-cU/XRobBOzJ2vI/AAAAAAAADmg/qi9VleLA9N8zWfq-2yJfM4JX7c0yGpvBgCLcBGAs/s400/Chiulli-OKMC.jpg" width="276" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tommaso ed Elena sono sposati e sono due personalità opposte. Ad unirli e dividerli una figlia, Nina, che sembra aver ereditato il peggio di ognuno di loro, che "<i>non ha mai pianto, nemmeno una lacrima, nemmeno una smorfia, una possibilità...Era viva da qualche parte: nella culla, nel seggiolone, nel suo letto, ma poteva anche essere morta"</i><br />
Nina richiede più amore e più impegno. Né è consapevole Elena che sa di essere una madre "<i>ancora più necessaria e vitale di ogni altra madre</i>". Tommaso invece rifiuta, a tratti nega l'esistenza di Nina e si comporta come i suoi genitori "<i>incapace di offrirsi, di darsi, di mettere la sua vita al servizio di Nina... In breve diventò immobile come sua madre, un fantasma come suo padre" </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Durante la lettura ho vissuto in prima persona tutta la fatica emotiva di un Tommaso bambino che non ha voce <i>"quindi non chiede, non soffre perché non grida". </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Un bambino che diventa un perfetto soldatino pronto a fare tutto quello che i suoi genitori gli chiedono, snaturando e tradendo la sua infanzia, la sua giovinezza, diventano adulto prima del tempo tanto da dire a sé stesso che è nato vecchio e tutto nella speranza di guadagnare l'amore della madre, quell'amore che dovrebbe essere donato senza condizioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tommaso<i> "continuò a cercare i corpi e le anime di quei due che lo avevano messo al mondo. Disperatamente, con convinzione, ogni giorno sognava di essere visto, autorizzato a vivere, consegnato alla libertà ed alla giustizia." </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Tommaso privato del tempo dei giochi cresce con una bestia interiore, un buco nero, un nodo irrisolto che lo portano ad una vita fatta di continue rese, senza provare neanche ad esserci, a vivere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non prova a lottare contro quelle voci interiori che lo redarguiscono, lo boicottano, lo giudicano, non lo autorizzano mai a vivere, si arrende per l'appunto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Solo Elena riesce, per un po', a domare la bestia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Elena lotta per Tommaso e poi per Nina con pazienza, con tenacia, con il corpo, con solidità, sa comprendere, capire, perdonare, donare. Per lei "<i>l'esistenza valeva la pena, aveva un peso specifico, una ragione solidissima." </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Solo lei, la donna drago, perché Elena è terrena, è viva, ha vissuto la catarsi sulla sua pelle, una catarsi emotiva e fisica attraverso il fuoco. Perché Elena è un mangiafuoco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tommaso viene rapito da questa donna mangiafuoco durante uno dei suoi spettacoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-WTrqcdPT-cU/XRobBOzJ2vI/AAAAAAAADmk/zADrsKgYXF4ksf9mfRYI3PFJAtF31SjsgCEwYBhgL/s1600/Chiulli-OKMC.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1105" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-WTrqcdPT-cU/XRobBOzJ2vI/AAAAAAAADmk/zADrsKgYXF4ksf9mfRYI3PFJAtF31SjsgCEwYBhgL/s400/Chiulli-OKMC.jpg" width="276" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Attraverso i due elementi terreni, il fuoco ed il corpo, custode, avviene la catarsi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Con il dolore fisico torniamo nella realtà, ci svegliamo dal torpore in cui cadiamo: "<i>il dolore serviva solo a riportarla alla realtà. Era un bene che ogni tanto si facesse sentire" </i><br />
<i><br /></i>
E secondo me le pagine più originali sono proprio queste dove la Chiulli, mangiafuoco lei stessa, ci rende l'esperienza personale dell'incontro fuoco e carne che porta la trasformazione attraverso l'esperienza del sentire i nostri dolori.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A voi la scelta di scoprire e di vivere l'esperienza del fuoco catartico attraverso le splendide pagine della Chiulli. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-46667813944401727632019-06-28T08:10:00.000+02:002019-06-28T23:19:55.131+02:00Rubrica "Ci provo con "leggo : Di Nessuno <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oggi partecipo per la prima volta alla rubrica <i><span style="color: purple;">"Ci provo con..."</span></i> ideata da Chiara del blog <a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/" target="_blank">"La lettrice sulle nuvole" </a>e sono felice ed emozionata. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta</span><i><span style="color: purple;">.</span></i> </span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-BQHGXoQ_7Hg/XQYYGzMMjWI/AAAAAAAADg8/Ig8-rB4-01AhAbxVyIBTvmNtawqyveipwCLcBGAs/s1600/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="753" data-original-width="1244" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-BQHGXoQ_7Hg/XQYYGzMMjWI/AAAAAAAADg8/Ig8-rB4-01AhAbxVyIBTvmNtawqyveipwCLcBGAs/s400/ci%2Bprovo%2Bcon.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per l'occasione ho scelto un libro di un'autrice che non conoscevo e contemporaneamente mi sono cimentata con la lettura di un racconto perchè io non ne leggo quasi mai per il semplice preconcetto che secondo me non si può raccontare una bella storia, una storia compiuta in poche pagine. </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ebbene la rubrica<i><span style="color: purple;"> <span style="background-color: white;">"Ci provo con..." </span></span></i>Mi ha permesso di cambiare idea perché questo racconto è ben costruito e nelle 140 pagine ci dice tutto quello che dobbiamo sapere su Elisa, la protagonista. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">È c'è un altro aspetto positivo: i racconti si leggono in un girar di pagina, un paio di giorni e la storia appartiene al lettore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/query?query=Mangiapelo" target="_blank">La trama qui</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1zW9MWGEhHo/XRWujyPzCvI/AAAAAAAADlQ/CVvoEHa68H0LUVqF5YlXt_06TZlTk30NwCLcBGAs/s1600/DiNessuno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1019" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-1zW9MWGEhHo/XRWujyPzCvI/AAAAAAAADlQ/CVvoEHa68H0LUVqF5YlXt_06TZlTk30NwCLcBGAs/s400/DiNessuno.jpg" width="253" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b>Cosa ne penso</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b><br /></b></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Lo stile della Mangiapelo è diretto, chiaro, immediato, periodi corti che permettono un veloce susseguirsi degli eventi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elisa ha una famiglia, un marito, due figli che ama e che probabilmente sono l'unico elemento che ogni tanto la portano a riflettere sulle sue azioni ma che non le impediscono di buttarsi in una relazione extraconiugale con Alessandro che fagociterà tutto il resto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Del passato di Elisa e di Alessandro ci vengono dati pochi flash, qualche ricordo che bastano a spiegare al lettore le basi da cui nascono le azioni distruttive di entrambi e soprattutto di Elisa.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In alcuni momenti ho avuto la voglia di entrare nelle scene per scuotere e far ragionare Elisa, mi ha fatto rabbia questo suo non voler vedere, anzi giustificare i comportamenti di Lorenzo ed anche se stessa .</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In altri sono stata piacevolmente rapita dalla carica erotica degli incontri di Elisa e Alessandro anche questi ben descritti dalla Mangiapelo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In mezzo a queste due opposte sensazioni mi sono chiesta: dove sta il limite, la linea di demarcazione che ci permette di non perdere la dignità e l'amore per noi stessi? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elisa in alcuni, brevissimi istanti si rende conto di aver superato ampiamente quel limite ed afferma:<i> "È tutto sbagliato".</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma è un lampo, un batter d'ali a cui non rimane aggrappata e continua a cadere, giù nel bisogno di essere desiderata, voluta, nel bisogno distruttivo di "non fare la cosa giusta" mentre si ripete la frase che le dicevano da bambina: <i>"Elisa fai la cosa giusta. Elisa fai la cosa giusta..."</i></span><br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-T4Typ2ZL_6o/XQYzumNj3CI/AAAAAAAADhI/vEuZtUxIhg8C9GdrVMcoTChWv81agTKrACLcBGAs/s1600/DiNessuno.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1019" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-T4Typ2ZL_6o/XQYzumNj3CI/AAAAAAAADhI/vEuZtUxIhg8C9GdrVMcoTChWv81agTKrACLcBGAs/s400/DiNessuno.jpg" width="253" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elisa non è di nessuno, come dice lei stessa:</span><br />
<br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Questo è un anello. E gli anelli formano le catene. Ti senti ancora così libera?</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elisa l'aveva guardato, trovando nei suoi occhi la sfida e il desiderio di ferirla. Poi con un gesto veloce si era sfilata l'anello dal dito e se lo era messo in tasca. Gli aveva sorriso, mostrandogli la mano aperta, e gli aveva ripetuto:" Io non sono di nessuno".</span></i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo non vuol dire che sia libera, anzi tutt'altro. Scorrendo le pagine ci si rende conto che Elisa è schiava di se stessa. La sua catena è interiore e non basta togliersi un anello per cancellarla. La catena che la blocca sta nella deviazione affettiva che la rende dipendente, in questo caso di un uomo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma attenzione non è un libro sul femminicidio, come si potrebbe pensare dalle premesse, come io stessa ho pensato ad un certo punto. Tutt'altro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il racconto si chiude con un epilogo affatto scontato che mi ha lasciato una sensazione di sconfitta ed un senso di ineluttabilità unito ad una malinconia latente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un libro che mi ha fatto scendere nel mistero dell'animo umano, nell' incomprensione emotiva, nell'azione che è a volte negazione di se stessi, un libro che emozionandomi ho apprezzato. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco gli altri blog che partecipano alla rubrica andate a curiosare:</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-RaMM1hI7ptI/XRUp0FZt2ZI/AAAAAAAADlE/2ErHYF8P534twC43NCXAHCWZ3hosjl64wCLcBGAs/s1600/FB_IMG_1561641509829.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="1438" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-RaMM1hI7ptI/XRUp0FZt2ZI/AAAAAAAADlE/2ErHYF8P534twC43NCXAHCWZ3hosjl64wCLcBGAs/s400/FB_IMG_1561641509829.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<ul>
<li><a href="http://imieimagicimondi.blogspot.com/2019/06/rubrica-ci-provo-con-recensione.html" target="_blank">I miei magici mondi</a></li>
<li><a href="http://lemieossessionilibrose.blogspot.com/2019/06/recensione362-il-suo-cuore-by-claire.html" target="_blank">Le mie ossessioni librose</a></li>
<li><a href="https://farfallapurpurealetramedeldestino.wordpress.com/2019/06/28/ci-provo-con-la-candidata-perfetta/" target="_blank">Le trame del destino</a></li>
<li><a href="http://librintavola.altervista.org/ci-provo-con-3/" target="_blank">Librintavola</a></li>
<li><a href="http://labibliotecadellibraio.blogspot.com/2019/06/rubriche-ci-provo-con-2.html" target="_blank">La biblioteca del libraio </a></li>
<li><a href="http://labibliotecadeidesideri.altervista.org/review/miti-del-nord/" target="_blank">La biblioteca dei desideri</a></li>
<li><a href="http://librialcaffe.blogspot.com/2019/06/ci-provo-con-3.html?m=1#more" target="_blank">Libri al caffè </a></li>
</ul>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-25037014599951112492019-06-13T09:33:00.000+02:002019-06-13T22:48:25.836+02:00Letture: "Fedeltà" Missiroli Finalista alla LXXIII edizione del Premio Strega<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Con lui aveva intuito che l'infedeltà poteva significare fedeltà verso se stessa."</span></i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Wu9sbkXMusQ/XPq2ncwYHzI/AAAAAAAADf0/5zTC3rfttGQqJ2dUlOp-QRhpSF1k4PNcwCLcBGAs/s1600/fedelta-marco-missiroli-copertina-189x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="189" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Wu9sbkXMusQ/XPq2ncwYHzI/AAAAAAAADf0/5zTC3rfttGQqJ2dUlOp-QRhpSF1k4PNcwCLcBGAs/s400/fedelta-marco-missiroli-copertina-189x300.jpg" width="252" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/fedelta/RMB0895471" target="_blank"><span style="font-size: x-small;"><u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Trama: </span></u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i> </i></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i></i></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La frase che ho scelto per riassumero il libro è quella che di colpo ha spostato il mio punto di vista: Missiroli non ci parla solo della fedeltà nella coppia, come sarebbe facile pensare, ma anche e soprattutto della fedeltà o infedeltà verso noi stessi. La fedeltà o infedeltà, sono le due facce della stessa medaglia con cui devono fare i conti i personaggi del romanzo, scavando, ognuno a suo modo nelle intenzioni, nei desideri, nei pensieri, nelle contraddizioni delle loro vite. <br />La prima cosa che mi ha colpito è la struttura del romanzo. Missiroli divide la storia, le 224 pagine, in due parti. Due parti divise da una pagina bianca e da nove anni di differenza. Se all'inizio questa struttura mi ha un po' spaventato poi l'ho apprezzata. I personaggi raccontano ognuno il proprio mondo in una continuità di pensieri, azioni, sentimenti che si susseguono, si intersecano tra di loro come un reticolato di strade. Il presente ed il passato di Margherita e Carlo, di Andrea, di Anna, di Sofia si sovrappongono, si incontrano, si susseguono, impossibile dividere il flusso in capitoli.<br /><br /><br />Tutto prende avvio dal <i>"malinteso" </i>così viene chiamato l'evento che coinvolge Carlo scoperto al bagno dell'Università con un'alunna in atteggiamenti equivoci. Nel corso della storia questo malinteso diventerà <i>"paturnia, sospetto, incomprensione".</i> L' elemento costante che mi ha fatto riflettere durante tutto il romanzo è che nonostante gli eventi non viene mai messo in discussione l'amore che Carlo e Margherita provano l'uno per l'altra, la sintonia dei loro corpi che sanno viversi.</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Margherita dice: "<i>Del resto, cosa avrebbe tolto un corpo nuovo al suo matrimonio? Quanto detestava la psicologia da due soldi: riportare il tradimento all'infelicità." </i>Carlo dice: "<i>Margherita era la felicità, lui lo avvertiva con certezza. Ma ora avvertiva anche una zona Franca venuta a delimitarsi in modo insolito, capriccioso, inconfutabile... Si era domandato se il fattore scatenante fosse una stanchezza del suo matrimonio, era arrivato alla conclusione di volerla finire con questa storia della compensazione affettiva. "</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
