La frase che ho scelto per riassumero il libro è quella che di colpo ha spostato il mio punto di vista: Missiroli non ci parla solo della fedeltà nella coppia, come sarebbe facile pensare, ma anche e soprattutto della fedeltà o infedeltà verso noi stessi. La fedeltà o infedeltà, sono le due facce della stessa medaglia con cui devono fare i conti i personaggi del romanzo, scavando, ognuno a suo modo nelle intenzioni, nei desideri, nei pensieri, nelle contraddizioni delle loro vite.
La prima cosa che mi ha colpito è la struttura del romanzo. Missiroli divide la storia, le 224 pagine, in due parti. Due parti divise da una pagina bianca e da nove anni di differenza. Se all'inizio questa struttura mi ha un po' spaventato poi l'ho apprezzata. I personaggi raccontano ognuno il proprio mondo in una continuità di pensieri, azioni, sentimenti che si susseguono, si intersecano tra di loro come un reticolato di strade. Il presente ed il passato di Margherita e Carlo, di Andrea, di Anna, di Sofia si sovrappongono, si incontrano, si susseguono, impossibile dividere il flusso in capitoli.
Tutto prende avvio dal "malinteso" così viene chiamato l'evento che coinvolge Carlo scoperto al bagno dell'Università con un'alunna in atteggiamenti equivoci. Nel corso della storia questo malinteso diventerà "paturnia, sospetto, incomprensione". L' elemento costante che mi ha fatto riflettere durante tutto il romanzo è che nonostante gli eventi non viene mai messo in discussione l'amore che Carlo e Margherita provano l'uno per l'altra, la sintonia dei loro corpi che sanno viversi.
Margherita dice: "Del resto, cosa avrebbe tolto un corpo nuovo al suo matrimonio? Quanto detestava la psicologia da due soldi: riportare il tradimento all'infelicità." Carlo dice: "Margherita era la felicità, lui lo avvertiva con certezza. Ma ora avvertiva anche una zona Franca venuta a delimitarsi in modo insolito, capriccioso, inconfutabile... Si era domandato se il fattore scatenante fosse una stanchezza del suo matrimonio, era arrivato alla conclusione di volerla finire con questa storia della compensazione affettiva. "
La prima cosa che mi ha colpito è la struttura del romanzo. Missiroli divide la storia, le 224 pagine, in due parti. Due parti divise da una pagina bianca e da nove anni di differenza. Se all'inizio questa struttura mi ha un po' spaventato poi l'ho apprezzata. I personaggi raccontano ognuno il proprio mondo in una continuità di pensieri, azioni, sentimenti che si susseguono, si intersecano tra di loro come un reticolato di strade. Il presente ed il passato di Margherita e Carlo, di Andrea, di Anna, di Sofia si sovrappongono, si incontrano, si susseguono, impossibile dividere il flusso in capitoli.
Tutto prende avvio dal "malinteso" così viene chiamato l'evento che coinvolge Carlo scoperto al bagno dell'Università con un'alunna in atteggiamenti equivoci. Nel corso della storia questo malinteso diventerà "paturnia, sospetto, incomprensione". L' elemento costante che mi ha fatto riflettere durante tutto il romanzo è che nonostante gli eventi non viene mai messo in discussione l'amore che Carlo e Margherita provano l'uno per l'altra, la sintonia dei loro corpi che sanno viversi.
Margherita dice: "Del resto, cosa avrebbe tolto un corpo nuovo al suo matrimonio? Quanto detestava la psicologia da due soldi: riportare il tradimento all'infelicità." Carlo dice: "Margherita era la felicità, lui lo avvertiva con certezza. Ma ora avvertiva anche una zona Franca venuta a delimitarsi in modo insolito, capriccioso, inconfutabile... Si era domandato se il fattore scatenante fosse una stanchezza del suo matrimonio, era arrivato alla conclusione di volerla finire con questa storia della compensazione affettiva. "
Margherita è una donna che sa ben agire nel suo lavoro di agente immobiliate, ma che spesso si ferma, prende il telefono e chiama Carlo per essere rassicurata, per essere guidata, come faceva il padre che la riportava sulla giusta rotta. Quando il treno della sua vita poteva deragliare il padre l'ammoniva dicendo:"fai lo scambio giusto per te." Anche se "lo scambio giusto per lei era sempre stata la direzione degli altri". Margherita comprende quanto un desiderio inappagato può rimanere nel presente costantemente e quanto invece il contrario porta sazietà, compiutezza: "l'infedeltà poteva significare fedeltà verso se stessa."
Carlo è il personaggio in cui ho trovato più contraddizioni. È capace di rassicurare ma non sa rassicurare se stesso, vive di lavori precari e fino alla fine sarà alla ricerca di una stabilità. Carlo da la rotta a Margherita, ogni volta che lei né ha bisogna, ma non sa darsi una rotta. Di lui sappiamo che: "del futuro con Margherita non aveva mai dubitato" lei lo rende felice, ma scopre dentro di sé una zona dove il desiderio va oltre il matrimonio. Un uomo incompiuto come lo definisce il padre: "un figlio con l'indole della rinuncia: il capitale ad alto rischio" che diventa ciò che vede il padre, perché spesso noi siamo il riflesso dei nostri genitori.
Che vive godendo dell'immaginazione, "lui era questo, fermarsi l'attimo prima, questo godere delle immaginazione, lambire le rese dei conti e rifugiarsi subito nel focolare domestico."
Intorno a loro gli altri personaggi. La mamma di Margherita, Anna, che ho amato, anche lei alle prese con interrogativi, desideri mancati ed appagati da altro, riflessioni sulla vita che è stata e su un matrimonio consumato, la figura con meno contraddizioni che in una delle tante riflesdioninafferma: "i matrimoni possono essere fastidiosi".
Andrea, il fisioterapista, che per me è stata la figura più inquietante, ma anche quella verso cui ho provato tanta tenerezza.
Sofia, la giovane ragazza protagonista del "malinteso" con un trauma familiare, complessa e contraddittoria nella sua giovane età.
Ed una casa, la Concordia, voluta, desiderata, comprata, uno spazio di 120 metri quadri che fa da sfondo e che diventa anch'essa, in qualche modo, protagonista.
Ho molto apprezzato il romanzo di Missiroli, sia per lo stile che per i temi che affronta, che inevitabilemte portano a porci domande.
Alla fine credo che le storie di Anna, Carlo, Margherita, Sofia sono un inno alle contraddizioni che ognuno di loro è ognuno di noi si porta dentro.
Mi sembra un pò cerebrale questa trama. Non credo che sarei in grado di arrivare in fondo al libro, troppo complicato data l'ora in cui lo leggerei...
RispondiEliminaTi ammiro per riuscire a leggere tanti libri e anche ad assimilarli!
un abbraccio
sabrina
Grazie Sabrina. Diciamo che la lettura ha preso un po' il sopravvento sugli altri hobby.
RispondiEliminaUn abbraccio grande
Mi sto interessando di filosofia in questo momento. Ho trovato una tesi che parla della filosofia delle virtù di Jankélévitch e mi sto entusiasmando su questo tema etico.
Eliminaun abbraccio
sabrina