</div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Wu9sbkXMusQ/XPq2ncwYHzI/AAAAAAAADf0/5zTC3rfttGQqJ2dUlOp-QRhpSF1k4PNcwCLcBGAs/s1600/fedelta-marco-missiroli-copertina-189x300.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="189" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Wu9sbkXMusQ/XPq2ncwYHzI/AAAAAAAADf0/5zTC3rfttGQqJ2dUlOp-QRhpSF1k4PNcwCLcBGAs/s400/fedelta-marco-missiroli-copertina-189x300.jpg" width="252" /></a><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: xx-small;"> </span></span></span><br />
<br />
<br /></div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
</div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
</div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Margherita è una donna che sa ben agire nel suo lavoro di agente immobiliate, ma che spesso si ferma, prende il telefono e chiama Carlo per essere rassicurata, per essere guidata, come faceva il padre che la riportava sulla giusta rotta. Quando il treno della sua vita poteva deragliare il padre l'ammoniva dicendo:"fai lo scambio giusto per te." Anche se "lo scambio giusto per lei era sempre stata la direzione degli altri". Margherita comprende quanto un desiderio inappagato può rimanere nel presente costantemente e quanto invece il contrario porta sazietà, compiutezza: "<i>l'infedeltà poteva significare fedeltà verso se stessa." </i></span></div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
</div>
<div aria-hidden="false" style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Carlo è il personaggio in cui ho trovato più contraddizioni. È capace di rassicurare ma non sa rassicurare se stesso, vive di lavori precari e fino alla fine sarà alla ricerca di una stabilità. Carlo da la rotta a Margherita, ogni volta che lei né ha bisogna, ma non sa darsi una rotta. Di lui sappiamo che: <i>"del futuro con Margherita non aveva mai dubitato</i>" lei lo rende felice, ma scopre dentro di sé una zona dove il desiderio va oltre il matrimonio. Un uomo incompiuto come lo definisce il padre: "<i>un figlio con l'indole della rinuncia: il capitale ad alto rischio</i>" che diventa ciò che vede il padre, perché spesso noi siamo il riflesso dei nostri genitori. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Che vive godendo dell'immaginazione, "<i>lui era questo, fermarsi l'attimo prima, questo godere delle immaginazione, lambire le rese dei conti e rifugiarsi subito nel focolare domestico." </i><br /><br /><br />Intorno a loro gli altri personaggi. La mamma di Margherita, Anna, che ho amato, anche lei alle prese con interrogativi, desideri mancati ed appagati da altro, riflessioni sulla vita che è stata e su un matrimonio consumato, la figura con meno contraddizioni che in una delle tante riflesdioninafferma:<i> "i matrimoni possono essere fastidiosi". </i></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Andrea, il fisioterapista, che per me è stata la figura più inquietante, ma anche quella verso cui ho provato tanta tenerezza. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sofia, la giovane ragazza protagonista del "malinteso" con un trauma familiare, complessa e contraddittoria nella sua giovane età. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ed una casa, la Concordia, voluta, desiderata, comprata, uno spazio di 120 metri quadri che fa da sfondo e che diventa anch'essa, in qualche modo, protagonista.<br /><br />Ho molto apprezzato il romanzo di Missiroli, sia per lo stile che per i temi che affronta, che inevitabilemte portano a porci domande.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla fine credo che le storie di Anna, Carlo, Margherita, Sofia sono un inno alle contraddizioni che ognuno di loro è ognuno di noi si porta dentro. </span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
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</div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-79679645102021770332019-05-26T18:11:00.000+02:002019-05-26T22:50:35.046+02:00Recensione: "La straniera" Claudia Durastanti Finalista alla LXXIII edizione del Premio Strega<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che hai attraversato...</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Rileggere te stessa significa inventare quello che hai passato, individuare ogni strato di cui sei composta: i cristalli di gioia o di solitudine sul fondo, le conseguenze di una memoria che è evaporata, tutto ciò che è stato scavato e poi inondato, solo per renderti conto che non è vero che il tempo guarisce: c'è una frattura che non verrà mai riempita. L'unica cosa che fa il tempo è portare con sé polvere ed erbacce, in modo che quella crepa venga ricoperta fino a trasformasi in un paesaggio diverso, lontano, quasi fiabesco, in cui si parla un idioma che non conosci, più credibile come l'elfico.</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Passeggi sulle rovine della tua famiglia e ti accorgi che alcune parole sono state cancellate, ma altre sono state salvate, alcune sono sparite mentre altre faranno sempre parte del tuo riverbero, e poi finalmente arrivi al margine di tuo padre e tua madre, dopo anni in cui hai creduto che morire o impazzire fosse l'unico modo per essere alla loro altezza. E lì capisci che tutto nel tuo sangue è un richiamo, e tu sei solo l'eco di una mitologia anteriore."</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-_miipsRP1mo/XOqRv2-PHqI/AAAAAAAADd8/e4FcZGBiOTQxz-ScQAAc9bhRLdxqKw8_QCLcBGAs/s1600/Durastanti_La-straniera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1140" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-_miipsRP1mo/XOqRv2-PHqI/AAAAAAAADd8/e4FcZGBiOTQxz-ScQAAc9bhRLdxqKw8_QCLcBGAs/s400/Durastanti_La-straniera.jpg" width="283" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho scelto questo lungo estratto per sintetizzare l'essenza del libro:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"E lì capisci che tutto nel tuo sangue è un richiamo, e tu sei solo l'eco di una mitologia anteriore."</span></i><br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Claudia Durastanti<i> </i>in
questo romanzo fa un profondo e personale lavoro di rilettura di se
stessa e lo fa camminando in mezzo alla polvere ed alle erbacce che il
tempo costruisce sulla sua</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> storia per ritornare mano mano alle origini, al padre ed alla madre e ritrovare attraverso loro se stessa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Trama: </span></u></span><br />
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a
un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che
hai attraversato". Come si racconta una vita se non esplorandone i
luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa di sé e del mondo
vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a Londra, dall'infanzia
al futuro, il nuovo libro dell'autrice di "Cleopatra va in prigione" è
un'avventura che unisce vecchie e nuove migrazioni. Figlia di due
genitori sordi che al senso di isolamento oppongono un rapporto
passionale e iroso, emigrata in un paesino lucano da New York ancora
bambina per farvi ritorno periodicamente, la protagonista della
"Straniera" vive un'infanzia febbrile, fragile eppure capace, come una
pianta ostinata, di generare radici ovunque. La bambina divenuta adulta
non smette di disegnare ancora nuove rotte migratorie: per studio, per
emancipazione, per irrimediabile amore. Per intenzione o per destino,
perlustra la memoria e ne asseconda gli smottamenti e le oscurità</span></span><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non solo memoir, non solo
romanzo, in questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e
con un linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo,
Claudia Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui. "La
straniera" è il racconto di un'educazione sentimentale contemporanea,
disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla cognizione
della diversità fisica e di distinzioni sociali irriducibili, e dimostra
che la storia di una famiglia, delle sue voci e delle sue traiettorie, è
prima di tutto una storia del corpo e delle parole, in cui, a un certo
punto, misurare la distanza da casa diventa impossibile.</span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro inizia dalle origini, la scrittrice ci racconta del modo in cui i suoi genitori, entrambi sordi ognuno con la sua versione, si sono incontrati, parla della loro infanzia, dell'emigrazione in America, del ritorno in Italia, del divorzio e poi ancora della sua di infanzia, quella della scrittrice, dell'adolescenza e via via fino ad arrivare ai giorni nostri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Attraverso
la disamina della vita della famiglia la scrittrice ci mostra come ciò che siamo oggi non è altro che <i>"l'eco di una mitologia anteriore".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scrittura scorre veloce. Brevi capitoli, in cui gli eventi, i sentimenti, i ricordi, le testimonianze, la ricostruzione delle figure colorite che hanno dato vita all'albero genealogico della Durastanti si alternano senza una logica per il lettore. L'unico filo guida è il flusso interiore, l'eco che la Durastanti piega alla scrittura e viceversa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un flusso interiore segnato da un elemento costante e onnipresente nella vita della Durastanti: la disabilità dei genitori. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"I disabili - qualsiasi parola per definirli è insufficiente, inadeguata - sono una maggioranza nascosta: nonostante le macchine e le protesi intente a provare che la morte non esiste, quasi tutti con il tempo perderemo un super potere, che sia la vista, un braccio o la memoria. L'incapacità di fare cose che dovremmo saper fare, l'impossibilità di vedere, sentire, ricordare o camminare non è un'eccezione quanto una destinazione. Diventiamo tutti disabili prima o poi." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-_miipsRP1mo/XOqRv2-PHqI/AAAAAAAADd8/e4FcZGBiOTQxz-ScQAAc9bhRLdxqKw8_QCLcBGAs/s1600/Durastanti_La-straniera.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1140" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-_miipsRP1mo/XOqRv2-PHqI/AAAAAAAADd8/e4FcZGBiOTQxz-ScQAAc9bhRLdxqKw8_QCLcBGAs/s400/Durastanti_La-straniera.jpg" width="283" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sin dalle prime pagine ho cercato di trovare delle risposte a due domande: come due genitori sordi possono crescere i loro figli nati senza tale disabilità e come i figli possono assorbire ed a loro volta vivere la disabilità dei genitori? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se da un lato troviamo due genitori che nella loro disabilità non si fanno tanti problemi su come seguire i loro due figli o meglio su come non seguirli, vivendo ognuno i personali eccessi ed anche i limiti dettati dalla sordità con un orgoglio che a volte cade nell'arroganza, dall'altro c'è una Durastanti bambina che tornata nella scuola italiana - vive la prima infanzia a Brooklyn dove nasce - viene mortificata per la sua autosufficienza: <i>"sapevo leggere spedita, ma ogni tanto inserivo degli errori di pronuncia perché avevo intuito cosa mi sarebbe successo se non mi fossi sbagliata almeno un pò: già venivo da un'altra parte e non ne avevo diritto, andare anche bene a scuola sarebbe stato un affronto."</i> Così inizia a ignorare la scuola elementare a fare<i> "cento assenze l'anno" </i> ma non viene punita con la bocciatura bensì compresa perchè <i>"ero la figlia della muta".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco come</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> la disabilità della madre, erroneamente definita muta quando è sorda <i>"quelli della vecchia generazione la chiamavano "la muta" anche se parlava fin troppo e non era per niente timida"</i> incide nella vita della scrittrice: la porta lontana dalla scuola </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">nascondendosi nella soffita dove passa tutto il tempo a leggere mentre la madre le firma le giustificazioni,</span> la immerge nella lettura, le permette di non perdere un anno scolastico, la avvicina alle parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La disabilità incide nella vita del fratello che tornato in Italia trova un modo diverso di affrontare la loro spravvivenza. Lui e la sorella avrebbero dovuto essere bravi a scuola, andare a messa, essere rispettosi delle regole morali e civili, non fumare, come la madre, farsi vedere accanto a quest'ultima il meno possibile. Perchè come gli dice il fratello: "<i>Hanno già deciso cosa diventeremo: io un delinquente e tu una ragazza volgare, dobbiamo cambiare le cose."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La vita dei genitori incide su quella dei figli e se l'uno decide di prendere le distanze per riscattare se stesso, l'altra sceglie una via che a tratti imita gli eccessi della madre e del padre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Ma del resto chi non ha "una disabilità" nella propria famiglia. La disabilità è il non amore, un'educazione improntata sul non esistere, non essere, una vita passata pensando di non avere diritto, le violenze, la rabbia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo tutti figli di una disabilità e ce la portiamo dentro, nel sangue, detta le nostre scelte ed i nostri schemi di vita. Siamo tutti l'eco di una mitologia anteriore, figli di un padre ed una madre in una colata lavica continua.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non ho particolarmene
amato questo libro, anzi, in alcuni tratti ho avuto difficoltà a tenere
insieme tutta questa colata lavica di vita, tutto, troppo insieme ciò
non toglie il riconoscimento del grande lavoro che ha fatto la
scrittrice.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>La
forza ed il coraggio della Durastanti è stato non solo conoscere e
prendere consapevolezza del suo vissuto ma anche offrire tutto questo al pubblico dei
lettori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-45630910627029247702019-05-19T17:27:00.001+02:002019-05-21T22:17:32.002+02:00Recensione: "Città irreale" Cristina Marconi - Finalista alla LXXIII edizione del Premio Strega <div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Tutto per colpa di quella Alina... All'inizio, ovviamente, era stato diffidente, non tanto perché fosse straniera, ma perché c'era in lei qualcosa che non capiva, come se fosse alle prese con un'avventura personale in cui loro erano solo personaggi secondari...</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Macca, da scozzese, sapeva meglio dei suoi amici inglesi cosa significasse avere un'identità forte. Poteva abitare ovunque, ma per lui casa era sempre e solo il palazzo nero di famiglia nel centro di Edimburgo. Chissà dove la situava lei, casa sua."</span></i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s1600/citta-irreale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="300" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s400/citta-irreale.jpg" width="278" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questa è Alina, la protagonista del sorprendente libro di Cristina Marconi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina si trasferisce a Londra molto giovane per liberarsi da un paese, l'Italia, che le sta stretto, per ribellarsi alla situazione tutta italiana dove<i> "l'essere giovane, appariva più come una pena da scontare che come una condizione irripetibile da cui trarre tutto il possibile".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E da Londra, dove vive e lavora Alina inizia la sua ricerca di identità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina è una donna dei
nostri tempi che si interroga su quale sia il suo posto nel mondo, vuole
appartenere a qualcosa ed invidia chi sa dove è casa perché</span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> lei questa
senso di casa non riesce a trovarlo:</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"</span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">seguire alcuni miei vecchi amici o vecchi contatti che mi ero fatta per lavorare a Roma e sentirli raccontare della città con una normalità che invidiavo.... Quello era il loro posto, il teatro unico della loro vita, mentre io avevo rimescolato tutte le mie carte e ora non sapevo più cosa a cosa appartenere, a cosa essere leale. Li invidiavo, ma non sapevo imitarli"</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina è italiana ma rifiuta con forza e volontà la sua italianità.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina è londinese ma a Londra si sente comunque straniera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cristina Marconi con questo libro ci offre delle splendide pagine di riflessione. Pagine cariche di temi che non possono non portare il lettore a porsi delle domande.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono stati diversi aspetti che mi hanno fatto innamorare di questo romanzo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il primo è la prosa ricca. In più occasioni l'autrice utilizza delle associazioni di immagini lontane dal concetto che vuole esprimere ma che appena finite di leggere calzano a pennello. Una per tutte quando descrive la bellezza mozzafiato della compagna di Alastir, il fratello del suo fidanzato Iain: <i>"Avevo visto donne con più fascino, donne più appariscenti, volti più sorprendenti, ma non avevo mai visto nessuno di cui pensassi che anche solo un teschio, se ritrovato tra un milione di anni avrebbe rivelato senza margine di errore una bellezza fuori dal comune"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il secondo elemento che ho apprezzato è stato l'utilizzo delle due tecniche di narrazione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La narrazione in prima persona è riservata ai capitoli di Alina, la narrazione in terza persona invece riguarda Iain, il compagno inglese di Alina e gli altri personaggi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non ho letto molti libri in cui sono presenti le due tecniche narrative e devo dire che l'autrice con questa scelta ha saputo creare nel lettore una linea immaginaria lasciando ad Alina il posto principale, la narrazione in prima persona permette di calarsi nel personaggio con maggiore facilità lasciando gli altri in secondo piano.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Invece ho fatto un pò di fatica a seguire l'arco temporale del romanzo che va dal 1999 al 2014. I capitoli si susseguono in archi temporali non necessariamente consequenziali, s</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">opratutto all'inizio quando Alina e Iain ancora non si conoscono ed i loro due mondi sono divisi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se da un lato questo fattore mi ha disorientato, dall'altro ha lasciato un mistero sul possibile finale perché andando avanti ed indietro negli anni non sono riuscita ad immaginare una conclusione ed ho trovato questa condizione stimolante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s1600/citta-irreale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="300" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s400/citta-irreale.jpg" width="276" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La ricerca dell'identità di Alina viaggia nelle pagine attraverso le descrizione che fa della città in cui vive ed il ricordo di Roma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Se avevo lasciato Roma era solo per amore della tentacolare Londra" </i> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina è sicuramente "innamorata" della logica londinese, un amore dettato dalla razionalità e dal rifiuto della decadenza italiana e romana. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Londra è la città delle possibilità, dove tutto si semplifica, dove il lavoro scorre veloce e ad un licenziamento si sostituisce subito un nuovo impiego. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Londra è la città delle regole non scritte, dell'individualità e di un ordine sociale totalmente diverse dal resto d'Europa e soprattutto diametralmente opposto all'Italia: <i>"Londra era diventata il grande specchio dentro cui l'Europa misurava i suoi fallimenti."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A Londra i giovani e non solo, possono pensare e creare il futuro invece di vivere nelle rovine del passato, perché Londra sa rinnovarsi e crescere. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma Alina descrive anche una Londra fatta di case tutte uguali e di uomini e donne tutti uguali. Le persone che incontra tutti i giorni nella metro, l'andare e venire costante e sempre uguale crea <i>"un tipo umano, non una persona singola, ripetuto all'infinito". </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Londra è fatta di chiacchiere allegre al pub dove non si parla male di qualcuno e non si fanno pettegolezzi ma quando e se accade l'importante è farlo con eleganza. In queste chiacchiere con poco colore Alina vede delle prove di autorevolezza <i>"erano spesso gli uomini a raccontare e le segretarie a ridere più forte, in una dinamica che pensavo estinta da tempo nei paesi del nord"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina si trasferisce a Londra per impararne la logica, la vita, le regole per diventare inglese </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">"L'unica possibilità era trasferircisi, approfittarne per un periodo e decidere cosa fare una volta che, nella pulsante città si era imparato a fare come gli inglesi" </i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma n</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">on riesce ad essere come gli inglesi, fluidi, in continuo movimento, lei vuole lasciare il segno indelebile sulla città e può farlo solo cercando di non mollare mai la presa. Per questo deve rimanere aggrappata, non sa fare altro perché se molla allora perderà tutto perché l'italianità che è in lei le dice che se mollerà non potrà ricostruire tutto mille volte.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina va a Londra per imparare il modo in cui gli inglesi sanno rinnovarsi e nello stesso tempo non riesce a liberarsi dal senso di precarietà ed immobilità tutto italiano.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s1600/citta-irreale.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="300" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-17bHf-X8zMM/XN8QKBLvG-I/AAAAAAAADbs/sTG0YySIouQu35Hy3S2u81K96zRbjCW1ACLcBGAs/s400/citta-irreale.jpg" width="276" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E' la Roma della sua infanzia, quella in cui è cresciuta a lasciarle impresso come un tatuaggio il senso di precarietà.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Roma è la città vista con gli occhi da bambina pieni di incanto ed amore ma è anche la città che ti toglie il futuro, che ti fa piangere per la miseria in cui è caduta. Roma è una trappola che rende le persone infelici "<i>che strappava loro proprio quella solennità e quell'umanità che mi incantava e nel cui culto era cresciuta."</i> </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Roma tiene fermi i genitori ed il fratello di Alina, soprattutto quest'ultimo come tanti altri giovani, con mille lavori precari per arrivare a fine mese. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Roma<i> "non si era saputa rinnovare e quindi non si era saputa conservare, ed era rimasta così"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Forse ci volevo tornare da straniera, senza responsabilità, senza dover fare la mia parte"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alina nella sua scelta ragionata di lasciare Roma sceglie di fuggire perché <i>"non riuscivo a vederla cadere, caduta". </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Roma con i suoi androni umidi, quelle case tutte diverse, almeno per me, tutte piene di mistero, i suoi parchi un pò sporchi ma inarrivabili, la profonda umanità dei suoi abitanti, le battute fulminanti, lo spirito dissacrante, era stato un luogo amatissimo"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sceglie Londra ma in questa città non riesce ad amalgamarsi forse perché non trova quella che l'amica italiana definisce <i>"la guazza italiana.... il modo assurdo di fare le cose che si ha qua"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E allora dove trovare la propria identità? Qual'è la città irreale Roma, decaduta non al passo con i tempi, complessa o Londra regolata da una lucida razionalità , semplice, dove tutto è ordinato, incolore fino all'inverosimile?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le risposte, al lettore attento, arriveranno nelle ultime pagine attraverso un ricordo, un'immagine, un riflesso che l'autrice sa renderci in modo affatto scontato.</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-11706681815171701952019-05-11T20:20:00.001+02:002019-05-21T22:18:42.243+02:00Recensione: "Se I pesci guardassero le stelle" Luca Ammirati 👍<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Trovare qualcuno su internet, avendo a disposizione informazioni monche, non è facile come prenotare una stanza d'albergo, ordinare un capo d'abbigliamento o fare una ricarica, sai?"</span></i><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-0XAnxFY12U4/XNb6OnoLM-I/AAAAAAAADZU/CtpT7pCkwlQ8J1SkWkfSVsI466_n4dqyQCLcBGAs/s1600/9788851167646_829f31dc132ddd6a718176483d90035e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="874" data-original-width="555" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-0XAnxFY12U4/XNb6OnoLM-I/AAAAAAAADZU/CtpT7pCkwlQ8J1SkWkfSVsI466_n4dqyQCLcBGAs/s400/9788851167646_829f31dc132ddd6a718176483d90035e.jpg" width="253" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif; font-size: 13px;"><u>Trama:</u></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif; font-size: 13px;">Samuele ha trent'anni, una gran voglia di essere felice e la fastidiosa sensazione di girare a vuoto, proprio come fa Galileo, l'amico "molto speciale" con il quale si confida ogni giorno. Sognatore nato, sfortunato in amore, vorrebbe diventare un creativo pubblicitario ma i suoi progetti vengono puntualmente bocciati. Così di giorno è un reporter precario e malpagato, mentre la sera soddisfa il proprio animo poetico facendo la guida al piccolo osservatorio astronomico di Perinaldo, sopra Sanremo: un luogo magico per guardare le stelle ed esprimere i desideri. Proprio lì, la notte di San Lorenzo incontra una misteriosa ragazza, che dice di chiamarsi Emma e di fare l'illustratrice di libri per bambini. Samuele ne rimane folgorato e la invita a cena, ma è notte fonda e commette il più imperdonabile degli errori: si addormenta. Quando si risveglia, Emma è scomparsa nel nulla. Ma come la trovi una persona di cui conosci soltanto il nome? Non sarà l'ennesimo sogno soltanto sfiorato? In un tempo </span><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: "asap" , sans-serif; font-size: 13px;">in cui persino l'amore sembra un lusso che non possiamo permetterci, questo romanzo di Luca Ammirati ci ricorda che per realizzare i nostri desideri è necessaria un'ostinazione che somiglia molto alla follia. E che a volte bisogna desiderare l'impossibile, se vogliamo che l'impossibile accada</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho iniziato questo libro con tanta attesa e aspettative, probabilmente troppe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Né avevo letto bene in alcune recensioni nei blog di lettura, la trama mi aveva colpito ed incuriosito, ma purtroppo già dalle prime pagine sono rimasta delusa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Delusa dallo stile. La narrazione in prima persona non è riuscita a coinvolgermi come invece dovrebbe fare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho trovato una disarmonia tra i dialoghi e le parti descrittive. Lo scrittore non ha saputo alternare i due elementi diventando in alcuni passaggi troppo didascalico. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Così nei dialoghi, molto presenti nel romanzo, vengono inserite delle frasi didascaliche per darci il quadro d'insieme della situazione, ma tutto rimane scollegato, senza poesia, non generando quella scintilla che scatta durante la lettura e che ci fa divorare le pagine una dopo l'altra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con questo libro non ho avuto nessuna empatia e così non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche quando vengono descritti gli stati d'animo di Samuele, le sue riflessioni, tutto il mondo del non detto viene offerto al lettore in modo troppo diretto ed appunto didascalico, togliendo al lettore la possibilità di fantasticare e sognare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'altra nota che mi ha infastidito, non poco, è stata la descrizione del rapporto tra Samuele, ragazzo di oggi senza un lavoro fisso, con un animo rivolto alle stelle, che è alla disperata ricerca di Emma e l'amica pasticcera Ilenia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Negli incontri tra Samuele ed Ilenia viene descritta sempre la stessa dinamica: Samuele </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">sfoga la delusione, l'amarezza, lo sconforto, la continua percezione del fallimento della sua vita ed Ilenia</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> è lì, pronta ad accogliere, sostenere, stimolare, coccolare l'amico donandogli dolci preparati con amore e usando parole sdolcinate. Il risultato è una ripetitività di frasi stucchevoli, leziose un cliché letto e riletto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Peccato perché il tema centrale del romanzo era davvero interessante:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ti piace così tanto giocare a fare l'ultimo dei romantici, imprigionato in questa fredda società alienata in cui ci sono più fotocamere che abbracci?"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ammirati parla di questo nel libro: la società moderna, la nostra società, concentra sugli obiettivi, sull'arrivo, sulla velocità, sul tutto e subito, sul consumare senza assaporare, sull'uso dei social, di internet che ci fa sentire connessi con tutto il mondo, mentre alla fine siamo soli.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E Samuele nella ricerca impossibile di questa ragazza, Emma, che non riesce a trovare neanche con l'aiuto di internet, dei social, tanto che ad un certo punto pensa di averla sognata, si sente frustrato. Non può avere Emma subito ed ora, la tecnologia non lo aiuta e così inizia la riflessione su dove sta andando la sua vita e dove stiamo andando tutti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo fermi in un punto ad osservare il mondo attraverso uno schermo senza sapere più alzare gli occhi al cielo, senza sognare, desiderare ardentemente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-0XAnxFY12U4/XNb6OnoLM-I/AAAAAAAADZU/CtpT7pCkwlQ8J1SkWkfSVsI466_n4dqyQCLcBGAs/s1600/9788851167646_829f31dc132ddd6a718176483d90035e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="874" data-original-width="555" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-0XAnxFY12U4/XNb6OnoLM-I/AAAAAAAADZU/CtpT7pCkwlQ8J1SkWkfSVsI466_n4dqyQCLcBGAs/s400/9788851167646_829f31dc132ddd6a718176483d90035e.jpg" width="253" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da queste riflessioni nascono i sette dialoghi con Leo, il pesce rosso, l'amico silenzioso, che altro non può fare se non osservare la vita attraverso la palla di vetro. Questi dialoghi sono la le parti che più ho apprezzato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Sì, io ti invidio. Il tuo silenzio è più elegante delle nostre chiacchiere da bar che oggi sono diventati strepiti da social, un abbaio incessante che si perde nell'etere, provocando un distacco netto tra ciò che e reale e ciò che è virtuale, prigionieri di una gigantesca menzogna collettiva."</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Giriamo in tondo a vuoto, e se proviamo a fare un passo in più andiamo a sbattere contro lo stesso vetro. Sì, Leo, siamo come te, ficcati da qualcuno in una boccia trasparente senza averlo scelto."</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Peccato perché un libro in cui si parla di recuperare il romanticismo, i tempi lenti, i sogni, non ha saputo farmi sognare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-20563400670525844962019-05-05T18:30:00.002+02:002019-05-21T22:19:11.384+02:00Recensione: "Le ragazze con le calze grigie" R. Casagrande 👍👍👍👍 <i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Tutto era pieno di Egon, delle sue passioni, della sua fantasia che come un mostro fagocitava lo spazio per restituire la sua personale versione delle cose e del mondo."</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></i><br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-UXvg5aj_HQY/XMtGNixV4zI/AAAAAAAADX4/tKhfkd-UGPU1z3K6m29UIVhhSIH-U613QCLcBGAs/s1600/9788868511715_0_0_626_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="402" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-UXvg5aj_HQY/XMtGNixV4zI/AAAAAAAADX4/tKhfkd-UGPU1z3K6m29UIVhhSIH-U613QCLcBGAs/s400/9788868511715_0_0_626_75.jpg" width="256" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"><u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Trama:</span></u></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Vienna, 1918. Egon Schiele, il pittore più dissacrante e controverso di
Vienna, si appresta a terminare la sua ultima opera, La famiglia. Sul
quadro, di notevoli dimensioni, raffigurerà una piramide di corpi nudi,
che culmina nel ritratto di se stesso. Ai suoi piedi una donna, tra le
cui gambe è accovacciato un neonato. Soltanto Egon rivolge lo sguardo
allo spettatore, avvicinando una mano al petto quasi a chiedergli di
ascoltare la sua storia. La donna è Edith Harms, la giovane moglie che,
nella stanza accanto, lotta tra la vita e la morte e che porta in grembo
il figlio che forse non nascerà mai. Ma la stanza in cui Egon lavora,
combattendo contro il tempo e un dolore antico, è piena di altri quadri,
di bozzetti e appunti che raffigurano donne giovani e bellissime, i
ricordi di una vita. Soltanto due di loro, però, lo hanno cambiato e
amato al punto che ora quasi confonde il volto della donna che sta
raffigurando: gli occhi buoni e ingenui di Edith, il sorriso malizioso e
affascinante di Wally</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Prende avvio da qui una storia
travolgente, che attraversa le vite dei personaggi che hanno ruotato
intorno alla figura di Schiele e che ne hanno ispirato l'opera.</span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La frase che ho scelto viene pronunciata da Edith, la futura moglie di Egon Schiele, quando entra per la prima volta nella casa atelier ed osserva lo spazio in cui vive e lavora il pittore. L'ingombrante presenza di quest'ultimo nella vita di entrambe le donne, Edith la moglie, Wally la modella e amante di una vita, emerge con forza in tutto il libro della Casagrande che è stato una bellissima lettura.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La narrazione è tutta al femminile: nella prima e più ampia parte, circa i 3/4 del libro la voce narrante è Wally (Walburga Neuzi) modella, amante di Egon Schiele ed anche curatrice di alcuni aspetti economici legati all'arte del maestro.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nella seconda parte la voce narrante è Edith, la ragazza di buona famiglia che diventerà la moglie di Egon Schiele. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad ognuna la parte della storia che la riguarda. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Wally diventa, giovanissima, modella di Egon Schiele.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo evento sarà per lei da un lato una fortuna perché le permetterà di guadagnare dei soldi con cui sfamare e migliorare le condizioni di miseria in cui vive la sua famiglia, composta dalla mamma, la nonna e le due sorelle; perché diventerà il personaggio più ritratto nelle opere di Schiele, la musa ispiratrice dei numerosi quadri, disegni del pittore; perché l'incontro con il pittore la salva dalle mani di un vecchio borghese che approffita di lei in cambio del denaro.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma sarà anche la sua sfortuna perché Wally, nella sua breve vita, si dedicherà solo all'amore/passione per questo uomo, per il pittore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per Egon la giovane ragazza accetta tutto: dalle prime richieste di spogliarsi per posare nuda; al diventare pubblicamente la sua amante in un periodo storico che era ben lontano dall'accettare la convivenza e facilmente etichettava le donne soprattutto se amanti; all'andirivieni di di modelle anche loro giovanissime, bambine, che vede passare; al sostegno e l'appoggio incondizionato dato al pittore durante le accuse di pedofilia; fino ad accettare inizialmente il ruolo secondario che le viene dato quando Egon decide di conoscere e poi sposare Edith.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">È la stessa Edith a descrivere Wally quando Egon organizzerà un'uscita a quattro con Edith, la sorella Adele e Wally. I quattro si recano al cinema e Wally assiste allo spettacolo seduta in seconda file rispetto agli altri tre partecipanti.</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Non mi dava l'impressione di chi accetta ogni cosa per debolezza, eppure era rimasta seduta dietro di noi, senza battere ciglia. E anche ora non protestavano e non dava, segni di insofferenza per l'intimità che all'improvviso univa Egon e Adele"</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. È ancora Edith di Wally:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Sul serio viveva con il pittore, come fossero sposati? Aveva un bel coraggio. Coraggio, soprattutto, a stare con un uomo simile e a sopportare l'andirivieni di modelle, la sua arroganza, il suo narcisismo." </i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Wally, la ragazza dai piedi <i>"troppo grandi per le gambe esili. E bitorzoluti" "Piedi da maschio"</i> come li defisce Egon la prima volta che si vedono, comprende ben presto a quale schiavitù può portare la povertà. Una schiavitù che toglie la dignità, che non permette scelte libere, una schiavitù accettata silenziosamente dalla mamma di Wally che "vende" le proprie figlie, per sfamarsi e sopravvivere. E allora l'atelier di Egon diventa l'unico rifugio possibile quando Wally prende consapevolezza del destino della sorella minore, mandata dalla mamma a lavorare dallo stesso vecchio borghese pedofilo, dopo che Wally diventa a tempo pieno la "donna" di Egon:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"La rabbia divenne rancore. Il rancore, senso di colpa. E poi, sbiadì in un dolore silenzioso, che mi accompagnava qualsiasi cosa facessi, come il rumore del vento tra le foglie. Un dolore simile alla nostalgia e che forse non se ne sarebbe mai andato. Lascia la mia casa e l'atelier di Egon divenne il mio rifugio. Egon, la mia famiglia"</i><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Vivrà per questo uomo una passione immensa e complice ma anche con una lucida e amara consapevolezza della sua posizione, con una una mitezza d'animo che la portano ad affermare proprio nelle ultime pagine a lei dedicate: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Amavo Egon? Forse. Oppure no. Sapevo soltanto che non avrei voluto una vita diversa. Sarei riuscita a stare senza di lui? Sì: dura e fiera come tutte le donne Neutzil. Ma con lui il mondo era infinitamente meglio</i>".</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ancora: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Edith l'amore è un sentimento molto più crudele. E' un mostro che ti consuma nel dubbio e nel desiderio. Ha zanne e artigli. Non c'entra nulla con quelle storielle! Non ha a che fare con donne che svengono e sospiri, baci.... L'amore sei tu che ricomponi la tua immagine davanti ad uno specchio rotto in mille pezzi"</i>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Consapevole che Egon non la sposerà mai, pur condividendo la stessa forte passione a lei riserverà sempre il solo posto di amante.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed è questo posto che rifiuterà quando Egon le farà una proposta, l'ultima, come racconta Edith: </span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Wally non accettò. Il suo mondo era Egon e nessuna parentesi le sarebbe mai bastata per consolare il suo orgoglio. E l'amore che provava."</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-UXvg5aj_HQY/XMtGNixV4zI/AAAAAAAADX4/tKhfkd-UGPU1z3K6m29UIVhhSIH-U613QCLcBGAs/s1600/9788868511715_0_0_626_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="402" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-UXvg5aj_HQY/XMtGNixV4zI/AAAAAAAADX4/tKhfkd-UGPU1z3K6m29UIVhhSIH-U613QCLcBGAs/s400/9788868511715_0_0_626_75.jpg" width="256" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le pagine dedicate ad Edith sono nettamente inferiori. La sua storia inizia a pagina 145 su un totale di 192 pagine emi sono chiesta in che modo l'autrice avrebbe dato il giusto spazio alla moglie di Egon utilizzando meno di 50 pagina. La risposta è arrivata leggendo. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Edith è ad una distanza siderale da Wally e nello stesso tempo le due donne sono vicinissime. Entrambe subiscono il fascino ed il potere che Egon ha su di loro. Entrambe ne comprendono l'abisso e ne rimangono folgorante, avviluppate, inghiottite.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma Edith è l'unica che scalza Wally sposando Egon ed è l'unica che riesce a dare il giusto valore a Wally nelle descrizioni che ne fa.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Inizialmente incuriosita dall'affinità, dall'elettricità che scaturisce dall'incontro tra Egon e Wally:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"L'elettricità che vibrava fa i loro corpi mi diede una lieve vertigine. Erano belli insieme". </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad un certo punto decide di accettare le attenzioni di Egon nonostante le diversità:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Egon era diverso da me in tutto in ogni sua strampalata idea, visione del mondo interpretazione e congettura. Era ecogentrico e arrogante, superbo. Un vulcano, un bambino. Un poeta. Un ribelle, un'anima tormentata un corpo che non conosceva quiete e mani che non smettevano mai di lavorare, occhi di osservare"</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se ne innamora e chiede chiarezza nel loro rapporto in una lettera:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Ti amo, ma non credere che io sia cieca o che sia la mia gelosia a pretendere che tu faccia un passo indietro con Wally. No, tutto ciò che voglio è chiarezza"</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed i due si sposano con non poche perplessità di Edith che dopo il matrimonio dirà:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Non ero bella né affascinante o conturbante, né libera come una delle sue modelle. Non ero più nemmeno tanto giovane. Secondo te perchè mi ha scelto?" </i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Edith ha qualcosa che Egon cerca: la placidità. Ha</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <i> "un viso molto particolare e uno sguardo sereno, quasi non conosceste problemi né preoccupazioni, un cielo spianato". </i>Questo le dice il pittore in uno dei primi incontri. E' la "roccia sicura su cui scivola via la pioggia. Noi ci saremo sempre perché la nostre radici sono forti abbastanza" </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Egon trova in lei il porto sicuro verso cui approdare e quietare lo spirito tormentato, passionale.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Romina Casagrande con uno stile impeccabile, pulito, chiaro, rapisce il lettore con un libro tutto al femminile.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Due donne, diverse unite da una stessa passione quella per Egon Schiele l'artista, il pittore, il poeta, come venne definito il "pornografo" di Vienna, a cui tutto fu concesso. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Egocentrico, eccentrico, arrogante, che in nome e per la sua arte giustificò ogni azione:</span><br />
<i style="font-family: verdana, sans-serif;">"Questa è arte!... E non può esistere immoralità nell'arte. L'arte è sempre sacra, anche quando ha come soggetto i peggiori eccessi del desiderio. Diventa una porcheria solo tramite l'osservatore, se costui è un porco."</i><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ringrazio pubblicamente il blog di <a href="https://www.silenziostoleggendo.com/" target="_blank">Azzurra</a> che con le sue recensioni sa darmi sempre una visione chiara dei libri permettendomi di indirizzare meglio le scelte di lettura. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro della Casagrande è entrato nella lista dei miei libri da leggere grazie alla sua recensione che trovate <a href="https://www.silenziostoleggendo.com/2019/03/07/recensione-le-ragazze-con-le-calze-grigie/" target="_blank">qui</a>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-34082938539095866522019-04-30T11:04:00.004+02:002019-05-21T22:19:37.096+02:00Recensione: Siracusa - D.Ephron 👍👍👍<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Le sorprese non arrivano dalle persone che conosciamo bene e certamente non da quelli che amiamo.</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le chiamiamo sorprese, ma sono avvenimenti ineluttabili"</span></i><br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><a href="https://4.bp.blogspot.com/-rrfJbbGI_-M/XMNi7xJae_I/AAAAAAAADW8/_UUpoo0BDJoFd_dOGiB-FrSpt0FkvOlfQCLcBGAs/s1600/arimg.ashx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="200" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-rrfJbbGI_-M/XMNi7xJae_I/AAAAAAAADW8/_UUpoo0BDJoFd_dOGiB-FrSpt0FkvOlfQCLcBGAs/s400/arimg.ashx.jpg" width="255" /></a></i></div>
<br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<u><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Trama: </span></span></u></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Due coppie vanno in vacanza insieme in Sicilia: Michael e Lizzie,
raffinati newyorchesi, lui scrittore affermato e lei giornalista
precaria; Finn e Taylor, lui ristoratore senza troppe pretese e lei
donna glaciale e madre oppressiva, vengono dal Maine e viaggiano con la
figlia Snow, una bambina strana e taciturna. Non si tratta di amici di
vecchia data, anzi: la confidenza è scarsa. Un invito nato quasi per
scherzo, durante una serata piacevole passata insieme, uno slancio di
entusiasmo, e i quattro americani si ritrovano in vacanza insieme
dall'altra parte dell'Atlantico. Ben presto spuntano gelosie e rivalità,
bugie, attrazioni incrociate e antipatie neanche troppo celate. In una
danza perfetta di luci e ombre, sotto il sole cocente di Siracusa
cominciano a addensarsi zone oscure. Finché, a complicare ulteriormente
le cose, spunta da lontano, ma si fa sempre più ingombrante, la presenza
della giovane amante di Michael. E la vacanza prende una piega
inaspettata... In un gioco di incastri</span></span><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> congegnato in maniera sapiente,
ognuno dei personaggi racconta la sua verità: quattro versioni diverse
della stessa storia, che però inevitabilmente vanno a convergere verso
un unico, tragico finale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Delia Ephron ha una scrittura che scorre veloce, fatta di descrizioni dettagliate ma anche di dialoghi incalzanti che mi hanno fatto immaginare il romanzo come un testo facilmente adattabile ad un film, non a caso la scrittrice è anche una famosa sceneggiatrice.</span><span style="font-size: small;"> Dopo aver chiuso l'ultima pagina mi sono ritrovata in mezzo ad un sentimento fatto di tristezza, malinconia e soprattutto inquietudine per il tragico finale di cui non anticiperò nulla.</span><br /><br /><span style="font-size: small;">Il romanzo è diviso in giornate quelle che i quattro "amici" trascorrono durante la loro vacanza in Italia. Tre giornate a Roma e quattro giornate a Siracusa. In ognuna di queste giornate a parlare sono i quattro protagonisti a cui è dedicato un capitolo. Michael e Lizzie sposati, Finn e Taylor anche loro sposati con la figlia Snow.</span><span style="font-size: small;"> Ognuno di loro racconta la sua versione dei fatti e degli eventi così che il lettore nel susseguirsi dei capitoli, passando da una versione all'altra, riceve quattro diverse immagini degli accadimenti e può forse ricostruire il quadro completo.</span><br /><span style="font-size: small;"> </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">I personaggi non si limitano a raccontare gli avvenimenti, narrati con il senno del poi visto che ripercorrono gli eventi dopo il rientro in America, ma si lasciano andare a delle vere e proprie confessioni sulla loro vita privata. E' così che scopriamo come si sono conosciuti Lizzie e Michael, Finn e Taylor, come procedono i rispettivi rapporti, la vita nel matrimonio, quali sono le paure, le difficoltà, i segreti malcelati l'uno verso l'altro in un incrocio a quattro.</span><br /><br /><span style="font-size: small;">Più si va verso il finale più il lettore costruisce dentro di sé i caratteri, le debolezze, scopre misteri di ognuno di loro.</span></span></div>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-rrfJbbGI_-M/XMNi7xJae_I/AAAAAAAADW8/_UUpoo0BDJoFd_dOGiB-FrSpt0FkvOlfQCLcBGAs/s1600/arimg.ashx.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="200" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-rrfJbbGI_-M/XMNi7xJae_I/AAAAAAAADW8/_UUpoo0BDJoFd_dOGiB-FrSpt0FkvOlfQCLcBGAs/s400/arimg.ashx.jpg" width="255" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></i></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da subito ho avuto una predilezione per i capitoli in cui a parlare è Lizzie, tanto da ritrovarmi a fare il tifo per lei. Forse perché in Lizzie ho percepito il personaggio meno drammatico e meno "colpito" dalle personali nevrosi o forse perché sembra essere l'unica, nonostante gli errori, a credere ancora nel rapporto di coppia.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con Michael e Finn è stato difficile identificarmi probabilmente per il fatto implicito che sono uomini. Taylor invece è quella verso cui ho provato subito fastidio. Un fastidioso ruolo di madre ossessiva, ben descritto dalla Ephron. La nevrosi di Taylor, una paura irrazionale e insana che rasenta la fobia, si riversa tutta sulla figlia Snow, fagocitando il rapporto.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mentre Snow, questa bambina sfortuna direi, è rimasta per me una figura misteriosa, ambigua, di cui la scrittrice non ci lascia capire molto. Snow a tratti è stata inquietante, in alcuni passaggi ha creato un'atmosfera di angoscia per i suoi silenzi, per gli atteggiamenti, per gli sguardi, un'angoscia che nasce da quel poco che lascia trapelare di sé e che ci fa percepire, anche se non vogliamo crederci fino alla fine, l'evento ineluttabile di cui sarà protagonista.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />Tutto il romanzo, ben costruito, ruota intorno ad un tema: nei rapporti più importanti non ci sono mai sorprese bensì solo eventi inevitabili, prevedibili, ineluttabili, come dice la scrittrice <i>"Le sorprese non arrivano dalle persone che conosciamo bene e certamente non da quelli che amiamo. Le chiamiamo sorprese, ma sono avvenimenti ineluttabili"</i>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E sono proprio questi avvenimenti, che i protagonisti avrebbero dovuto prevedere e quindi prevenire, ad essere narrati con grande maestria regalandoci una lettura scorrevole ed a tratti misteriosa.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />E voi lettori sarete in grado di leggere tra le righe, nei racconti di Michael, Lizzie, Taylor e Finn?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-89151477768504602532019-04-26T21:46:00.001+02:002019-04-26T21:46:38.372+02:00Tombolo: merletto goriziano - modello Fuselliamo nr 6 - Rivista 46 (2)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il lavoro iniziato e <a href="http://conifilitralemani.blogspot.com/2019/03/tombolomerletto-goriziano.html" target="_blank">postato</a> qui continua. Work in progress:</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-MEC3wLOq_uY/XMBa2v4arfI/AAAAAAAADVw/HOA4n9OJbwwcVewyGX9Qi-m8PSYnVXv_gCLcBGAs/s1600/IMG_20190407_183312-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-MEC3wLOq_uY/XMBa2v4arfI/AAAAAAAADVw/HOA4n9OJbwwcVewyGX9Qi-m8PSYnVXv_gCLcBGAs/s400/IMG_20190407_183312-01.jpeg" width="300" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chiuso il fiandra a tre paia sono ripartita da questo con una palmetta che poi si apre nella grande foglia, così la chiamo io, che ho lavorato in due fasi diverse dividendola in due parti da una linea invisibile. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-LIzD6YnhM84/XMBax9uM9xI/AAAAAAAADVk/3kXNY2PP3ZUVmwMH9QHb7sUt_2-UNazXgCLcBGAs/s1600/IMG_20190316_100354-01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1418" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-LIzD6YnhM84/XMBax9uM9xI/AAAAAAAADVk/3kXNY2PP3ZUVmwMH9QHb7sUt_2-UNazXgCLcBGAs/s400/IMG_20190316_100354-01.jpeg" width="353" /></a><a href="https://2.bp.blogspot.com/-8C-f-XyrHTs/XMBaZC3vp9I/AAAAAAAADVE/iTgv45K2Ec4DmjdgWmxcM1CwkDEy8NrdQCLcBGAs/s1600/IMG_20190316_100350-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1150" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-8C-f-XyrHTs/XMBaZC3vp9I/AAAAAAAADVE/iTgv45K2Ec4DmjdgWmxcM1CwkDEy8NrdQCLcBGAs/s400/IMG_20190316_100350-01.jpeg" width="286" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima il lato sinistro tutto eseguito a punto tela, poi il lato destro, lavorato con un bellissimo punto di fondo che deve essere eseguito seguendo attentamente lo schema fornitomi dalla mia insegnante, Antonella della Bella.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-gNQVykf5ro4/XMBa1huP0wI/AAAAAAAADVs/5MpczwwjzsobrDuH4GE-FnwtEPoxj44bwCLcBGAs/s1600/IMG_20190325_205523-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-gNQVykf5ro4/XMBa1huP0wI/AAAAAAAADVs/5MpczwwjzsobrDuH4GE-FnwtEPoxj44bwCLcBGAs/s400/IMG_20190325_205523-01.jpeg" width="300" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-V-AWBI6FBtM/XMBa1XSc0_I/AAAAAAAADVo/x0pBCuy_ziMD8wwSpAWdv1DMdUoWxbWrwCLcBGAs/s1600/IMG_20190407_183306_edited.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1325" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-V-AWBI6FBtM/XMBa1XSc0_I/AAAAAAAADVo/x0pBCuy_ziMD8wwSpAWdv1DMdUoWxbWrwCLcBGAs/s400/IMG_20190407_183306_edited.jpeg" width="330" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una volta completata la foglia, con le dovute diminuzioni, si prosegue per tutto il bordo esterno, anche questo eseguito con un punto di fondo davvero divertente, con due trame che si scambiano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il bordo si chiude nell'altra foglia che andrà eseguita al contrario per chiudersi nella palmetta finale, ma qui ci devo ancora arrivare. </span></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-e8cAo5cyoMA/XMBaZCrFwxI/AAAAAAAADVI/DjGymGW5JHYCWuHYqzZCpkC3DqV5w_XRgCLcBGAs/s1600/IMG_20190406_213219-01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1504" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-e8cAo5cyoMA/XMBaZCrFwxI/AAAAAAAADVI/DjGymGW5JHYCWuHYqzZCpkC3DqV5w_XRgCLcBGAs/s400/IMG_20190406_213219-01.jpeg" width="375" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-kz6nUcjHuz8/XMBawnxUfVI/AAAAAAAADVg/IqgR7WtX5GAuVgrtcYKizXH2UmHIXaCUACLcBGAs/s1600/IMG_20190407_183327-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1549" data-original-width="1600" height="386" src="https://4.bp.blogspot.com/-kz6nUcjHuz8/XMBawnxUfVI/AAAAAAAADVg/IqgR7WtX5GAuVgrtcYKizXH2UmHIXaCUACLcBGAs/s400/IMG_20190407_183327-01.jpeg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-56854866014816088192019-04-22T22:09:00.001+02:002019-05-21T11:03:27.829+02:00Letture: Théodore e Dorothée A. Postel 👍👍👍<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Non era affatto colpa loro se era finita, avevano fatto del loro meglio; era colpa della coppia assoluta, come certi prodotti industriali, era programmata per durare poco. </span></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con Dorothée gli sembrava tutto diverso: erano al tempo stesso giovani e vecchi; non erano innamorati dell'Amore; sapevano annoiarsi insieme.“</span></i></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-H_fxh00gcP0/XKxXBo5dOoI/AAAAAAAADPY/kuQxyphzr1EQS0Kvg4QeMdt18miYZ6ofQCLcBGAs/s1600/0x300.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="209" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-H_fxh00gcP0/XKxXBo5dOoI/AAAAAAAADPY/kuQxyphzr1EQS0Kvg4QeMdt18miYZ6ofQCLcBGAs/s400/0x300.png" width="278" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><u>Trama</u>:</span></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Théodore e Dorothée sono, a modo loro, una coppia perfetta, a cominciare
dai nomi di battesimo, uno l'anagramma dell'altro. Lui programmatore
informatico, lei insegnante impegnata da anni in un'ambiziosa tesi di
laurea su un politico francese, sono giovani, belli, progressisti, e
soprattutto si amano profondamente, al punto di compiere il grande passo
e prendere una casa insieme, a Parigi. Eppure, la loro vita è un
continuo interrogarsi: qual è il modo migliore di divertirsi? Che cosa
si deve mangiare, e che cosa no? Che cosa fare del proprio corpo, e
quanto prendersene cura? A cosa consacrarsi? È più giusto fondare una
famiglia, lavorare, oppure arricchire la schiera degli «indignati»? Con
il suo terzo romanzo, Alexandre Postel abbandona le atmosfere noir e
metafisiche della «Gabbia» per dedicarsi all'anatomia di una coppia e
delle sue dinamiche. E attraverso i suoi due protagonisti racconta, con
partecipe ironia, un'intera generazione, in perenne attesa di una
primavera che sembra sempre dietro l'angolo ma che non arriva mai.
</span></span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho chiuso l'ultima pagina di questo libro e sono rimasta meditabonda. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci ho messo un pò per elaborare le sensazioni che la storia di Postel mi ha lasciato, le parole si sono sedimentate piano piano dentro di me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Durante la lettura ci sono stati due sentimenti contrastanti che si sono alternati: sono stata infastidita, quasi da voler chiudere le pagine e mi sono ritrovata a sorridere, divertita identificandomi con alcune descrizioni degli stati interiori dei due personaggi.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Postel dedica ogni capitolo ad un tema che riguarda sia la coppia nel loro essere, sia l'individuo che vive nella coppia come singolo. I temi affrontati sono terreni e pratici: la scelta della casa dove abitare, la scelta di un'alimentazione più sana, decidere se prendere un gatto oppure no, interrogarsi sulla famiglia, sul matrimonio, sui figli, decidere di circondarsi di bellezza e quindi cominciare a rivedere l'arredamento della casa, viaggiare, addirittura decidere di scrivere un libro insieme.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Lo scrittore ci fa sedere davanti a questa coppia e ci rende spettatori silenti sia delle decisioni condivise, sia del mondo interiore di ognuno di loro. Stiamo lì pagina dopo pagina, osservando fino a quando ... Opsss.... Ci identifichiamo con l'uno o con l'altro, conil singolo o con la coppia.</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Postel utilizza i personaggi per offrirci le sue riflessioni e fin qui poco
male, se non fosse che in alcuni punti, secondo me, perde di vista la storia ed i
personaggi, si stacca da tutto con il solo fine di dare spazio ai suoi
pensieri e sono state queste pagine ad infastidirmi, le ho
trovate eccessive, il romanzo sembra trasformarsi in un saggio. </span></span></span></span></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Di contro riesce a darci delle descrizioni calzanti e magistrali della vita di coppia, ricordandoci che la coppia, appunto, è l'unione di due individui che hanno vissuto una vita da singoli prima di decidere di vivere insieme. </span></span></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La relazione/reazione nell'incontro/scontro del singolo nella coppia è</span></span></span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> il tema centrale del romanzo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Realistiche sono le descrizioni delle azioni quotidiane di Théodore e Dorothée:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Théodore si offri di passare l'aspirapolvere. E mentre lui andava da una stanza all'altra, due auricolari bianchi nelle orecchie, jeans a vita bassa che doveva ritirare su ad intervalli regolari. Dorothée, in ginocchio lavava il pavimento del bagno sotto la luce tremolante dei faretti. Quando ebbe finito, sollevando la testa notò tra due piastrelle della cabina della doccia un principio di muffa.</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Sospirò. Si erano trasferiti da appena quindici giorni, e già la sporcizia s'impossessava dei luoghi. Non era possibile vivere in un mondo senza polvere né muffe? Non meritavano uno scrigno più puro? Era chiedere troppo? Piombò nello sconforto. Andò a stendersi sul letto, sprofondando in cupi pensieri. C'era polvere ovunque, tornava sempre.." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E mentre Dorothée</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> precipita nei suoi pensieri e nelle sue profonde riflessioni: </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">"coperta dal ronzio dell'aspirapolvere, la voce di Théodore le arrivava lontana, insistente:<<Che si mangia? Mi senti? Che si mangia?>></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non è capitato anche a voi di vivere una situazione simile?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ancora quando Théodore decide di comprare un materasso doublé nonostante l'elevato prezzo avesse fatto inorridire Dorothée al negozio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Arriva il letto comprato in segreto e: <i>"Dorothée era sembrata contenta, ma non quanto si aspettava Théodore, che per quel letto matrimoniale confidava in una fastosa cerimonia di inaugurazione"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Di contro dentro Dorothée succede ben altro: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Non amava le sorprese, tanto più se fatte da un uomo. Perché in quei casi si sentiva trattata da ragazzina, obbligata a battere le mani saltando al collo del suo benefattore. In fondo non volevano tutti la stessa cosa? Una bambola che li rassicurasse da mattino a sera..? Si ricordava di sua madre..."</i></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non è capitato anche a voi?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-H_fxh00gcP0/XKxXBo5dOoI/AAAAAAAADPY/kuQxyphzr1EQS0Kvg4QeMdt18miYZ6ofQCLcBGAs/s1600/0x300.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="209" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-H_fxh00gcP0/XKxXBo5dOoI/AAAAAAAADPY/kuQxyphzr1EQS0Kvg4QeMdt18miYZ6ofQCLcBGAs/s400/0x300.png" width="278" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad un certo punto dopo la metà del libro ci rendiamo conto che sono passati diversi anni ed assistiamo ad un cambiamento nella relazione della</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> coppia che passa dall'iniziale scelta della casa dove vivere insieme il loro amore, dove ascoltano con incredulità i vicini che litigano, a litigare loro stessi in pubblico per il solo gusto di attaccarsi. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Le loro liti diventarono più frequenti e perfino sistematiche. Alla prima occasione, il frigo chiuso male, i capelli sparsi nel lavandino, un invito a cena, una dimenticanza, rispuntava l'ostilità... E le parole - all'inizio rare e lente come le prime gocce di un temporale, ma presto forti e abbondanti - le parole, riversate da chissà quale turbine intimo, distruggevano le scarpate, sgretolavano le pietre, s'infiltravano in tutto,"</i></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ci prendevano gusto. Non solo queste scenate, elettrizzando un'ora o due, ingannavano la malinconia, ma erano fonte di un'energia singolare. Con la potenza di un liquore forte, la lite permetteva a ognuno di loro di riconquistare una sensazione di identità all'interno dell'insieme poroso e indistinto della coppia. Su questo piano, il culmine della soddisfazione era spettacolarizzare le loro diversità davanti agli estranei: niente li eccitava tanto né umiliava di più, di litigare in presenza di amici."</i></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">C'è
un velo di tristezza
nell'osservare le modalità con cui Théodore e Dorothée affrontano il
passare del tempo e la loro apparente staticità, ma chi non l'ha provata? </span></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questa coppia rappresenta l'evoluzione o meglio l'involuzione di tutte le coppie: l'euforia
iniziale piano piano lascia spazio alla quotidianità che i due cercano
di superare attraverso diversi escamotage: il cibo, i viaggi, le serie tv, i viaggi, anche le liti.</span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-PxVzpPZfrB8/XL22MCGvyEI/AAAAAAAADUs/pPNi6dfelsEV41Gz-Mze4KyDabQAV3higCLcBGAs/s1600/IMG_20190422_143504-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1145" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-PxVzpPZfrB8/XL22MCGvyEI/AAAAAAAADUs/pPNi6dfelsEV41Gz-Mze4KyDabQAV3higCLcBGAs/s400/IMG_20190422_143504-01.jpeg" width="286" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Allora c</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ome sopravvivere al passare del tempo nella quotidianità? Postel, secondo me, ci da una sua risposta:</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <i>"sapevano annoiarsi insieme".</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La coppia rimane fedele a se stessa, anche nella noia nel passare del tempo, nelle liti, nel trovare i modi per affrontare l'abitudine e l'oblio che ne consegue.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quando tornano da una vacanza con degli amici, quando si recano ad un matrimonio o quando vanno a trovare degli amici con una bambina piccola, in tutte queste occasioni in cui la coppia si incontra con <i>"altro"</i> né nascono inevitabilmente delle domande: domande sul matrimonio, sulla famiglia, sui figli, sugli stili di vita, sul sesso. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A queste domande Thédore e Dorothée rispondono attraverso delle osservazioni che sono della coppia:</span><br />
<br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Le osservazioni che si scambiavano avevano un punto in comune: per un verso o per un altro, tendevano tutte a sminuire la coppia in compagnia della quale avevano trascorso gli ultimi due giorni, a sottolinearne i limiti, a subodorare l'insoddisfazione reciproca. Questo li rinvigoriva, li giustificava."</span></i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sembrerebbe
quasi una chiusura, ed in effetti in un certo senso lo è, ma io trovo
che sia un modo per preservare la coppia e se stessi. Non cerchiamo
forse nell'altro un porto sicuro dove approdare? Non cerchiamo nella coppia una coesione di visione?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non è successo anche a voi di tornare da una cena con degli amici e di commentare la serata trovando proprio in quei commenti una solidità, una riconferma della coppia, con le sue regole, la sua intimità, il suo personale modo di vivere, in modo da <i>giustificarsi e rinvigorirsi</i>, come dice Postel. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Che
questa scelta sia fatta per paura di evolvere in qualcos'altro, per
evitare il confronto che comporta sempre un cambiamento e con il cambiamento nuovi equilibri, che sia giusta o
sbagliata, questo non so dirlo, di fatto è una chiave con cui Théodore e Dorothée affrontano il passare del tempo insieme. </span><br />
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chiudo il lungo post con un ultimo brano del libro che ho trovato davvero poetico, perchè ci sono anche alcune pagine poetiche nella descrizione dell'intimità di questa coppia che ne rappresenta tante:</span><br />
<br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Solo sulle uova non si trovavano d'accordo: Théodore le preferiva bazzotte. Ma anzichè dividerli, quella differenza consolidava la loro unione; la loro tenerezza germogliava nelle attenzioni reciproche per soddifasfare i rispettivi gusti: Théodore, dopo quattro minuti esatti toglieva dall'acqua le sue uova bazzotte che Dorothée, al tavolo del soggiorno, gli scgusciava scottandosi le dita, e tornava in cucina per aspettare ancora tre minuti prima di portare alla compagna due uova ben sode, insieme alla paprika con cui lei amava condirle.</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Guardandosi negli occhi ognuno addentava nello stesso istante il proprio uovo, sodo e liscio in un caso, molle e tremolante nell'altro."</span></i><br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-62923165401872600692019-04-20T21:39:00.001+02:002019-04-20T21:39:35.520+02:00Buona Pasqua <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-jKbK1n-LiWQ/XLtz-9a2f4I/AAAAAAAADSg/ENqhVtZzzh8KoTR2sTDv52k0BXnwzVg_QCLcBGAs/s1600/IMG_20190417_182444-02.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1208" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-jKbK1n-LiWQ/XLtz-9a2f4I/AAAAAAAADSg/ENqhVtZzzh8KoTR2sTDv52k0BXnwzVg_QCLcBGAs/s320/IMG_20190417_182444-02.jpeg" width="241" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-NvJU_j1lMGE/XLt0ARDhvEI/AAAAAAAADSo/SU_phNj1UEsPeqApaTtVGaWbawi1jPZaQCLcBGAs/s1600/IMG_20190417_182408-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-NvJU_j1lMGE/XLt0ARDhvEI/AAAAAAAADSo/SU_phNj1UEsPeqApaTtVGaWbawi1jPZaQCLcBGAs/s320/IMG_20190417_182408-01.jpeg" width="240" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-2SRoqxw5MJQ/XLt1L2qEYDI/AAAAAAAADTA/i6cBNnOJ9qgxq813CIG8uhDr7D-w_7BAQCLcBGAs/s1600/IMG_20190420_170551-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1252" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-2SRoqxw5MJQ/XLt1L2qEYDI/AAAAAAAADTA/i6cBNnOJ9qgxq813CIG8uhDr7D-w_7BAQCLcBGAs/s320/IMG_20190420_170551-01.jpeg" width="250" /></a></div>
<br />Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-34131346428565497862019-04-09T16:26:00.001+02:002019-05-21T11:03:42.663+02:00Letture: "L'uomo che metteva in ordine il mondo" Fredrik Bsckman<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"... lei aveva chinato il capo contro il petto del marito e aveva sussurrato: <<Possiamo occuparci della vita, o possiamo occuparci della morte, Ove. Dobbiamo andare avanti>></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>E così era stato."</i></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Credo che non ci sia frase più adatta per riassumere questo bellissimo romanzo di uno degli autori che più amo.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" src="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le 300 pagine scritte magistralmente da Backman, come del resto l'altro suo libro che ho letto e amato <a href="http://conifilitralemani.blogspot.com/2019/03/letture-mia-nonna-saluta-e-chiede-scusa.html" target="_blank">"<i>Mia nonna saluta e chiede scusa"</i></a>, sono un'alternanza continua tra la vita che scorre e la morte; ed è proprio nella morte che Ove cerca conforto, anzi la cerca a braccia aperte per arrivare il prima possibile all'appuntamento della sua vita: ritrovare la sua amata Sonja.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Non era che Ove avesse smesso di vivere quando Sonja se n'era andata. Semplicemente aveva smesso di guardare avanti. Il dolore è una cosa strana." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E' come se Backman avesse deciso di fare una staffetta tra la vita e la morte in un continuo passaggio del testimone. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In un voltar di pagina si passa dal ridere di gusto delle battutte ironiche che Ove non risparmia a nessuno </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">regalandoci degli sketch esilaranti:</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <i>"perchè </i></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ce l'ha un po' con tutti nel quartiere:
con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a
fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un
ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua
a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza
e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore,
va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si
assicura che le regole siano rispettate" </span></i> </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">alla profonda tristezza di assistere ai vani tentativi di Ove di uccidersi per liberarsi di quella vita che non ha più senso senza l' unica persona che lo abbia mai amato e capito: sua moglia Sonja.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Ma qualcosa si rompe in un uomo, quando seppellisce l'unica persona che lo abbia mai capito. Non c'è tempo che guarisca quel genere di ferite."</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una tristezza delicata che pervade il lettore quando Ove si reca puntualmente sulla lapide della moglie per rassicurarla che non tarderà al loro appuntamento, che c'è stato movimento negli ultimi giorni e si è dovuto occupare di alcune cose e persone ma che non tarderà all'appuntamento con la morte. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mentre lei, la morte beffarda, si prende gioco di Ove. Gli ha portato via Sonja ma ancora non porta con sè Ove, anzi ogni suo tentativo di uccidersi si rivela vano.</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" src="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed il tema della morte è un tema ricorrente nelle pagine scritte da Backman, anche l'altro libro "<i>Mia nonna saluta e chiede scusa</i>" inizia con una morte: quella della nonna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Backman in entrambi i libri fa parlare le persone più sofferenti, quelle che hanno perso i loro amati: Elsa senza la nonna, Ove senza la moglie, offrendoci due personaggi indimenticabili.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Backman ci parla della morte, del suo mistero o come dice lui della uaccuriosità: <i> </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Perchè la più grande paura legata alla morte è che ci passi accanto. Che si prenda chi amiamo. E che ci lasci soli".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Forse questa è davvero la paura più grande per noi perchè l'assenza di chi ci ha accompagnato nella vita, la perdita delle persone che ci sono accanto non solo crea un vuoto ma ci ricorda chiaramente che la morte è un appuntamento a cui non possiamo sottrarci. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La morte è una cosa curiosa. Viviamo tutta la vita come se non esistesse, ma il più delle volte è una delle ragioni in assoluto più importanti per vivere. Alcuni di noi ne diventano consapevoli così in fretta che vivono pù intensamente, e in maniera più furiosa. Altri necessitano della sua costante presenza per sentirsi vivi, altri ancora finiscono per accomodarsi nella sua sala d'attesa molto tempo prima che lei abbia annunciato il suo arrivo." </i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" src="https://1.bp.blogspot.com/-Az-X3SvSaG8/XJ0xlh5xHXI/AAAAAAAADKI/xQGqZMinORE8aDyNjnzkwIK9yD71JAP6gCLcBGAs/s1600/backman.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma non pensiate che visto il tema il libro sia pesante, tutt'altro. Ci sono pagine e pagine di una poesia e delicatezza infinita, sono le pagine in cui si parla dell'amore tra Ove e Sonja:</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"La gente diceva che Ove e sua moglie erano come il giorno e la notte. Intendendo che lui fosse la notte, era ovvio."</span></i></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Perchè la gente diceva che Ove vedeva il mondo in bianco e nero. Ma lei era il colore. Tutto il suo colore."</span></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br id="docs-internal-guid-6e8da490-7fff-b296-a159-6c3e37d98426" /></span><br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“E una mattina, poco dopo aver staccato il turno, l'aveva vista. Con le sue scarpe rosse, la spilla d'oro e tutti quei capelli castani dorati. E quella risata che, per il resto della sua vita, lo avrebbe fatto sentire come se qualcosa gli corresse a piedi nudi dentro il petto. “</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><br /></span>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“Agli occhi di Sonja, però, Ove non era né burbero, né inquadrato e spigoloso. Per lei, Ove era il mazzo di fiori rosa lievemente avvizziti che lui le aveva offerto al loro primo appuntamento. Era la giacca marrone del padre, un po’ stretta sulle sue spalle larghe. “</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><br /></span>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“Quando gli accarezzava l'avambraccio, che era grosso come la sua coscia, e gli faceva il solletico finché il viso imbronciato si apriva in un sorriso, come una forma di gesso che si spacchi e lasci fuoriuscire una scultura meravigliosa, qualcosa dentro di lei cantava. E quegli istanti erano solo suoi. “</span></span></div>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-size: 11pt; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre;">“Adesso dovrai amarmi il doppio”gli aveva detto. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-size: 11pt; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre;">Allora Ove le aveva mentito, rassicurandola che </span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "verdana"; font-size: 11pt; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre;">lo avrebbe fatto, malgrado sapesse </span><span style="font-family: "verdana"; font-size: 11pt; font-style: italic; white-space: pre;">molto bene </span><br />
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 11pt; font-style: italic; white-space: pre;">che era impossibile amarla più di quanto già faceva."</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alla fine la morte arriva per tutti, inevitabilmetne, ineluttabilmente, ma Backman ci offre quella che forse è l'unica soluzione per affrontare la perdita ed il dolore: <i>"possiamo occuparci della morte o possiamo occupaci della vita."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A voi la scelta di scoprire quale decisione prenderà Ove decidendo di leggere questo straordinario romanzo per innamorarvene.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-68958183860158390772019-03-31T17:30:00.001+02:002019-03-31T17:31:34.620+02:00Tombolo: merletto goriziano - modello Fuselliamo nr 6 - Rivista 46 (1)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1Gkls7x2VG8/XJ_TWhqKwJI/AAAAAAAADKY/_hgrKxMP6IY-k_dQWjACmq96TcbOrvjyACLcBGAs/s1600/IMG_20190302_100122-01.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1280" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-1Gkls7x2VG8/XJ_TWhqKwJI/AAAAAAAADKY/_hgrKxMP6IY-k_dQWjACmq96TcbOrvjyACLcBGAs/s400/IMG_20190302_100122-01.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il nuovo lavoro che vi mostro è eseguito con la tecnica del merletto goriziano. Per me è una nuova esperienza, anche se alcune tecniche di lavorazione le conoscevo già e le ho dovute solo rinfrescare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il merletto è in lavorazione, visto che lo sto lavorando con l'insegnante durante le ore di lezioni, ogni 15 giorni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oggi vi mostro la sezione da cui ho iniziato, eseguita con la tecnica del <i>fiandra a tre paia</i>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Lavorare con sole tre paia rende il lavoro leggero, mentalmente, rispetto alle tantissime coppie dell'aquilano e dei torchon. Questo non toglie che deve essere eseguito con una certe lentezza per poter lavorare una buona biscetta e passo passo le barrette, i pippiolini, il passaggio della biscetta sopra a se stessa nelle curve e nei riccioli formati dal disegno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-bY8rhrQULag/XJ_TZUxO5_I/AAAAAAAADKc/uI9dSebz2Ncr9gIxcPaUhbRjPUebxuruACLcBGAs/s1600/IMG_20190302_100216-01.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1425" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-bY8rhrQULag/XJ_TZUxO5_I/AAAAAAAADKc/uI9dSebz2Ncr9gIxcPaUhbRjPUebxuruACLcBGAs/s400/IMG_20190302_100216-01.jpeg" width="356" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-I6KAHvI-wng/XJ_TpVa-OwI/AAAAAAAADKs/4uShdSBqmBkoeLhqjJpiYNtjdhrpolv6QCLcBGAs/s1600/IMG_20190302_180442-01.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1234" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-I6KAHvI-wng/XJ_TpVa-OwI/AAAAAAAADKs/4uShdSBqmBkoeLhqjJpiYNtjdhrpolv6QCLcBGAs/s400/IMG_20190302_180442-01.jpeg" width="307" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-a-9WF-rijBI/XJ_TfvztHII/AAAAAAAADKk/BfKCPvupYEUomOyTaHT1v0J9zapqCiJewCLcBGAs/s1600/IMG_20190302_181319-01.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1492" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-a-9WF-rijBI/XJ_TfvztHII/AAAAAAAADKk/BfKCPvupYEUomOyTaHT1v0J9zapqCiJewCLcBGAs/s400/IMG_20190302_181319-01.jpeg" width="372" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Logicamente il goriziano, oltre che per le poche paia si differenzia dalla tecnica dell'aquilano e dei torchon (detti anche a filo continuo perchè le coppie si mettono all'inizio e si lavora con quelle per tutto il merletto) perché è un lavoro a fili spezzati, cioè ogni sezione è iniziata e finita quindi ogni volta è necessario chiudere le coppie e riattacarle nella sezione successiva, in questo modo è possibile lavorare con i fili colorati. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il modello, scelto dalla rivista <a href="http://www.fuselliamo.it/shop.html" target="_blank"> "Fuselliamo"</a> nr 46 (lavoro nr 6) che vedete nella foto a seguire, è stato lavorato utilizzando diverse gradazioni di bianco e corda, io invece ho deciso di utilizzare dei colori che richiamano quelli di un fiore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-NBaZISWkx1g/XJ_TcXjJgwI/AAAAAAAADKg/KY_wjI4Yjn4XbdOSjBo7p3x4rYe-s5StACLcBGAs/s1600/IMG_20190209_104452-01.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1036" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-NBaZISWkx1g/XJ_TcXjJgwI/AAAAAAAADKg/KY_wjI4Yjn4XbdOSjBo7p3x4rYe-s5StACLcBGAs/s400/IMG_20190209_104452-01.jpeg" width="258" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco che per il fiandra a tre paia ho scelto un verde chiaro (filato nr 50) menre per la biscetta intorno utilizzerò un verde di una gradazione più scura.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-ABJ3ruIxEQY/XJ_TveU5wLI/AAAAAAAADK0/o3E3Vt4e6SgxjUghfPxXBT-D_BfA4kq7ACLcBGAs/s1600/IMG_20190310_182829-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1009" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-ABJ3ruIxEQY/XJ_TveU5wLI/AAAAAAAADK0/o3E3Vt4e6SgxjUghfPxXBT-D_BfA4kq7ACLcBGAs/s400/IMG_20190310_182829-01.jpeg" width="251" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-zEyJTMF7d8A/XJ_T2N50M2I/AAAAAAAADK4/a77TNf7yazob0-DnwtJgbnVRgO0SkMfWQCLcBGAs/s1600/IMG_20190316_100318-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1250" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-zEyJTMF7d8A/XJ_T2N50M2I/AAAAAAAADK4/a77TNf7yazob0-DnwtJgbnVRgO0SkMfWQCLcBGAs/s400/IMG_20190316_100318-01.jpeg" width="311" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Rispetto al disegno ho scelto, in accordo con l'insegnante, di non fare le palette interne in modo da semplificare la tecnica, al posto di queste ho lanciato delle semplici barrette.</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-20IlC9tWJeg/XJ_WloaNI2I/AAAAAAAADLY/MqQ_h1kSquIEsVZeym28fZ6Q2sPGo9OoQCLcBGAs/s1600/IMG_20190316_100321-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1366" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-20IlC9tWJeg/XJ_WloaNI2I/AAAAAAAADLY/MqQ_h1kSquIEsVZeym28fZ6Q2sPGo9OoQCLcBGAs/s400/IMG_20190316_100321-01.jpeg" width="341" /><span style="color: black;"></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco la sezione con il fiandra a tre paia finito dove si intravede anche l'inizio della parte superiore (color corda) che contiene il "fiore".</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-m5WQTKEeKi4/XJ_VB2aU0_I/AAAAAAAADLM/82ywEy2vkRMixz3KPFG97yO7AMzI3sMQACLcBGAs/s1600/IMG_20190316_143644-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1435" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-m5WQTKEeKi4/XJ_VB2aU0_I/AAAAAAAADLM/82ywEy2vkRMixz3KPFG97yO7AMzI3sMQACLcBGAs/s400/IMG_20190316_143644-01.jpeg" width="357" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nei prossimi post vi mostrerò il work in progress del merletto. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel frattempo un saluto a chiunche passà a fare una visita nel blog.</span></div>
<br />Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-27888933537536165792019-03-19T11:51:00.003+01:002019-05-21T11:03:58.844+02:00Letture: "Mia nonna saluta e chiede scusa" Fredrik Backman<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>" Maud prepara i sogni, perché quando il buio è troppo grande per farcela, e troppe cose si sono rotte in troppi modi perché si possano riparare, Maud non sa davvero che arma usare se non i sogni.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quindi fa così. Un giorno alla volta, un sogno alla volta. Si può pensare che sia giusto e si può pensare che sia sbagliato. E di sicuro si ha ragione in entrambi i casi. Perché</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> la vita è sia complicata che semplice. </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> questo esistono i biscotti."</span></i><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho scelto questa frase per introdurre il libro. Una frase che può sembrare </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">incomprensibile, ma che secondo me rappresenta l'essenza del romanzo: una splendida esperienza di lettura dai toni magici, fiabeschi ma anche molto terreni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Risultati immagini per mia nonna saluta e chiede scusa" class="irc_mi" data-iml="1552907703707" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/5159szOvzmL.jpg" style="margin-top: 42px;" width="268" /></span></div>
<br />
<i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Parlare di questo libro, finito da pochissimo, è davvero difficile perché </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">dentro di me appena ho chiuso l'ultima pagina sono esplosi due sentimenti contrastanti: la tristezza di sentirmi orfana di una lettura meravigliosa, la gioia per aver avuto la fortuna di incontrare questo scrittore e questo libro che </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">si legge tutto di un fiato e le 400 pagine scorrono veloci veloci senza lasciare mai spazio per un pausa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La voce narrante è quella di Elsa la bambina di quasi otto anni che si ritrova ad affrontare la morte della nonna, una nonna speciale, diversa così come lo è Elsa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La diversità e non solo visto che di temi nel romanzo ce ne sono tantissimi, è il tema preponderante del romanzo. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La diversità è sinonimo di speciale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La diversità di Elsa che in quanto tale viene perseguitata dai bambini della scuola che lei chiama "Intelligentoni".</span></div>
<div>
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Non c'è niente di male a essere una bambina diversa, la nonna diceva che solo le persone diverse cambiano il mondo!"</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: justify;">"Elsa invece è diversa. E se i superpoteri fossero una cosa normale ce li avrebbero tutti." </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La diversità della nonna: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La
nonna ha settantasette anni .... Dicono che la nonna sia pazza, ma in
realtà è un genio. E' soltanto un pò fuori di testa. Faceva il medico,
ha vinto dei premi ... Andava nei posti peggiori del mondo nel momento
in cui tutti gli altri scappavano, salvava vite umane e si batteva
contro il male in ogni angolo del pianeta. Come fanno i supereroi. "</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La
nonna di Elsa viveva ad una velocità diversa dagli altri. Funzionava in
modo diverso. Nel mondo reale nell'ordine, lei era il caos. Ma quando
il mondo reale crolla, quanto tutto diventa caos, a volte le persone
come la nonna possono essere le uniche che funzionano. Era il suo
superpotere." </i></span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Tutti i bambini di sette anni si meritano dei supereroi. E' così e basta. E chi non la pensa così è fuori di testa.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>La nonna di Elsa lo dice sempre."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La diversità degli inquilini del palazzo di Elsa, ognuno con il suo superpotere, che potremmo riassumere per noi intelligentoni: ognuno con le sue qualità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con la morte della nonna e per volontà unilaterale della nonna Elsa si trova, senza deciderlo, a seguire una caccia al tesoro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elsa deve consegnare delle lettere ad ogni inquilino dello stabile, in ogni lettera la nonna appunto saluta e chiede scusa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le scuse della nonna sono legate al suo vissuto e mano mano Elsa scoprirà le diverse storie reali, intrecciate tra loro di ogni inquilino. Una serie di scoperte che permetteranno ad Elsa di ridipingere il quadro della vita della nonna prima della sua nascita e che non la lasceranno indifferente<i>. </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il lettore accompagna Elsa in questo viaggio, mano mano tenendole la mano, standole dietro, osservando con i suoi occhi, ascoltando con le sue orecchie, rimanendo incollato alle pagine. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E Backman ci regala una storia ed una fiaba, perchè ogni personaggio nella realtà è identificato con un personaggio del mondo fantastico e fiabesco, anzi dei mondi fiabeschi (ben sette) che la nonna ha raccontato ad Elsa nel corso della sua infanzia attraverso il loro linguaggio segreto.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Backman è magistrale nel passare da un piano all'altro: dalla fiaba alla realtà e viceversa: </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>" Elsa non sa se questo significhi che la nonna ha preso tutte le sue storie dal mondo reale e le ha ambientate a Miamas oppure se le storie di Miamas sono diventate così vere che le creature sono arrivare fino nel mondo reale..."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>" Elsa si ricorda che la nonna diceva sempre che "le fiabe migliori non sono mai del tutto vere e mai del tutto inventare" Era questo che intendeva dicendo che sfidano la realtà. Per la nonna non esisteva niente che fosse al cento per cento l'uno e l'altro. Le fiabe erano del tutto reali e al tempo stesso del tutto irreali."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scelta della nonna di raccontare ad Elsa una fiaba, tante fiabe, un mondo di fiabe come metafora del mondo reale nasce dal fatto che la realtà supera di gran lunga la fantasia e le storture della realtà vissute dalla nonna medico possono essere raccontate ad una bambina solo attraverso le fiabe e forse anche la nonna riusciva a superare il dolore e la sofferenza della realtà sublimandola con le fiabe per poter continuare ad aiutare le persone nel mondo e non soccombere al dolore ed alla perdita:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Il più grande potere della morte non è far morire le persone, ma far desiderare a quelle che rimangono di smettere di vivere." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad un certo punto infatti Backman scrive:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"E' troppa realtà per una bambina di quasi otto anni. Troppa quasi per chiunque di quasi qualunque età".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Risultati immagini per mia nonna saluta e chiede scusa" class="irc_mi" data-iml="1552907703707" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/5159szOvzmL.jpg" style="margin-top: 42px;" width="268" /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elsa è un personaggio fantastico. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La nonna è un personaggio fantastico ma all'inizio non lo avevo compreso perchè le bizzarre trovate della nonna mi lasciavano interdetta, sospesa, da brava intelligentona non riuscivo a dare un senso a tutti gli "eccessi" della nonna.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma Backman ce lo dice subito, lo spiega con grande chiarezza, nelle primissime pagine del libro: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La nonna è una di quelle persone che ci si porta in guerra."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La nonna è al suo fianco. Le impedisce di chiedere scusa. Le impedisce di prendersi la colpa. La nonna non dice mai ad Elsa di fregarsene ..." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E mi chiedevo: come può una nonna portare la nipote, anzi spingere la nipote in guerra con quei coetanei che la perseguitano, sarebbe meglio far finta di niente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi leggendo il libro ho compreso, ho capito: la nonna è un personaggio fantastico, lei difende la nipota ma soprattutto la diversità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E' la diversità che ci rende unici, speciali, supereroi, persone che possono fare la differenza e se tale diversità viene perseguitata non è possibile stare zitti e subire o peggio fare finta di niente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E la nonna non lo fa mai: <i>"I classici della nonna erano sempre per Elsa"</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tutte quelle che noi intelligentoni definiamo "bizzarre trovate" sono fatte dalla nonna con un unico scopo fronteggiare chiunque o qualunque cosa possa distruggere la diversità, la diversità che ci rende unici. Ad ognuno il suo superpotere che deve essere difeso, custodito, valorizzato, utilizzato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i> E' davvero impossibile essere furibondi con qualcuno che è pronto a diventare un terrorista per la propria nipote"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Elsa ad un certo punto riconosce che gli "intelligentoni" ce l'hanno tanto con lei probabilmente perché lei li affronta e non si sottomette, lei protegge la sua diversità e questo lo ha imparato con la nonna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Del resto la stessa nonna ha dovuto combattere con chi voleva farla fermare, arretrare, smettere di utilizzare il suo superpotere, quello di saper salvare vite umane nel caos e nel buio più profondo. Ed è proprio la mamma di Elsa che le dice:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;">"La gente non avrebbe mai detto che tuo nonno era un cattivo papà se fosse stato lui a girare il mondo per salare vite invece che tua nonna..."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La nonna ha dovuto lottare anche con il proprio senso di colpa per aver dovuto lasciare la sua unica figlia, la mamma di Elsa, per intraprendere i lunghi viaggi nel mondo nella sofferenza, nella morte perchè lei è un medico e ha il dovere di andare dove la sofferrenza chiama. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La nonna e la mamma di Elsa, madre e figlia, due essere così vicini e nello stesso tempo così diversi nel modo di vivere. Una figlia organizzata, pragmatica, terrena, una madre che sa dare il meglio di sè solo nel caos e che vive apparentemente in modo caotico e quasi fantastico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ecco quindi che la caccia al tesoro di Elsa diventa anche il modo con cui la nonna chiederà scusa alla sua unica figlia ed Elsa lo capisce quasi da subito: </span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i>Dobbiamo consegnare tute le scuse della nonna per la mia mamma. Perché spero che le ultime scuse siano per lei."</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una storia piena di sorprese, in continuo divenire dove la fantasia e la realtà si intrecciano, dove il mondo fiabesco ed il mondo terreno si alternano continuamente, dove compaiono tanti e diversi personaggi, una storia unica, speciale, fantastica, da leggere. </span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Spero che </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">anche voi possiate scoprire Elsa e la nonna ed amarle, come ho fatto io. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Spero che possiate incontrare la bellezza delle parole di Backman il cui superpotere è </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> saper regalare al lettore un'esperienza di lettura unica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E chiuso proprio con le sue di parole:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"<i> Perchè per certi versi si può ben dire che tutto quello che capita alle persone di questa fiaba una volta che è finita è molto complicato, ma per altri versi si può dire che non lo è affatto. Perché la vita è molto complicata e molto semplice allo stesso tempo. Per questo esistono gli </i></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i> stati di Facebook"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1002836478032262350.post-60847466147763660782019-03-13T15:42:00.001+01:002019-03-13T15:42:13.461+01:00Tombolo aquilano: ancora angolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-kFAOAGFyl5I/XIghu4hIBII/AAAAAAAADGA/qiZuqtyOfREFV2nsxbFlIBXghE0TkaiJQCLcBGAs/s1600/IMG_20190222_225142-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1037" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-kFAOAGFyl5I/XIghu4hIBII/AAAAAAAADGA/qiZuqtyOfREFV2nsxbFlIBXghE0TkaiJQCLcBGAs/s400/IMG_20190222_225142-01.jpeg" width="258" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un nuovo angolo, ma questa volta lavorato con l'esterno a ventagli ed anche per i ventagli ho provato una variante: alternanza di ventagli piccoli e grandi.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Visto che l'uso del filato rosso non mi era piaciuto per il precedente angolo ho deciso di utilizzarlo solo per i ventagli, tutto il resto è lavorato con un colore corda sempre filato nr 50.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ecco le diverse fasi di lavorazione: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-sxthjzrlGKA/XIjRrdDBJwI/AAAAAAAADGk/tP9RlcNccukWtMwpT3T5KT3S5IADefXSgCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120851-01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1350" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-sxthjzrlGKA/XIjRrdDBJwI/AAAAAAAADGk/tP9RlcNccukWtMwpT3T5KT3S5IADefXSgCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120851-01.jpeg" width="335" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I punti utilizzati sono oltre ai ventagli esterni, i ragni di diverso tipo come vedete dalla foto a seguire</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-KFzRRkbb1Xc/XIjRrQdKzxI/AAAAAAAADGs/b9L2juikq0wKppX1GoYldlooEFZB3pcAgCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120856-01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1587" data-original-width="1600" height="396" src="https://4.bp.blogspot.com/-KFzRRkbb1Xc/XIjRrQdKzxI/AAAAAAAADGs/b9L2juikq0wKppX1GoYldlooEFZB3pcAgCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120856-01.jpeg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-r6Nfx6F2UGE/XIjRrT2rdAI/AAAAAAAADGo/kowjGAJrNrwKfV_APGZfpWvBpZBeUuILACLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120913-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-r6Nfx6F2UGE/XIjRrT2rdAI/AAAAAAAADGo/kowjGAJrNrwKfV_APGZfpWvBpZBeUuILACLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190216_120913-01.jpeg" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La greca che scende in diagonale da un lato e dall'altro dell'angolo; i quadratini lavorati con il mezzo punto centrale, oppure con il giornino centrale</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-CRsXoO6XGyo/XIjRsYUIYiI/AAAAAAAADGw/8IOlc2a6m0c1Nz6eb_tQ-xwtVHAmzmirwCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171852-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-CRsXoO6XGyo/XIjRsYUIYiI/AAAAAAAADGw/8IOlc2a6m0c1Nz6eb_tQ-xwtVHAmzmirwCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171852-01.jpeg" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-9myPsn4GaIc/XIjRsrwsehI/AAAAAAAADG0/pYSb_Yn1TAAiWkbQ4jBu4jIfTwEdU639QCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171902-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1565" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-9myPsn4GaIc/XIjRsrwsehI/AAAAAAAADG0/pYSb_Yn1TAAiWkbQ4jBu4jIfTwEdU639QCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171902-01.jpeg" width="390" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Qui sotto il modulo centrale composto da quattro ragni"nuovi" nel senso che sono diversi di tutti quelli eseguiti fino ad ora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le varianti di ragno sono infinite ed ogni volta che costruisco un disegno nuovo deve andare a ricontrollare le schede per ricordarli tutti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-taGY1Gqxnxk/XIjRsqg6n1I/AAAAAAAADG4/Yq6v2N2gc-w18CSJWwU6IZ7sleZqc-G0QCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171914-02.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://2.bp.blogspot.com/-taGY1Gqxnxk/XIjRsqg6n1I/AAAAAAAADG4/Yq6v2N2gc-w18CSJWwU6IZ7sleZqc-G0QCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190217_171914-02.jpeg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco nuovamente l'angolo completato smontato dal tombolo ma non ancora liberato dagli spilli.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Jnaqp9YT6p0/XIjRtS5dO_I/AAAAAAAADG8/IpgKcy7SkZQAOT1iV-Q_9np6kPu6mCFbwCLcBGAs/s1600/Copia%2Bdi%2BIMG_20190222_225118-01.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-Jnaqp9YT6p0/XIjRtS5dO_I/AAAAAAAADG8/IpgKcy7SkZQAOT1iV-Q_9np6kPu6mCFbwCLcBGAs/s400/Copia%2Bdi%2BIMG_20190222_225118-01.jpeg" width="300" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per oggi è tutto. Un grazie, come sempre, del vostro passaggio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Francescahttp://www.blogger.com/profile/00181830716428944069noreply@blogger.com2